Imprenditori più ricchi d’Europa

 Secondo quanto afferma una recente ricerca elaborata da Bloomberg, è il magnate spagnolo Amancio Ortega Gaona l’uomo più ricco del vecchio Continente. Se il suo nome non vi dice granchè, probabilmente potrà suggerirvi qualcosa di più sapere che dietro il nome del miliardario spagnolo c’è il gruppo di abbigliamento Zara, presente anche nel nostro Paese con una serie di superstore piuttosto gettonati.

La lista 2012 curata da Bloomberg vede pertanto un sorpasso in testa alla classifica, con l’attuale numero 2, Ingvar Kamprad – titolare dell’Ikea – che ha dovuto cedere lo scettro di uomo più facoltoso d’Europa. Grazie ai risultati dell’ultimo trimestre, la Inditex – holding che controlla Zara – ha generato un vero e proprio boom nella capitalizzazione di mercato delle azioni di Ortega (+ 12%), che ha permesso al magnate di compiere qualche utile passo in avanti nell’elenco dei miliardari europei.

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Legambiente preme per un uso razionale dell’acqua

 Legambiente ha provato a dettare quelle che, a suo dire, sono le linee guida più importanti da implementare in questo preciso momento storico: esse si basano essenzialmente su un’agricoltura ancora più sostenibile, sul ridimensionamento degli sprechi di cibo, sulla tutela dell’ambiente e sulla gestione delle risorse idriche. La stessa associazione ha precisato come questa possa essere definita una sorta di “alleanza per l’acqua”, la quale deve essere in grado di coinvolgere il settore primario, l’industria, le associazioni ambientaliste e gli enti regolatori. D’altronde, la grande maggioranza dell’acqua che viene prelevata nel nostro paese (circa il 70% per la precisione) viene sfruttata per fini agricoli, senza dimenticare che ben il 95% dei prelievi realizzati nel bacino del Po serve per l’irrigazione.

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Nuovi piani strategici Opel

 Opel sta lavorando alacremente per raggiungere in tempi rapidi un’intesa con i sindacati tedeschi e assicurare in tal modo un futuro solido e condiviso alle attività industriali detenute nel vecchio Continente. A sostenerlo è un comunicato ufficiale della compagnia, che ha ribadito come il proprio top management, il sindacato di riferimento IG Metall e i rappresentanti dei lavoratori interessati, stiano trattando in questi giorni l’estensione dell’esclusione dei licenziamenti fino alla fine del 2016, ritardando, contemporaneamente, l’attuazione dell’accordo tariffario per il 2012.

Le negoziazioni che la società sta portando avanti con i sindacati riguardano altresì la definizione di una soluzione per tenere aperto e operativo lo stabilimento di Bochum fino al run-out di Zaifra Tourer. Una mossa che permetterebbe alla società di evitare la chiusura delle linee di produzione nella fabbrica, con cessazione che era inizialmente stata fissata per il 2015. In una nota diramata dalla società, Opel ricorda come, valutando la presente congiuntura economica e le previsioni sulla domanda futura, il piano di gestione attuale non prevede l’allocazione di ulteriori prodotti al sito di Bochum.

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Nokia riduce l’organico di 10 mila unità

 Nokia, colosso finlandese della telefonia mobile, ha scelto di ridurre la sua forza lavoro di altre 10 mila persone, andando a raggiungere quota 25 mila unità in soli due anni. Grazie a questa nuova mossa, la società europea dovrebbe poter conseguire ulteriori risparmi per circa 700 milioni di euro per l’anno, elevabili a quota 1,6 miliardi di euro entro la fine del 2013.

Una riduzione, ha dichiarato l’amministratore delegato del gruppo Stephen Elop in una nota diramata alla stampa, che è “conseguenza difficile delle misure che pensiamo di dover prendere per assicurare la competitività a lungo termine di Nokia”.  Il risparmio conseguito nel biennio in corso dalla compagnia finlandese dovrebbe così controbilanciare il costo della ristrutturazione aziendale in corso, valutato intorno a 1,9 miliardi di euro.

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A Concorezzo (Monza-Brianza) torna di moda il baratto

 La crisi economica la stiamo avvertendo un po’ tutti: le famiglie si trovano in situazioni a dir poco disagevoli e il denaro che circola è davvero scarso. Ma gli italiani sanno spesso scovare delle soluzioni alternative, come sta accadendo a Concorezzo, comune della Brianza con quindicimila anime, il quale ha deciso di far tornare in auge l’antico sistema del baratto. Si tratta proprio della celebre operazione di scambio che fa immediatamente pensare a un passato storico molto lontano. L’idea l’hanno avuta i negozianti e i commercianti locali, più precisamente ad Antonio Mandelli, il quale è titolare di uno studio fotografico. In pratica, si evitano i soldi e si provvede a scambiare dei prodotti come accadeva in antichità.

