JpMorgan perde 2 miliardi di dollari

 Nelle sole ultime sei settimane JpMorgan, una delle banche d’affari più importanti al mondo, ha perso più di 2 miliardi di dollari. Un vero e proprio smacco per un istituto di credito che era riuscito a destreggiarsi all’interno del mare della crisi finanziaria internazionale meglio dei principali concorrenti, e che pone a serio rischio la stabilità dell’immagine della struttura organizzativa e, in particolar modo, del numero 1 della banca, Jamie Dimon.

La causa di queste gravi perdite è infatti da ricondursi allo straordinario impatto negativo generato dalle politiche di copertura della banca attraverso i cds (i credit default swap, una sorta di contratto assicurativo di protezione contro i default di enti e società emittenti), impieghi che si sono rivelati, per dirla con le parole di Dimon, “un investimento più rischioso, volatile e meno efficace di quanto previsto”.

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Federconsumatori critica l’intervento di Vegas a Piazza Affari

 La giornata finanziaria di oggi non poteva che essere dominata dalla relazione di Giuseppe Vegas, presidente della Consob, a Piazza Affari: ma l’intervento del numero uno della Commissione Nazionale di Società e Borsa non è affatto piaciuto alla Federconsumatori, il quale lo ha bollato senza mezzi termini come poco efficace e completamente al di fuori dalla realtà. La critica deriva soprattutto dal fatto che le parole usate da Vegas avrebbero dovuto fare riferimento ai reali effetti che la crisi finanziaria sta portando all’estremo, oltre al destino che attende il sistema economico, sia quello del nostro paese che quello del continente europeo. Come ha spiegato Rosario Trefiletti, numero uno della celebre associazione dei consumatori, il ragionamento in questione può anche essere considerato corretto e giusto dal punto di vista formale, ma il polso dell’economia nazionale appare fon troppo debole, quindi bisogna anzitutto comprendere quale sia il ruolo svolto dalla Consob nel nostro paese, la cui vigilanza è stata spesso oggetto di polemiche.

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Utile in calo per Credit Agricole

 Credit Agricole, uno dei principali istituti di credito francesi, ha concluso i primi tre mesi dell’anno con un forte calo dell’utile netto, passato da un miliardo di euro dello stesso periodo dello scorso anno, all’attuale soglia di 250 milioni di uero. A pesare sull’andamento della rettività societaria sarebbero state le svalutazioni legate alla crisi che ha colpito l’eurozona (e in particolar modo la Grecia) e le minusvalenze sulle cessioni effettuate nel periodo considerato.

L’impressione complessiva è che Credit Agricole abbia vissuto un primo trimestre di purgatorio, e probabilmente si appresti a viverne almeno un altro: una scelta, quella di “purificare” la società da asset non proprio brillanti, che potrebbe consentire alla banca francese di potersi porre in diverso e rinnovato modo agli occhi degli investitori e degli analisti, una volta che i bilanci saranno ripuliti da svalutazioni e cessioni.

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Buona trimestrale per Deutsche Telekom

 Deutsche Telekom, uno dei principali operatori di telefonia d’Europa, ha pubblicato i risultati economico finanziari relativi al primo trimestre dell’anno. Risultati che hanno superato la gran parte delle aspettative degli analisti, grazie a un declino dei ricavi del vecchio Continente sempre più tollerabile, e grazie a un forte incremento della redditività dell’investimento nella T-Mobile Usa, la divisione societaria del nuovo Continente.

Di conseguenza, gli utili prima di imposte, tasse e ammortamenti, sono calati di 0,1 punti percentuali a 4,48 miliardi di euro durante il primo trimestre, contro la media delle previsioni degli analisti di mercato pari a 4,4 miliardi di euro. I ricavi sono invece diminuiti di 1,1 punti percentuali a 14,4 miliardi di euro. Contrazioni delle righe del conto economico che appaiono fortemente contenute, a beneficio della tenuta dei conti.

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Utili News Corporation in crescita

 News Corporation, il gigante americano dei media controllato da Sky Italia, ha chiuso il terzo trimestre fiscale con un aumento sostanzioso dei profitti, per 46,6 punti percentuali. Escludendo le voci straordinarie, gli utili netti ammontano a 37 centesimi per azione, 6 in più rispetto alle attese degli analisti. Risultati sicuramente soddisfacenti, legati principalmente all’apprezzamento dei profitti delle reti via cavo.

L’utile netto risulta altresì cresciuto a quota 397 milioni di dollari, pari a 38 centesimi per azione, contro i 639 milioni di dollari, o 24 centesimi per azione, rilevati nello stesso periodo dello scorso anno. Come già ricordato, escludendo il peso della gestione straordinaria, i profitti sono stati pari a 37 centesimi per azione, contro i 31 centesimi per azione previsti dagli analisti, e contro i 26 centesimi per azione dello stesso periodo dello scorso anno.

