Germania salvatrice dell’Eurozona?

 Il downgrade di S&P pone la Germania nella scomoda posizione di salvatore dell’Eurozona. Oramai, sembra essere la sola in grado di impegnare fondi in caso di peggioramento della crisi. La Germania è il grande vincitore uscente di questa nuova revisione generale dei rating da parte dell’agenzia americana Standard & Poor’s. Unico paese della zona euro a conservare la propria preziosa tripla A con outlook stabile, la Repubblica federale si è vista confermare ufficialmente uno status che, di fatto, aveva già da molto tempo, ovvero quello di locomotiva dell’unione economica e monetaria.

Finanziariamente e politicamente, la posizione e il peso della Germania potrebbero migliorare anche in maniera significativa. Il paese sembra ormai detenere la chiave della fiducia nell’area dell’euro. Questo potrebbe riflettersi sull’alleanza Parigi-Berlino e presto farsi sentire nei negoziati sulla riforma dei trattati, la cui conclusione è prevista per il prossimo marzo.

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Amplifon sceglie la Turchia per ampliare i propri business

 Gli apparecchi acustici della Amplifon potrebbero sbarcare presto in territorio turco: la compagnia milanese, celebre proprio per la sua distribuzione capillare e applicazione di soluzioni uditive, si è da tempo interessata alla nazione anatolica, un interesse che ora è culminato in questa acquisizione molto importante e strategica di una quota del 51% di Maxtone. Si tratta, nello specifico, di un’azienda che opera in Turchia e che è attiva nello stesso settore della Amplifon, un matrimonio di cui già si incominciano a intravedere i lati positivi. Di cosa si tratta esattamente? La spa lombarda avrà in questo modo la possibilità di effettuare un ingresso privilegiato in un’area geografica piuttosto particolare, con pochi presidi, ma comunque ottime possibilità di crescita per quel che riguarda il breve termine; tra l’altro, il paese della mezza luna si sta dimostrando un mercato emergente di primo livello.

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Difficile contesto internazionale per la Svizzera

 Lo scorso 11 gennaio  il Consiglio federale svizzero ha approvato il rapporto sulla politica economica esterna 2011. Il capitolo introduttivo riguarda il bilancio sulla strategia di economia esterna, soprattutto a riguardo alla crisi finanziaria, economica e debitori.

In particolare, viene posto l’accento sulla necessità di migliorare  la competitività dell’economia svizzera e si impegna ad agevolare l’accesso ai mercati esteri. Vengono delineate riforme interne e misure di liberalizzazione autonome nonché i contributi da dare allo sviluppo nei Paesi partner.

Nel capitolo introduttivo il Consiglio federale si prefigge di aggiornare la propria politica economica esterna del 2004. Vengono mantenute le linee di fondo, ma nei prossimi anni il Consiglio federale punta a rafforzare la posizione economica della Svizzera a livello mondiale concentrandosi su tre dimensioni: l’accesso ai mercati esteri e il dispositivo normativo internazionale, la politica del mercato interno nonché il contributo allo sviluppo nei Paesi partner.  Molti sviluppi nell’anno preso in rassegna hanno già portato a progressi in tali ambiti.

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Esportazioni da record per il vino nel 2011

 La Coldiretti potrà intonare a squarciagola la celebre aria della Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni: Viva il vino che è sincero, che ci allegra ogni pensiero. In effetti, non c’è una frase più azzeccata di questo per descrivere il 2011 della famosa bevanda alcolica, un anno che è stato caratterizzato da un vero e proprio record per quel che concerne l’export a livello internazionale. In pratica, come ha appurato la stessa associazione andandosi a basare sulle stime recenti dell’Istat in merito al commercio estero del periodo gennaio-settembre dello scorso anno, il fatturato delle principali aziende del nostro paese è stato pari a ben quattro miliardi di euro, con un incremento importante di quattordici punti percentuali rispetto allo stesso arco temporale dell’anno precedente.

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Ombre cinesi, segnali poco rassicuranti dall’economia

 Nonostante gli elevati tassi di crescita, nemmeno l’economia cinese è stata risparmiata dalla crisi, costringendo le autorità locali a prendere misure che ne stanno mettendo in luce le criticità, a cominciare da un sistema creditizio che privilegia le imprese statali (e i funzionari di partito), lasciando a bocca asciutta proprio quei soggetti, come famiglie e piccole imprese, che in questa fase andrebbero maggiormente sostenuti.

La Banca Popolare della Cina ha reso noti nei giorni scorsi i dati relativi al sistema del credito: nel solo mese di dicemebre i crediti bancari sono cresciuti del 13,92 per cento, passando da 562,2 a 640,5 miliardi di yuan (101 miliardi di dollari). Tali dati rappresentano la conseguenaza della Banca  di ridurre il tasso di riserva dello 0,5 % portandolo al 21 %. I dirigenti cinesi sembrano perciò aver preso la strada dell’emissione di moneta quale strumento di contrasto alle eventuali conseguenze della crisi.

