Telecom Italia si consola con i successi di Tim Brasil

 C’è almeno un elemento che può far tornare il sorriso ai vertici di Telecom Italia, alle prese con un andamento azionario non brillantissimo e con una revisione al ribasso dei propri dividendi: questo elemento risponde al nome di Tim Brasil, la controllata del gruppo che è presente appunto in Brasile, mercato emergente dalle mille sfaccettature e promesse. L’azienda carioca è stata infatti in grado di registrare una crescita piuttosto netta nel corso del mese di dicembre. Volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che i nuovi clienti che possono essere vantati ammontano a 2,6 milioni di unità, mentre la quota complessiva di mercato è riuscita a giungere fino a un promettente 26,5%. Il 2011 si è quindi chiuso in maniera positiva per la compagnia in questione, vera e propria dominatrice del proprio settore di riferimento.

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Pil cinese in crescita, ma con delusione

 Pensate che un PIL trimestrale annualizzato pari all’8,9% sia un buon risultato? Forse non per la Cina! E non pensate che sia a causa delle alte aspettative. Martedì è stato diffuso il dato del Prodotto Interno Lordo cinese riferito al quarto trimestre 2011. Il dato (8,9%) risulta inferiore rispetto al tasso del 9,1% che abbiamo visto nel terzo trimestre, ma è ancora superiore alla crescita dell’8,7% che gli operatori di mercato si aspettavano.

Data la situazione dell’economia globale, con i paesi alle prese con la crisi del debito sovrano e la possibilità di recessioni double dip, si potrebbe pensare che la Cina aveva motivo di essere soddisfatta dei risultati e della sua crescita. Ma i funzionari cinesi sembrano, al contrario, esserne delusi. Perché?

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Immobiliare.it aggiorna la propensione all’acquisto degli italiani

 Il portale Immobiliare.it ha condotto una interessante ricerca per capire quali sono le intenzioni degli italiani in tema di real estate e dei possibili acquisti di abitazioni in un momento economico così particolare: l’analisi in questione ha riservato dei risultati interessanti, mettendo in luce come la percentuale di coloro che pensano che il momento più adatto per un investimento di questo tipo sia proprio quello attuale sia sostanzialmente stabile. Gli ultimi mesi, invece, erano stati caratterizzati da rallentamenti e cali, tanto che la quota era scesa fino al 54% nel corso dei mesi estivi, mentre il periodo compreso tra ottobre e dicembre dello scorso anno ha confermato il 45% complessivo, stesso risultato che era stato rilevato per il trimestre precedente.

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Impatto finanziario del naufragio Costa

 “Povera Europa. Non purificata ma corrotta dalla sofferenza”, si lamentava una giovane donna sul ponte di una nave da crociera. Nel Film Socialisme, uscito nel 2010, Jean-Luc Godard si interroga sul futuro, riflette sul passato e indaga la decadenza dell’Europa. Trama a parte, alcune delle scene si svolgono su una nave da crociera in viaggio nel Mediterraneo. Proprio la Costa Concordia.

Filiale del numero uno al mondo del settore crocieristico, l’americana Carnival, il gruppo italiano Costa Crociere è leader europeo con quasi 3 milioni di passeggeri l’anno e una flotta di 16 navi. Costa Concordia, naufragata Venerdì in Toscana, di fronte all’isola del Giglio, era un fiore all’occhiello della flotta, con i suoi 17 ponti, le sue quattro piscine, di cui due coperte, i suoi 3.800 passeggeri e i 1.100 membri dell’equipaggio.

Costa ha conosciuto una crescita esponenziale della sua attività negli anni 2000, grazie ad una nuova moda, una nuova passione turistica alimentata da prezzi più bassi e accessibili. Così, il numero di passeggeri trasportati ogni anno sulle navi del gruppo (insieme alle sue controllate tedesche e spagnole) è quasi decuplicato nell’ultimo decennio, passando da 363.000 nel 2000 a 2.890.000 nel 2010.

Allo stesso tempo, il fatturato è quintuplicato, balzando da 572,4 milioni a 2,9 miliardi di euro. Dopo un piano di espansione globale per un importo di 9,6 miliardi di euro, la società dovrebbe lanciare 11 nuove imbarcazioni in tredici anni dalla fine del 2012. Il prossimo colosso della flotta, commissionato la scorsa estate ai cantieri italiani Fincantieri di Marghera, avrà 1.854 cabine in grado di ospitare 4.928 passeggeri e oltre 1.000 membri d’equipaggio, per un costo complessivo di 550 milioni di euro.

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Germania salvatrice dell’Eurozona?

 Il downgrade di S&P pone la Germania nella scomoda posizione di salvatore dell’Eurozona. Oramai, sembra essere la sola in grado di impegnare fondi in caso di peggioramento della crisi. La Germania è il grande vincitore uscente di questa nuova revisione generale dei rating da parte dell’agenzia americana Standard & Poor’s. Unico paese della zona euro a conservare la propria preziosa tripla A con outlook stabile, la Repubblica federale si è vista confermare ufficialmente uno status che, di fatto, aveva già da molto tempo, ovvero quello di locomotiva dell’unione economica e monetaria.

