Facebook programma IPO con valutazione di 100 miliardi

 Facebook continua a preparare la propria offerta pubblica iniziale. L’obiettivo è quello di recuperare circa 10 miliardi di dollari attraverso la transazione finanziaria, che potrebbe diventare la più importante nel mondo dei social networking, e che potrebbe portare alla valutazione della società ad una cifra di poco superiore alla straordinaria cifra di 100 miliardi di dollari. Numeri ancora non ufficiali, ma che Bloomberg ha riportato sul proprio sito, attribuendoli ad una fonte molto vicina ai vertici societari.

La compagnia dovrebbe “prenotare” l’operazione di offerta pubblica iniziale prima della fine dell’anno – prosegue la persona bene informata, la quale ha chiesto di non essere pubblicamente identificata, poiché la decisione è ancora in fase di discussioni private. Ad ogni modo, l’esatta data di lancio di Facebook sul mercato azionario non è ancora stata determinata, e non lo sarà ancora per alcuni giorni, o poche settimane.

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Salvatore Ferragamo mette radici in Colombia

 La Salvatore Ferragamo Italia spa parla sempre più sudamericano: dopo l’ampliamento del proprio controllo diretto in paesi come il Messico e il Perù, infatti, la nota casa di moda fiorentina punta con decisione verso la Colombia, andando a inaugurare la prima boutique monomarca per quel che concerne la nazione latino americana. La sede prescelta è stata individuata nella capitale Bogotà, precisamente nella zona in cui trionfa solitamente il settore della moda e del lusso locale. Di cosa si tratta esattamente e cosa spera di ottenere in questo modo la società toscana? Come si intuisce piuttosto facilmente, la struttura è di tipo monobrand, quindi al suo interno sarà possibile acquisire soltanto prodotti con questo specifico marchio commerciale. La selezione prevede diverse occasioni importanti, come ad esempio le calzature, sia maschili che femminili, le borse, gli occhiali da sole, i profumi e tutti gli accessori che gli appassionati si sono ormai abituati a conoscere.

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Eurobond: c’è chi è convinto del passo indietro della Germania

 Il portavoce finanze del Partito dei verdi della Germania, nonché deputato al Bundestag (il Parlamento tedesco) Gerhard Schick, è convinto che il governo Merkel “alla fine cederà, e sono pronto a scommettere che gli Eurobond prima o poi arriveranno”. Secondo il deputato tedesco, intervistato recentemente dal Messaggero, i titoli obbligazionari dell’Eurozona potranno pertanto vedere finalmente la luce, in una procedura che tuttavia non si preannuncia affatto priva di ostacoli e difficoltà, non solo istituzionali e politiche.

L’inversione di marcia sui titoli europei non sarebbe il primo caso di “passo indietro” della cancelliera Merkel. Il deputato Gerhard Schick, tra le varie fattispecie passate, ricorda i ripensamenti “sui programmi congiunturali, sul piano europeo salva Stati, poi sulla sua estensione”. Insomma, almeno stando alle considerazioni del portavoce finanze dei verdi, gli Eurobond prima o poi si faranno.

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Ungheria, i titoli del debito diventano spazzatura

 Dopo il Portogallo, l’Ungheria. Anche i titoli di debito magiari finiscono nel cestino della spazzatura, con l’agenzia di rating Moody’s che ha declassato a “junk” il rating del merito creditizio sovrano del Paese europeo. Una decisione che ha creato qualche contrasto in più del previsto all’interno dell’esecutivo di Budapest, con il premier Viktor Orban che è arrivato ad attaccare l’agenzia di rating definendo la scelta effettuata come un attacco finanziario.

In realtà la decisione di Moody’s è tutt’altro che spettacolare. L’abbassamento del rating all’Ungheria era da tempo nell’aria, e il downgrade di un gradino (a Ba1), comporta la contrazione del rating di merito creditizio di poco al di sotto della soglia dell’investment grade. A preoccupare è tuttavia anche l’outlook fortemente negativo sul Paese, che le agenzie di rating (Moody’s, appunto, in testa) non ritengono in grado di risollevarsi autonomamente dall’attuale crisi.

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Rating: il Giappone vicino a un downgrade

 Il Giappone potrebbe essere prossimo a un downgrade. L’artefice del deprezzamento della valutazione del debito del Paese nipponico è la Standard & Poor’s, che avrebbe inviato al Primo Ministro Yoshihiko Noda una nota nella quale si ricorda come l’esecutivo non abbia prodotto tutti gli sforzi opportuni per evitare la crescita del locale debito pubblico, e preannunciando una possibile revisione (in negativo) del giudizio sul debito sovrano.

