Nel 2011 ricavi e fatturato in aumento per Tod’s

 Tod’s, la celebre spa attiva nel ramo delle calzature e di proprietà della famiglia Della Valle, non può che ricordare con piacere il 2011 appena terminato: in effetti, l’anno in questo è stato caratterizzato da ottimi ricavi per la compagnia di Casette d’Ete, con crescite a doppia cifra e un fatturato consolidato molto vicino ai novecento milioni di euro (13,5 punti percentuali di incremento per la precisione). Il brand marchigiano è riuscito inoltre a ricavare ben 487,6 milioni di euro, una cifra senz’altro positiva, soprattutto se si tiene conto del fatto che l’aumento rispetto a un anno prima è stato pari al 20%. Notizie contrastanti, invece, sono giunte dai due marchi del gruppo, vale a dire Hogan (+4,7%) e Fay (-2%), una flessione quest’ultima che è stata giustificata e motivata con le vendite che sono state influenzate dalla politica selettiva di distribuzione.

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Assosim certifica il calo del mercato mobiliare nel 2011

 Un calo superiore ai cinque punti percentuali: Assosim, la società che rappresenta gli intermediari mobiliari del nostro paese, ha messo in luce questo ribasso del 5,15% nel corso del 2011, un dato che si riferisce al volume totale di scambi del settore e che è stato confrontato con quello dell’anno precedente. Il rapporto dell’ente, inoltre, è molto utile perché consente di comprendere quali sono stati i trend nei segmenti di riferimento di Borsa Italiana e presso l’EuroTlx, il mercato di riferimento per i titoli obbligazionari di tipo retail. Volendo essere ancora più precisi, poi, l’importo effettivo di questi stessi scambi è stato pari a 709 miliardi di euro.

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Luxottica, buona crescita del fatturato nel quarto trimestre 2011

 Luxottica non può che fregarsi le mani per i risultati che sono stati registrati nel corso dell’ultimo trimestre del 2011: il periodo compreso tra gli scorsi mesi di ottobre e dicembre, infatti, ha messo in luce una buona crescita per il gruppo in questione, celebre per la sua produzione e commercializzazione di occhiali. In particolare, le aree geografiche in cui la società è presente hanno riservato ottime sorprese, sia per quel che concerne il fatturato totale sia per il portafoglio ordini. Che cosa c’è da sottolineare nello specifico?

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La Grecia fa tremare il Portogallo

 Un altro fine settimana …. e siamo ancora in attesa di un risultato in Grecia. I negoziatori-capo dell’Institute of International Finance (IIF) hanno lasciato il paese e ancora non si è sentito nulla che, almeno lontanamente, sembri risuonare come un affare concluso.

I detentori privati ​​di debito greco hanno fatto la loro offerta “massima” circa le perdite che sono disposti ad accettare, secondo quanto riferito da coloro che stanno coducendo le trattative, lasciando intendere che ogni richiesta ulteriore potrebbe uccidere un accordo “volontario” e innescare un default.

Charles Dallara, direttore dell’Institute of International Finance, ha detto in un’intervista di essere “molto speranzoso e fiducioso” che le due parti possano raggiungere un accordo che impedirebbe un vero e proprio default della Grecia, quando un bond del valore di 14,4 miliardi di euro giungerà a scadenza nel mese di Marzo.

Dovremo solo aspettare e vedere. Ci sono molte incognite sul fatto che l’accordo iniziale possa essere realmente siglato e che questo potrà ritenersi sufficiente. Le voci di un haircut del 65-70% sono corrette? Gli hedge fund bloccheranno tale posizione? La Grecia dovrà applicare in modo retrospettivo una clausola di azione collettiva per ottenere un alto tasso di partecipazione? E i CDS ? E la BCE? Il resto dell’UE concorderà o ci sarà qualche azione legale?

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Petroplus si prepara al fallimento

 Petroplus, il più grande raffinatore indipendente d’Europa, si prepara al fallimento. Il gruppo, la cui sede è in Svizzera, ha annunciato la moratoria concordataria sia per la divisione nazionale che per le filiali all’estero, a causa dell’esito negativo delle trattative condotte con i suoi creditori.

L’azienda, vittima del crollo dei margini di raffinazione e dell’elevato carico di debito risultante dal suo modello di business (apporto di capitali da parte di società di private equity), è stata costretta, nelle ultime settimane, a condurre serrate trattative con gli istituti di credito dopo la negazione, da parte di questi ultimi, della concessione di una linea di credito, nel mese di dicembre.

Una situazione che equivale a “una situazione di default” per 1,75 miliardi dollari (1,3 miliardi di euro) di debito che ha accumulato la società.”Abbiamo lavorato duramente per evitare questo esito, ma non siamo assolutamente in grado di giungere ad un accordo con i nostri finanziatori per risolvere questi problemi” data la difficoltà di accesso al credito in Europa, e la situazione dei mercati della raffinazione, ha affermato l’amministratore delegato di petroplus,  Jean-Paul Vettier,  in una dichiarazione.

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Facebook come una Banca centrale?