Finanziariamente e politicamente, la posizione e il peso della Germania potrebbero migliorare anche in maniera significativa. Il paese sembra ormai detenere la chiave della fiducia nell’area dell’euro. Questo potrebbe riflettersi sull’alleanza Parigi-Berlino e presto farsi sentire nei negoziati sulla riforma dei trattati, la cui conclusione è prevista per il prossimo marzo.

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Amplifon sceglie la Turchia per ampliare i propri business

 Gli apparecchi acustici della Amplifon potrebbero sbarcare presto in territorio turco: la compagnia milanese, celebre proprio per la sua distribuzione capillare e applicazione di soluzioni uditive, si è da tempo interessata alla nazione anatolica, un interesse che ora è culminato in questa acquisizione molto importante e strategica di una quota del 51% di Maxtone. Si tratta, nello specifico, di un’azienda che opera in Turchia e che è attiva nello stesso settore della Amplifon, un matrimonio di cui già si incominciano a intravedere i lati positivi. Di cosa si tratta esattamente? La spa lombarda avrà in questo modo la possibilità di effettuare un ingresso privilegiato in un’area geografica piuttosto particolare, con pochi presidi, ma comunque ottime possibilità di crescita per quel che riguarda il breve termine; tra l’altro, il paese della mezza luna si sta dimostrando un mercato emergente di primo livello.

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Difficile contesto internazionale per la Svizzera

 Lo scorso 11 gennaio  il Consiglio federale svizzero ha approvato il rapporto sulla politica economica esterna 2011. Il capitolo introduttivo riguarda il bilancio sulla strategia di economia esterna, soprattutto a riguardo alla crisi finanziaria, economica e debitori.

In particolare, viene posto l’accento sulla necessità di migliorare  la competitività dell’economia svizzera e si impegna ad agevolare l’accesso ai mercati esteri. Vengono delineate riforme interne e misure di liberalizzazione autonome nonché i contributi da dare allo sviluppo nei Paesi partner.

Nel capitolo introduttivo il Consiglio federale si prefigge di aggiornare la propria politica economica esterna del 2004. Vengono mantenute le linee di fondo, ma nei prossimi anni il Consiglio federale punta a rafforzare la posizione economica della Svizzera a livello mondiale concentrandosi su tre dimensioni: l’accesso ai mercati esteri e il dispositivo normativo internazionale, la politica del mercato interno nonché il contributo allo sviluppo nei Paesi partner.  Molti sviluppi nell’anno preso in rassegna hanno già portato a progressi in tali ambiti.

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Esportazioni da record per il vino nel 2011

 La Coldiretti potrà intonare a squarciagola la celebre aria della Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni: Viva il vino che è sincero, che ci allegra ogni pensiero. In effetti, non c’è una frase più azzeccata di questo per descrivere il 2011 della famosa bevanda alcolica, un anno che è stato caratterizzato da un vero e proprio record per quel che concerne l’export a livello internazionale. In pratica, come ha appurato la stessa associazione andandosi a basare sulle stime recenti dell’Istat in merito al commercio estero del periodo gennaio-settembre dello scorso anno, il fatturato delle principali aziende del nostro paese è stato pari a ben quattro miliardi di euro, con un incremento importante di quattordici punti percentuali rispetto allo stesso arco temporale dell’anno precedente.

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Ombre cinesi, segnali poco rassicuranti dall’economia

 Nonostante gli elevati tassi di crescita, nemmeno l’economia cinese è stata risparmiata dalla crisi, costringendo le autorità locali a prendere misure che ne stanno mettendo in luce le criticità, a cominciare da un sistema creditizio che privilegia le imprese statali (e i funzionari di partito), lasciando a bocca asciutta proprio quei soggetti, come famiglie e piccole imprese, che in questa fase andrebbero maggiormente sostenuti.

La Banca Popolare della Cina ha reso noti nei giorni scorsi i dati relativi al sistema del credito: nel solo mese di dicemebre i crediti bancari sono cresciuti del 13,92 per cento, passando da 562,2 a 640,5 miliardi di yuan (101 miliardi di dollari). Tali dati rappresentano la conseguenaza della Banca  di ridurre il tasso di riserva dello 0,5 % portandolo al 21 %. I dirigenti cinesi sembrano perciò aver preso la strada dell’emissione di moneta quale strumento di contrasto alle eventuali conseguenze della crisi.

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Commercio elettronico contro la crisi UE

 E’ stato presentato nei giorni scorsi il ‘Libro Verde’ volto alla creazione del mercato unico telematico: l’obiettivo è di giungere nel 2014 al raddoppio del settore.

Tra gli obbiettivi stabiliti nel Libro Verde per l’integrazione europea dei pagamenti telematici vi sono la rimozione delle barriere transnazionali e la creazione di un mercato comune per il web: attraverso tali provvedimenti, si punta a raddoppiare entro il 2015 il volume degli acquisti effettuati via Internet (dall’attuale 3,5 al 7 per cento del totale), raddoppiando allo stesso tempo il PIL prodotto dalla Rete su scala europea.

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