L’oro si trova ai massimi storici e questo non stupisce. Non dobbiamo dimenticare che nei momenti di crisi geopolitica è uno dei beni rifugio, se non quello per eccellenza, più inseguiti.
Perché l’oro sta salendo ancora
Questo al netto del fatto che, ultimamente, anche diversi titoli tecnologici stanno man mano conquistando questa denominazione. Detto ciò l’oro rimane sempre un punto fermo nei momenti di più difficile gestione. L’escalation in Medio Oriente tra Israele e Iran ha aiutato loro a toccare nuovi massimi. Attualmente il suo valore è di oltre 2.300 dollari l’oncia (circa 31,10 grammi).
Come già sottolineato sono le incertezze geopolitiche e anche quelle macroeconomiche a spingere un bene rifugio come l’oro verso l’alto. Questa spinta è stata in grado, in questi ultimi tempi, di far crescere in maniera rilevante anche un metallo come l’uranio. Qualcosa che non dovrebbe farci contenti, dato che questo valore è strettamente legato alla possibilità di utilizzarlo all’interno di armi atomiche.
Concentrandoci però sul metallo giallo è possibile rilevare come solo nell’ultimo mese le sue quotazioni siano cresciute di circa il 25%. Una crescita così imponente in questi ultimi tempi è stata registrata solo con il Bitcoin. Il quale tra non molto sarà protagonista dell’halving con tutto ciò che ne consegue. La criptovaluta però, rispetto all’oro, è dotata di volatilità. Questo metallo prezioso no. Ed è per questo che tutti si rifugiano su di lui in momenti economicamente instabili.
Interessante periodo per gli investitori
Studiare questa situazione è interessante soprattutto se si getta un occhio agli investitori. Parliamo infatti di una platea eterogenea, come sottolinea anche Forbes, chiamando in causa la Banca d’Italia. Perché lo fa? Per far comprendere quanto l’investimento in oro, soprattutto per gli istituzionali, sia qualcosa che ripaga sempre.
Secondo la rivista specializzata, infatti, Bankitalia in soli 5 anni avrebbe praticamente raddoppiato il valore economico della sua riserva aurea. Dobbiamo sottolinearlo: essa è pari a 2452 tonnellate. E non ha subito né cessioni ne nuove acquisizioni. Il 31 dicembre 2018 valeva circa 88 miliardi di euro. E senza tenere conto degli ultimi due mesi di crescita del valore dell’oro, attualmente la riserva aurea italiana vale 147,9 miliardi di euro.
Un dato davvero interessante se si pensa, inoltre, che la Banca d’Italia sia il quarto detentore di riserve auree al mondo dopo la Fed, la Banca centrale tedesca e il Fondo monetario internazionale. Questo effetto benefico della crescita dell’oro sta aiutando anche altri investitori istituzionali come la Banca Popolare cinese e altri istituti centrali asiatici. I quali stanno man mano ampliando le loro riserve.
Una mossa saggia e conveniente se davvero, come previsto da Bank of America, entro il 2025 l’oro arriverà a 3.000 $ l’oncia.