“Le finanze del Giappone peggiorano giorno dopo giorno” – ha dichiarato Takahira Ogawa, Standard & Poor’s, durante una recente intervista. All’interno del colloquio avuto con i giornalisti, Ogawa ha dichiarato che l’agenzia di rating è vicina a tagliare il giudizio sul Giappone , anche se nessuna previsione è stata diramata in merito ai tempi di una simile decisione.

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Giappone, brusco calo delle esportazioni

 Le esportazioni giapponesi sono calate per la prima volta negli ultimi tre mesi, evidenziando come l’eccessivo apprezzamento dello yen da una parte, e le critiche condizioni economiche dell’Europa dall’altra, abbiano provocato gli indesiderati effetti nell’andamento dell’export dell’arcipelago nipponico, già messo a durissima prova dal disastro del mese di marzo 2011, quando un terremoto e uno tsunami conseguente hanno provocato danni storici record.

Le esportazioni del Paese asiatico – stando a quanto affermato dal Ministero delle Finanze di Tokyo – avrebbero subito un passo indietro di 3,7 punti percentuali nel corso del mese di ottobre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un andamento ben peggiore di quanto precedentemente stimato dagli economisti internazionali.

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India, la Banca Centrale “ordina” l’acquisto di rupie

 La Banca Centrale Indiana avrebbe comprato una grande quantità di rupie per cercare di rallentare l’andamento delle quotazioni della moneta nazionale. La rupia si candida infatti a concludere il 2011 quale valuta con la peggiore prestazione in tutta l’Asia, arrivando a tagliare traguardi minimi storici. Come conseguenza di quanto sopra, stando a quanto affermato da una voce molto vicina all’istituzione monetaria centrale, ma non pubblicamente affermata dai media, la Reserve Bank of India avrebbe proceduto nell’operazione di cui sopra.

In particolare, la Banca Centrale avrebbe acquistato significative quantità di rupie quando la moneta indiana stava per essere valutata intorno a 51,75 per dollaro. Una mossa che cerca di salvaguardare la forza della valuta locale, visto e considerato che la debolezza della rupia – che ha già perso 13,6 punti percentuali durante l’anno – potrebbe condizionare negativamente le performance economiche nazionali.

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Fastweb-Metroweb, accordo nel settore delle fibre ottiche

 Il settore delle fibre ottiche del nostro paese è letteralmente in fibrillazione dopo l’intesa firmata da Fastweb e Metroweb: in pratica, la spa milanese del gruppo Swisscom è riuscita, proprio grazie al contributo di quest’ultima, ad acquisire una quota dell’11,1% della compagnia lombarda, una operazione di cui comunque si parlava già da tempo. In questa maniera si avrà una composizione tutta nuova di Metroweb, con la stessa Swisscom Italia che potrà detenere una delle percentuali maggiori di controllo, insieme a F2i Reti e A2A. Fastweb ha espresso tutta la propria soddisfazione per i termini dell’accordo, ricordando che esso è volto a rafforzare ancora di più i rapporti con Metroweb, una compagine creata insieme ad Aem proprio dalla società di Alberto Calcagno nel lontano 1999.

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Vendite al dettaglio, crescita inattesa nel mercato britannico

 Stando a quanto affermato dal locale Istituto Nazionale di Statistica, le vendite al dettaglio nell’intero mercato del Regno Unito sarebbero cresciute in via inaspettata durante il mese di ottobre. Il merito andrebbe alla politica commerciale degli esercenti, che hanno offerto sconti e riduzioni di prezzo ai consumatori, sempre più restii a spendere a causa dell’evidente andamento dell’inflazione, e alla crescita della disoccupazione.

Le vendite sono così cresciute di 0,6 punti percentuali rispetto al precedente mese di settembre, per un trend record dal mese di giugno ad oggi, e contro previsioni dei principali analisti che auspicavano un declino di 0,2 punti percentuali. Su base annua, invece, le vendite si confermano in incremento, con un balzo di 0,9 punti percentuali.

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Deutsche Boerse-Nyse Euronext, nervi tesi sulla fusione

 L’operatore borsistico tedesco Deutsche Boerse Ag non ha affatto digerito il progetto di fusione che dovrebbe coinvolgerlo insieme al Nyse Euronext, come stabilito dal proprio consiglio finanziario: in effetti, entrambi i gruppi coinvolti in questa vasta operazione devono ancora sottoporre alle autorità europee dell’Antitrust la proposta in questione e non è detto che vi possa essere un parere favorevole in questo senso. Uno dei membri del consiglio citato in precedenza avrebbe anche riferito che, sfortunatamente, i tedeschi non sono in grado di rappresentare loro stessi e i loro interessi a Bruxelles, diversamente da quanto accade dagli anglosassoni, molto più potenti da questo punto di vista.

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