 Il nome di Mark Zuckerberg, il ventisettenne fondatore di Facebook,  non viene certo associato a quello di  Ben Bernanke, 58 anni, capo della Federal Reserve (FED). Ma i primi passi di Facebook nel business della creazione di moneta, stanno andando così bene che un confronto con la banca centrale, e quindi tra i due rispettivi boss, diventa allettante.

Tutto è iniziato nel 2009, con il lancio sperimentale del sistema dei Facebook Credits, pubblicizzato come “il modo semplice e sicuro per comprare le cose su Facebook”. Inizialmente tutto si limitava a piccolezze del mondo virtuale. I crediti potevano essere spesi per comprare lingotti d’oro immaginari per gli appassionati di Mafia Wars, o mazzi di fiori virtuali per messaggi di compleanno da recapitare agli amici di Facebook. Una innovativa forma di moneta digitale, anche piuttosto veloce e carina, ma sostanzialmente inutile per le attività tradizionali.

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Ubi Banca nomina i nuovi direttori generali delle sue controllate

 Ubi Banca dà il via alla propria riorganizzazione interna e lo fa comunicando i nomi dei nuovi direttori generali: il gruppo bergamasco ha infatti reso noto che questi ruoli verranno ricoperti a partire dal prossimo 1° febbraio, con una distinzione relativa ai vari istituti di credito che fanno capo al gruppo in questione. Nel dettaglio, Roberto Tonizzo sarà il nuovo direttore generale del Banco di Brescia, Marco Mandelli della Banca Popolare Commercio e Industria e Riccardo Barbarini della Banca Regionale Europea. Le scelte non sono certamente casuali, ma basate sull’esperienza che è stata maturata finora. In particolare, bisogna sottolineare come Tonizzo possa vantare lo stesso incarico presso la Banca Regionale Europea, mentre Barbarini si è occupato soprattutto dell’area commerciale all’interno dello stesso istituto. Mandelli, invece, proviene direttamente da Centrobanca, la banca d’investimento del gruppo Ubi.

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Ottimi ordini per Ansaldo in Turchia e negli Emirati Arabi

 Non sono certo pochi 102 milioni di euro in ordini: questa stima si riferisce ad Ansaldo Sts, la spa genovese che si occupa di trasporti ferroviari e metropolitani, la quale ha potuto beneficiare di un buon numero di ordinativi provenienti dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Turchia. Che cosa è riuscita a perfezionare in Asia e in Medio Oriente la compagnia che fa parte del vasto universo Finmeccanica? Nello specifico, la nazione anatolica ha riservato un’intesa piuttosto importante con la joint venture composta da Salini e Gc FKolin; nel dettaglio, l’accordo ha riguardato alcuni sistemi di segnalamento e di automazione relativa alla linea ad alta velocità che collega due delle principali città turche, vale a dire Ankara e Istanbul.

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General Motors torna in pole position

 A Cesare quel che è di Cesare. General Motors (GM) è tornata ad essere un leader mondiale nel settore automobilistico. Un titolo di cui il produttore americano è stato detentore per 76 anni, prima di perderlo nel 2008. A Detroit, sede di GM, sembra che  le cose stiano finalmente tornando alla normalità.

Data per morta nel 2009, la Fenice rinasce dunque dalle sue ceneri grazie alla protezione del Capitolo 11, la legge fallimentare statunitense, una sorta di lavagna magica che permette di cancellare gli errori del passato. Meglio di una revisione a 10000 km, un modo per azzerare i contatori (a colpi di tagli di posti di lavoro e stabilimenti e grazie ad una iniezione di 50 miliardi di dollari da parte del Tesoro americano. General Motors ha inoltre rimosso diversi marchi come Pontiac, Saturn, Hummer, Saab).

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La Cina sopravviverebbe a un’apocalisse economica?

 L’economia globale è costretta ad affrontare diversi venti contrari. Stiamo assistendo ad una sorta di selezione naturale, in cui gli individui più deboli, cioè quelli che, per le loro caratteristiche sono meno adatti a sopravvivere in determinate condizioni ambientali, sono destinati a soccombere. In questa lotta per la sopravvivenza, la Cina giocherebbe  il ruolo del “più forte”, e quindi di colui che è destinato alla vittoria. Quali sono gli strumenti che la terra del Dragone potrebbe utilizzare in caso di apocalisse economica?

1. Per darvi un’idea di quanti soldi la Cina abbia sparsi qua e là, basti ricordare che il governo di Pechino è stato in grado di rilasciare 1.200 miliardi di yuan in depositi fiscali nel mese di dicembre dello scorso anno al fine di aumentare la liquidità. Questa iniezione ha permesso alle banche cinesi di estendere ulteriori prestiti, da 562,2 miliardi di yuan nel mese di novembre a 640,5 miliardi di yuan nel mese di dicembre.

2. Uno dei motivi che potrebbero spiegare una tale prontezza a rilasciare così tanto denaro, è che il governo cinese si aspetta di ricevere un record di gettito fiscale, pari a 10 miliardi di yuan per il 2011. Questo significa che potrebbe avere ancora spazio per un altro rilascio di depositi fiscali! In contrasto con le nazioni occidentali che stanno riscontrando significative difficoltà a ridurre i propri deficit, la Cina ha denaro sufficiente nelle proprie tasche, in grado di proteggerla da una potenziale crisi di liquidità potenziale.

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