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Commercio elettronico contro la crisi UE

 E’ stato presentato nei giorni scorsi il ‘Libro Verde’ volto alla creazione del mercato unico telematico: l’obiettivo è di giungere nel 2014 al raddoppio del settore.

Tra gli obbiettivi stabiliti nel Libro Verde per l’integrazione europea dei pagamenti telematici vi sono la rimozione delle barriere transnazionali e la creazione di un mercato comune per il web: attraverso tali provvedimenti, si punta a raddoppiare entro il 2015 il volume degli acquisti effettuati via Internet (dall’attuale 3,5 al 7 per cento del totale), raddoppiando allo stesso tempo il PIL prodotto dalla Rete su scala europea.

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Pitti Uomo certifica il momento incerto della moda italiana

 La moda italiana non sa resistere al fascino estero: i principali compratori dei nostri prodotti di questo settore fanno parte infatti del vasto continente asiatico, ma stanno avanzando anche la Turchia e la Russia. Una chiara testimonianza di tale trend è giunto dall’ottantunesima edizione di Pitti Uomo, la manifestazione internazionale di moda che è riservata agli operatori del settore e che si tiene due volte l’anno a Firenze. In pratica, i compratori stranieri dell’evento in questione sono stati ben 7.700, un dato a cui fa da contraltare il progressivo declino dei negozi del nostro paese (ben otto punti percentuali in meno in un solo anno). Gli esercizi commerciali italiani, infatti, stentano a ingranare la marcia giusta, anche perché la merce venduta è davvero poca.

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Alcoa avvia le procedure di mobilità per l’impianto di Portovesme

 Alcoa non ha voluto sentire ragioni e si prepara a scontentare moltissimi lavoratori sardi: il colosso americano dell’alluminio è infatti presente nel nostro paese con l’importante stabilimento di Portovesme (frazione di Portoscuso, in provincia di Carbonia-Iglesias), ma sta riservando proprio a questo impianto una procedura di mobilità piuttosto controversa, anche perché non è stata nemmeno accettata la mediazione proposta dal Ministero dello Sviluppo Economico. La situazione era già tesa da tempo, ma ora si possono immaginare altre complicazioni negative. I dipendenti coinvolti in questo caso sono più di cinquecento, ma si cerca a tutti i costi di mantenere attiva almeno la produzione.

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Fallimento inevitabile per la Grecia?

 Il nuovo, pressante allarme è stato lanciato dal Primo Ministro Lucas Papademos nei giorni scorsi: confermando che allo stato attuale l’unica ricetta possibile per portare sulla strada del risanamento le disastrate casse elleniche è quella dell’austerità, il Primo Ministro ha recentemente sottolineato che per evitare il rischio incombente di un fallimento dello Stato greco già in Primavera, è necessario che UE e Fondo Monetario Internazionale concedano gli ulteriori pacchetti di aiuti già previsti; questo però sarà possibile solo mantenendo e rafforzando gli impegni di adozione delle riforme concordate.

Tuttavia gli sforzi profusi dal Governo ellenico, accolti peraltro dalla popolazione con un’invidiabile rassegnazione, non sembrano aver riscosso più di tanto l’apprezzamento della comunità internazionale, se si pensa che, ad esempio, l’erogazione di un pacchetto di aiuti da cinque miliardi di euro, già prevista per fine dicembre, è stata rimandata a marzo, il che, pensando alla situazione in cui versa la Grecia, si avvicina molto a una sentenza di condanna: ciò infatti includerà il rinvio a catena delle successive ‘rate’ di aiuto, a cominciare da quella, ben più sostanziosa, da 10 miliardi, che prevista per marzo, slitterà a giugno, forse già fuori tempo massimo.

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Banca Etica si dimostra sempre più resistente alla crisi

 Ventiquattro punti percentuali di incremento per quel che concerne l’erogazione dei crediti e altri dodici per la raccolta di risparmio rappresentato davvero due risultati importanti: si tratta delle stime che Banca Etica ha fatto registrare nel 2011, dodici mesi che hanno messo in luce come la finanza etica possa riservare soddisfazioni importanti nonostante la crisi economica che attualmente infuria. Tra l’altro, si tratta anche del terzo anno consecutivo che tali affari sono contrassegnati da un segno più e dalla doppia cifra, un elemento non certo casuale. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da precisare che la raccolta in questione è stata pari a 717 milioni di euro, mentre i crediti si sono attestati poco distanti da quota 541 milioni.

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