Banca Etica si dimostra sempre più resistente alla crisi

 Ventiquattro punti percentuali di incremento per quel che concerne l’erogazione dei crediti e altri dodici per la raccolta di risparmio rappresentato davvero due risultati importanti: si tratta delle stime che Banca Etica ha fatto registrare nel 2011, dodici mesi che hanno messo in luce come la finanza etica possa riservare soddisfazioni importanti nonostante la crisi economica che attualmente infuria. Tra l’altro, si tratta anche del terzo anno consecutivo che tali affari sono contrassegnati da un segno più e dalla doppia cifra, un elemento non certo casuale. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da precisare che la raccolta in questione è stata pari a 717 milioni di euro, mentre i crediti si sono attestati poco distanti da quota 541 milioni.

A completare questo quadro così positivo ci ha poi pensato il capitale sociale, con i suoi quattordici punti percentuali di rialzo rispetto a un anno prima. Mario Crosta, direttore generale dell’istituto di credito in questione, non è riuscito a tenere a bada tutto il proprio entusiasmo: a suo parere, infatti, i risparmiatori sono soliti scegliere Banca Etica per i suoi valori, a fronte della continua sofferenza dell’economia e dei prestiti negati da diverso tempo a questa parte da molte altre banche (si tratta del cosiddetto “credit crunch”).

Inoltre, hanno riscosso molto successo anche alcune iniziative ed esperimenti; in particolare, lo stesso Crosta ha messo in risalto la cooperativa che si è venuta a formare grazie ai lavoratori di compagnie finite in fallimento, una vera e propria salvaguardia dell’occupazione che è stata garantita dagli ammortizzatori sociali e dai finanziamenti di Banca Etica. In conclusione, il numero uno del gruppo, Ugo Biggeri, ha anche aggiunto come i risparmiatori italiano stiano diventando sempre più consapevoli delle loro scelte, con scelte mirate e accurate per quel che concerne il tipo di economia da sostenere e cercando di mettere da parte quelle decisioni che possono dare nuova linfa alla speculazione.

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