Previsione profitti di Adobe in calo

 Adobe Systems Inc., uno dei principali produttori di software al mondo, ha pubblicato le nuove stime sugli utili trimestrali. Stime che non sono piaciute alla comunità finanziaria (che attendeva numeri ben diversi), e che ha pertanto risposto penalizzando le quotazioni dei titoli azionari durante gli scambi sui mercati regolamentati. Ma vediamo nel dettaglio quali stime sono state espresse da Adobe, e cosa era invece atteso dagli analisti.

Gli utili del terzo trimestre fiscale dell’anno – dichiara Adobe, con sede a San Jose (California) – dovrebbero giungere intorno alla quota di 56 – 61 centesimi per azione. Una previsione che riflette la debolezza della domanda europea, e che si colloca mediamente al di sotto delle stime dei principali analisti internazionali, che invece affermavano auspici di “almeno” 61 centesimi per azione. Complessivamente, le vendite del trimestre che (per il bilancio Adobe) terminerà ad agosto, si aggireranno tra un minimo di 1,08 miliardi di dollari e un massimo di 1,13 miliardi di dollari, al di sotto di 1,14 miliardi di dollari stimati.

Con l’incremento della propria offerta, e la speranza di diversificare il proprio fatturato, Adobe sta cercando di rendere più sostenibile la crescita dei propri ricavi, fronteggiando il declino di alcuni business che nel recente passato avevano conferito maggior supporto allo sviluppo societario.

ADOBE, PREVISIONI MIGLIORI DELLE ATTESE DEGLI ANALISTI

La nuova strategia della società è tuttavia interpretata come un serio rischio dai più importanti analisti di mercato, che definiscono “un anno di transizione” l’esercizio fiscale che la società californiana sta attraversando, replicando le considerazioni del chief financial officer Mark Garrett, che in una recente intervista si era espresso in tal modo nei confronti dell’attuale contesto.

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Gli introiti netti del secondo trimestre fiscale dell’anno sono diminuiti di 2,4 punti percentuali a 223,9 milioni di dollari, o 45 centesimi per azione, contro i 229,4 milioni di dollari, o 45 centesimi per azione, di un anno fa. Le vendite sono invece cresciute di 9,8 punti percentuali a 1,12 miliardi di dollari, contro precedenti 1,02 miliardi.

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