Rotta verso la “D”… di Default. L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha declassato la Grecia al livello “selective default” (SD) … La decisione dell’agenzia americana era attesa nella misura in cui S&P aveva in passato indicato che avrebbe portato la valutazione a SD non appena la Grecia avesse dato attuazione all’accordo con i creditori privati, per la svalutazione del debito. L’annuncio del downgrade della Grecia, avvenuto Lunedì dopo la chiusura di Wall Street da parte dell’agenzia, ha tuttavia avuto poco effetto sul mercato dei cambi. Con una ristrutturazione del debito e la partecipazione del settore privato, era inevitabile: tutti se lo aspettavano.
Il sistema bancario cinese, una minaccia per l’economia mondiale
Il sistema bancario cinese è una minaccia reale, ma sottovalutata, per l’economia asiatica e, conseguentemente, per la crescita globale. Esso presenta alcune peculiarità: la prima risiede nel suo rapporto con la politica, la seconda è legata al livello molto elevato di prestiti non performing e, infine, il forte coinvolgimento nel finanziamento della bolla immobiliare, gonfiatasi negli ultimi anni.
Le quattro maggiori banche della Cina sono nelle mani della politica locale. La nomina dei principali dirigenti e la strategia di sviluppo sono controllate dal Partito Comunista. Il forte coinvolgimento delle autorità politiche nella conduzione degli affari finanziari in Cina spiega alcune decisioni, che si pongono in contrasto con le pratiche di prudenza necessarie per il settore finanziario.
Confagricoltura lancia l’allarme sul caro gasolio
Gli allarmi accorati lanciati dal settore primario del nostro paese stanno diventando purtroppo una preoccupante costante negli ultimi tempi: l’ultimo è stato quello di Confagricoltura, la quale ha voluto porre l’accento sui timori legati al caro-carburanti, quello che rischia di diventare una emergenza più che grave per le campagne italiane, una situazione davvero poco sostenibile nel breve termine, oltre che un danno evidente per le aziende del comparto in questione, per le coltivazioni e per tutti gli allevamenti. Il riferimento della confederazione è andato ai nuovi rincari e ai record che sono stati registrati per quel che concerne i prezzi dei vari carburanti, con i due euro al litro per la benzina verde (ma non solo) che si avvicinano in maniera minacciosa. I carburanti sono fondamentali ovviamente anche per l’agricoltura, soprattutto se si pensa che sono utili per il riscaldamento delle serre e delle stalle, in particolare in questi mesi invernali così rigidi, forse in maniera inattesa.
Tecnocasa: valori bassi per capannoni e laboratori nel 2011
Il primo semestre dello scorso anno è stato caratterizzato da valori piuttosto bassi per quel che concerne il settore immobiliare di tipo non residenziale: questa constatazione deriva dall’ultima analisi che è stata condotta dal gruppo Tecnocasa, il quale ha focalizzato ovviamente la sua attenzione su negozi, uffici, laboratori e anche capannoni. Un discorso a parte lo meritano proprio questi ultimi, i capannoni. Nel dettaglio, i prezzi in questione sono calati nel periodo preso in esame di 0,3 punti percentuali per quel che concerne le tipologie usate e di 0,4 punti in relazione alle categorie sottoposte a nuova costruzione. Lo stesso discorso vale per le locazioni, con un picco preoccupante (-1,6%) registrato dalle stesse tipologie usate.
Il firewall per l’Europa, un bazooka anti-crisi
I leader delle finanze del G20, riunitisi a Città del Messico questo fine settimana, stanno cercando di raccimolare massicce risorse a livello internazionale, ed entro la fine di aprile, al fine di convincere i mercati finanziari della capacità di impedire che i profondi problemi profondi della zona euro possano infliggere più danni su una (ancora fragile) ripresa mondiale.
Gli sforzi che si stanno compiendo potrebbero rivelarsi i più audaci dal 2008, quando il G20 riuscì a raccogliere 1.000 miliardi di dollari per salvare l’economia mondiale dalla crisi del credito, che esplose negli Stati Uniti causando la peggiore recessione dal 1930.
Petrolio: utilizzare le riserve strategiche?
Gli Stati Uniti non hanno apertamente fatto appello ai paesi membri del G20 perché attingano alle riserve strategiche di petrolio, secondo quanto si è appreso dai leader del G20 i cui ministri delle finanze e banchieri centrali si sono riuniti questo fine settimana a Città del Messico. Ma gli USA ritengono che l’impennata dei prezzi dell’oro nero, alimentata dalle tensioni tra Iran e Occidente attorno alle ambizioni della repubblica islamica e al controverso programma nucleare, rappresenti un serio rischio per l’economia globale.
Lo stesso Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha voluto mettere in guardia contro tale minaccia. Le nuove sanzioni che si annunciano contro l’Iran, provenienti dagli Stati Uniti e dall’Unione europea hanno già costretto alcuni paesi a ridurre i propri acquisti di petrolio iraniano.