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Censis-Abi: dal 1981 a oggi aumentate le case di proprietà

 Quante cose sono successe dal 1981 ad oggi: in trentuno anni, ad esempio, sono aumentati parecchio gli italiani che possono permettersi di vivere in una casa di proprietà, visto che sono passati dal 64 all’81%. Come si spiega questo incremento di ben diciassette punti percentuali? Anzitutto, bisogna spiegare che si tratta di una elaborazione dei dati raccolti dal Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) e dall’Associazione Bancaria Italiana (Abi) sulla società del nostro paese. Il confronto con il resto del continente europeo mette ancora di più in risalto le cifre in questione, visto che al giorno d’oggi solamente il 46% dei tedeschi e il 61% dei francesi possono vantare lo stesso tipo di abitazione.

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Saab verso vendita a gruppo asiatico

 La svedese Saab parlerà cinese e giapponese: la compagnia auto europea, oramai in consolidate difficoltà, potrebbe essere salvata dalla bancarotta grazie alla vendita ad un gruppo di investimento cinese e giapponese, che potrebbe essere interessato a rilevare il business Saab per poter sviluppare un business intorno alle auto elettriche.

Il gruppo, guidato dalla società di investimento giapponese Sun Investment, e dalla National Modern Energy Holdings (società di Hong Kong specializzata nella realizzazione di impianti energetici ecologici), è pertanto prossimo a formalizzare il passaggio di proprietà della Saab. La notizia era stata anticipata qualche giorno fa dalle solite voci bene informate, che avevano costituito ideale premessa del rumor.

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Enel annuncia la cessione di Endesa Ireland

 Un nuovo accordo consente all’Enel di vendere l’intero capitale relativo a Endesa Ireland: in pratica, si sta facendo riferimento a una delle principali società controllate dell’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica, la spagnola Endesa, la cui divisione irlandese è stata ora ceduta alla scozzese Sse (Scottish and Southern Energy), ma non si tratta comunque di un fulmine a ciel sereno. In effetti, questo piano di dismissioni era stato già messo a punto e annunciato da tempo dalla spa romana. In pratica, il corrispettivo per il capitale in questione è stato quantificato in 270 milioni di euro, una cifra ottenuta grazie a un opportuno meccanismo di aggiustamento al prezzo di chiusura e che tiene anche conto della valutazione di diritti di emissione di anidride carbonica.

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GL Events: brusco calo dei consumi di carburanti nel 2012

 Il mercato dei carburanti italiani è sempre una fonte di discussioni e approfondimenti. L’ultimo riguarda un’analisi che è stata condotta da Gl Events, più precisamente il suo Ufficio Studi: in pratica, si tratta di una struttura di ricerca che è specializzata nel mercato dell’automobile, una continuazione naturale della compagnia che organizza fiere ed eventi. Ebbene, secondo questo studio, i consumi di benzina e gasolio dello scorso mese di gennaio sono stati caratterizzati da un calo deciso, vale a dire 2,3 punti percentuali, salvo poi aumentare nei mesi successivi al 16,6% (febbraio), all’8,7% (marzo), al 14,85 (aprile) e al 9% (maggio). Il riferimento deve andare ai consumi per autotrazione.

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Germania sempre più pessimista

 Nonostante le parvenze di “locomotiva europea”, la Germania si riscopre sempre meno ottimista sul proprio futuro. Alla domanda se si spera che i propri figli, o la prossima generazione, vivrà meglio della precedente, i tedeschi sono infatti tra le popolazioni più pessimiste del vecchio Continente, con risposte affermative limitate al 13 per cento di loro. Una percentuale che è addirittura inferiore a quella dell’Italia, dove a credere che i propri figli avranno una vita migliore sono solamente 15 genitori su 100, e circa la metà della percentuale spagnola, attualmente pari al 27%, a dispetto della grave crisi.

A riportare i dati sono gli analisti della Boston Consulting Groups, secondo cui il 12% della Germania sarebbe una proporzione talmente sorprendente da rendere Berlino e vicinanze tra le zone più pessimiste dell’intero vecchio Continente. L’unico motivo di consolazione della Germania è che la vicina Francia non è da meglio, visto e considerato che la percentuale di chi ritiene di essere d’accordo con l’affermazione di cui sopra è ferma al 12%, come i tedeschi.

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