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Utili HSBC in crescita

 Sono positivi i risultati conseguiti da HSBC – il più grande istituto di credito europeo – durante il primo trimestre del 2012. Contrariamente all’anno scorso, quando i profitti si fermarono alla pur invidiabile quota di 5,4 miliardi di dollari, nel corso della primissima parte d’esercizio i profitti pretasse sono cresciuti fino a superare abbondantemente le stime degli analisti pari a 5,9 miliardi di dollari, giungendo infine ad accomodarsi sulla comoda soglia dei 6,8 miliardi di dollari.

Un incremento degli utili pari a 26 punti percentuali rispetto a quanto ottenuto durante lo stesso periodo dello scorso esercizio, che ha ovviamente generato grande soddisfazione nel top management della banca del vecchio Continente, che rinforza la propria posizione di mercato con un’attenta diversificazione settoriale e territoriale, andando esponenzialmente a privilegiare gli sforzi e gli impegni sui mercati emergenti e su quelli extra europei.

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Sony perde terreno sull’euro debole

 Ultimi giorni da dimenticare, per Sony. La società giapponese, uno dei brand storici dell’elettronica internazionale, ha infatti ceduto oltre 4 punti percentuali durante le negoziazioni alla Borsa di Tokyo, a causa delle cattive previsioni sull’andamento dell’euro. La debolezza della valuta unica europea potrebbe infatti nuocere alle previsioni relative alle esportazioni giapponesi nel vecchio Continente: di qui il brusco arretramento della capitalizzazione di mercato della società nipponica, con uno scivolone mai visto da 25 anni a questa parte.

Il declino nella capitalizzazione di mercato non ha, ovviamente, riguardato la sola Sony, che tuttavia si è presa la cattiva briga di fare da apripista a una serie di sedute particolarmente deludenti per le società nipponiche produttrici di dispositivi elettronici. Canon, che ottiene circa il 30% dei suoi ricavi in Europa, e Panasonic, hanno seguito Sony (che genera un quinto del suo giro d’affari nel vecchio Continente) nella strada del deprezzamento di mercato.

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Ig Markets viene finalmente incontro alla clientela retail

 Quando si parla di Ig Markets nell’ambito degli argomenti finanziari, si fa riferimento soprattutto ai cosiddetti “contratti per differenza”, strumenti meglio noti con l’acronimo Cfd: stavolta, però, si può associare il nome di tale operatore a un servizio innovativo e molto interessante. Si tratta di Forex Direct, il quale è al debutto assoluto nel nostro paese e che rappresenta un Electronic Communications Network (Ecn). Le possibilità più interessanti vengono messe a disposizione dei clienti retail, i quali riescono in questa maniera a negoziare in modo diretto su un circuito in cui partecipano banche d’affari, broker e hedge fund. Tale rete elettronica è importante soprattutto per il fatto di consentire una unione ideale di intermediari finanziari e di operatori, tanto da non rendere in alcun modo necessaria la mediazione di altri soggetti.

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Trimestrale positiva per LinkedIn

 E’ positiva la prima trimestrale di LinkedIn, il più noto business social network del mondo. Stando a quanto affermato dal chief executive officer Jeff Weiner, gli utenti del portale sono cresciuti a quota 161 milioni di unità contro i precedenti 150 milioni, grazie anche agli investimenti compiuti dalla società nell’ambito mobile, e grazie a nuovi servizi che sono stati approntati per cercare di attrarre maggiori utilizzatori e maggiori investitori.

Il fatturato è così più che raddoppiato, su base annua, giungendo a quota 188,5 milioni di dollari, oltre i 178,4 milioni di dollari frutto delle stime degli analisti. Gli utili netti sono cresciuti a 5 milioni di dollari, o 4 centesimi per azione, contro i 2,08 milioni di dollari rilevati nello stesso periodo dell’anno scorso.

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Utili GM in calo meno del previsto

 Come era ampiamente prevedibile, il primo trimestre 2012 di General Motors si è chiuso con un utile netto in forte calo, passando dai precedenti 3,2 miliardi di dollari all’attuale miliardo. Un risultato che è stato ad ogni modo migliore della maggior parte delle attese degli analisti, che stimavano una contrazione per fino più grave da parte dell’ultima voce del conto economico di periodo. Il fatturato è invece cresciuto di 4 punti percentuali a 37,8 miliardi di dollari.

La società americana delle quattro ruote ha altresì voluto precisare che l’utile netto di un miliardo di dollari è equivalente a un utile per azione depurato di 0,60 dollari, includenti perdite nette legate a svalutazioni necessarie, che hanno portato il risultato in contrazione di 0,6 miliardi di dollari. L’Ebit è invece risultato migliorato a 2,2 miliardi di dollari, contro i 2 miliardi dell’anno precedente.

Sul fronte dei flussi di cassa e della liquidità, General Motors segnala un cash flow della divisione auto in positivo per 0,3 miliardi di dollari e il cash flow operativo pari a 3,2 miliardi. La liquidità della divisione auto è stat apari a 37,3 miliardi di dollari.

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