Volkswagen, numeri record
Il gruppo automobilistico tedesco Volkswagen, leader europeo e nuovo numero due al mondo, lo scroso anno ha più che raddoppiato l’utile netto, polverizzando tutti i record: il gigante di Wolfsburg ha infatti annunciato Venerdì da aver conseguito 15,4 miliardi di euro nel 2011, contro i 6,8 miliardi registrati un anno prima. Con un tale profitto, un record nella storia del settore automobilistico secondo i media, VW batte il numero uno, l’americana General Motors, che a sua volta ha registrato il suo miglior profitto in più di 100 anni di esistenza: 7,6 miliardi di dollari del 2011.
I risultati della casa automobilistica tedesca si pongono in controtendenza rispetto a quelli di alcuni omologhi europei, come la francese PSA Peugeot Citroen, il cui utile netto si è dimezzato, portandosi lo scorso anno a 588 milioni di euro, o la tedesca Opel, tallone d’Achille di GM, che ha pubblicato perdite spaventose per il 2011.
Le vendite di Volkswagen hanno superato quelle del gruppo giapponese Toyota, ma si pongono ancora alle spalle del numero uno al mondo dell’automobile, General Motors: in crescita del 17% in Cina, del 23% negli Stati Uniti, e del 75% in Russia, dove il produttore si è appena trasferito. Anche in Francia la quota di mercato è passata dall’11,2% al 12,8%. Il gruppo Volkswagen, che comprende Audi, Seat e Skoda, e dalla fine del 2011 il produttore di camion MAN, ha superato 8,3 milioni di veicoli l’anno scorso, registrando una crescita del 14,7% su un anno. Questa è la prima volta che il gruppo oltrepassa la soglia degli 8 milioni di unità vendute.
Nei money transfer prolifera la criminalità organizzata
L’evasione e il riciclo del denaro sono due realtà fin troppo presenti nel nostro paese: la lotta a questi fenomeni è stata a dir poco nulla finora, grazie soprattutto a degli intermediari che hanno chiuso entrambi gli occhi e a stratagemmi volti a superare le norme di contrasto, come ad esempio il celebre pagamento in forma frazionata. Di conseguenza, esercizi commerciali come i money transfer hanno rappresentato nel corso degli ultimi anni un terreno più che fertile per la criminalità organizzata. La Commissione Parlamentare Antimafia ha calcolato alcuni dati e ovviamente non c’è molto da essere allegri da questo punto di vista. In effetti, il trasferimento di denaro ha consentito di realizzare un volume di affari davvero ingente, con addirittura 150 miliardi di euro di fatturato, un business di non poco conto.
Il punto di Mario Draghi (BCE) sulla crisi
Il Presidente della BCE non usa mezzi termini e ricorre a toni piuttosto perentorei quando si rivolge ai paesi europei indebitati. In un’intervista pubblicata dal Wall Street Journal, Mario Draghi ritiene che non vi sia alternativa alla realizzazione di rigorosi piani di austerità, e avverte che i sistemi sociali del vecchio continente sono diventati obsoleti.
Mentre infuria il dibattito su come evitare la recessione nell’Eurozona, riducendo i disavanzi pubblici, Mario Draghi ha stimato che solo attraverso l’implementazione di profonde riforme strutturali l’Europa potrà uscire dall’attuale congiuntura. Il banchiere centrale esclude che alcuni Paesi d’Europa possano fare marcia indietro sugli obiettivi di riduzione del loro debito, in quanto ciò provocherebbe una “reazione immediata da parte dei mercati (e) spingerebbe i differenziali dei tassi di interesse al rialzo”. Tale affermazione sembra essere una risposta alle voci in circolazione, secondo cui la Spagna vorrebbe derogare agli impegni precedentemente assunti.
Crédit Agricole in profondo rosso
Per la prima volta nella sua storia, Crédit Agricole SA ha chiuso l’esercizio 2011 in rosso. Una maxi-perdita di 1,47 miliardi di euro dovuta ad un doppio sforzo: da una parte il tentativo di bilanciare la crisi greca e, dall’altro, l’adattamento al nuovo mondo delle banche. Come i suoi concorrenti Société Générale e BNP Paribas, la banca aveva annunciato a metà dicembre un piano di adattamento per rassicurare i mercati sulla propria solidità finanziaria, impegnandosi a ridurre il debito di 50 miliardi di euro e a tagliare 2.350 posti prima della fine del 2012.
Anche se Crédit Agricole SA, che ha pubblicato Giovedì i suoi risultati per l’esercizio 2011 aveva previsto, dalla metà dicembre, che i conti sarebbero stati in rosso, la notizia ha sorpreso i mercati. Si tratta infatti della prima perdita dalla sua IPO, avvenuta nel 2001. Nei primi nove mesi del 2011, i risultati erano ancora positivi per 1,6 miliardi di euro.