Facile&Sicuro, la nuova cultura della moneta elettronica

 Si chiama “Facile&Sicuro” il nuovo progetto concretizzato da due tra le più celebri associazioni dei consumatori, l’Adiconsum e il Movimento Difesa del Cittadino: si tratta di un piano che fa parte di una iniziativa ancora più grande, il Noi&Unicredit della banca di Piazza Cordusio, e che prevede la diffusione della cultura della moneta elettronica. Inoltre, un altro obiettivo che le due associazioni vogliono perseguire è quello di comprendere meglio i motivi per i quali gli italiani stentano ancora da questo punto di vista. In effetti, nel 2010 il nostro paese è risultato ben al di sotto della media del Vecchio Continente per quel che concerne l’utilizzo di pagamenti elettronici (bancomat e carte di credito in primis), con soltanto venticinque transazioni a testa (i cittadini europei ne vantano invece cinquantasette). La stessa Unicredit ha provveduto a stilare l’elenco dei motivi per i quali gli italiani non usano in modo così frequente le carte di pagamento.

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Nokia in rosso, ma spera con Lumia

 E’ toccato a Nokia pubblicare i risultati finanziari per il quarto trimestre: un anno tra perdite operative e vendite che superano le aspettative.

Nokia, il numero uno al mondo dei telefoni cellulari, è caduto pesantemente in rosso nel 2011, registrando una perdita netta di 1,2 miliardi di euro nel 2011 di cui 1,07 miliardi solo nel quarto trimestre, secondo la relazione finanziaria rilasciata Giovedì.
Nel 2010, Nokia aveva concluso con un utile netto di 1,8 miliardi di euro, 745 milioni dei quali nel quarto trimestre. In un anno, il fatturato di Nokia è crollato del 9%, a 38,6 miliardi e una flessione del 21%, a 10 miliardi, nel quarto trimestre del 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010.

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La Cina e gli investitori stranieri

 Sembra che gli investitori non siano gli unici preoccupati per il rallentamento della crescita economica della Cina. Anche se un dato trimestrale dell’8,9% non può essere considerata una “brutta notizia”, almeno per la maggior delle economie più importanti, il risultato non sembra essere abbastanza soddisfacente per la stessa Cina. Ma il governo cinese vuole accrescere la fiducia nel mercato nazionale, tanto che ha anche allentato le politiche che limitano l’acquisto di beni cinesi da parte degli stranieri.

Lo scorso dicembre, la China Securities Regulatory Commission (CSRC) ha concesso 14 licenze Qualified Foreign Institutional Investors (QFII). Le istituzioni con licenze QFII sono le uniche entità straniere (ad esempio le banche) cui è consentito comprare o vendere titoli denominati in yuan o investire nei mercati azionari cinesi.

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Assosim certifica il calo del mercato mobiliare nel 2011

 Un calo superiore ai cinque punti percentuali: Assosim, la società che rappresenta gli intermediari mobiliari del nostro paese, ha messo in luce questo ribasso del 5,15% nel corso del 2011, un dato che si riferisce al volume totale di scambi del settore e che è stato confrontato con quello dell’anno precedente. Il rapporto dell’ente, inoltre, è molto utile perché consente di comprendere quali sono stati i trend nei segmenti di riferimento di Borsa Italiana e presso l’EuroTlx, il mercato di riferimento per i titoli obbligazionari di tipo retail. Volendo essere ancora più precisi, poi, l’importo effettivo di questi stessi scambi è stato pari a 709 miliardi di euro.

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Petroplus si prepara al fallimento

 Petroplus, il più grande raffinatore indipendente d’Europa, si prepara al fallimento. Il gruppo, la cui sede è in Svizzera, ha annunciato la moratoria concordataria sia per la divisione nazionale che per le filiali all’estero, a causa dell’esito negativo delle trattative condotte con i suoi creditori.

L’azienda, vittima del crollo dei margini di raffinazione e dell’elevato carico di debito risultante dal suo modello di business (apporto di capitali da parte di società di private equity), è stata costretta, nelle ultime settimane, a condurre serrate trattative con gli istituti di credito dopo la negazione, da parte di questi ultimi, della concessione di una linea di credito, nel mese di dicembre.

Una situazione che equivale a “una situazione di default” per 1,75 miliardi dollari (1,3 miliardi di euro) di debito che ha accumulato la società.”Abbiamo lavorato duramente per evitare questo esito, ma non siamo assolutamente in grado di giungere ad un accordo con i nostri finanziatori per risolvere questi problemi” data la difficoltà di accesso al credito in Europa, e la situazione dei mercati della raffinazione, ha affermato l’amministratore delegato di petroplus,  Jean-Paul Vettier,  in una dichiarazione.

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Facebook come una Banca centrale?

 Il nome di Mark Zuckerberg, il ventisettenne fondatore di Facebook,  non viene certo associato a quello di  Ben Bernanke, 58 anni, capo della Federal Reserve (FED). Ma i primi passi di Facebook nel business della creazione di moneta, stanno andando così bene che un confronto con la banca centrale, e quindi tra i due rispettivi boss, diventa allettante.

Tutto è iniziato nel 2009, con il lancio sperimentale del sistema dei Facebook Credits, pubblicizzato come “il modo semplice e sicuro per comprare le cose su Facebook”. Inizialmente tutto si limitava a piccolezze del mondo virtuale. I crediti potevano essere spesi per comprare lingotti d’oro immaginari per gli appassionati di Mafia Wars, o mazzi di fiori virtuali per messaggi di compleanno da recapitare agli amici di Facebook. Una innovativa forma di moneta digitale, anche piuttosto veloce e carina, ma sostanzialmente inutile per le attività tradizionali.

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Impatto del credit rating sul forex trading

 Le agenzie di rating sono semplicemente aziende che forniscono stime oggettive sulla capacità di un emittente di debito (es. banche, aziende, governi) di adempiere alle proprie obbligazioni. Oggi siamo abituati a vedere queste valutazioni espresse in lettere come AAA, BB +, o D. Numerosi e importanti “giocatori” nel settore del rating hanno iniziato con la pubblicazione di informazioni di base e statistiche su azioni e obbligazioni in diversi settori. Nel corso del tempo, poiché la quantità di informazioni disponibili in circolazione sui mercati cominciò a sopraffare gli investitori individuali e istituzionali, emerse un bisogno di analisi coese e semplificate. Ma chi sono oggi i principali attori del settore di rating?

I loro nomi si conoscono molto bene: si tratta delle tre “big”, le tre agenzie Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings, balzate agli onori della cronaca con la crisi in zona euro. Altre agenzie di rating in erba come DBRS e Egan-Jones stanno bussando alla porta dell “Tre Grandi” dall’ultima crisi finanziaria ma per ora, la maggior parte degli analisti di mercato si basa ancora su questi pezzi grossi del settore per ottenere informazioni sui titoli.
Tali valutazioni sul credito, come influenzano il forex trading?

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Le banche presentano i piani di ricapitalizzazione

 Il vasto piano di ricapitalizzazione delle banche in Europa, in corso da diversi mesi, si concretizza e giunge all’atto finale. Venerdì 20 rappresenta il termine ultimo, imposto a 31 banche europee, per comunicare ai propri regolatori nazionali le misure che intendono adottare per rafforzare la base di capitale e soddisfare i requisiti di solvibilità delle Autorità bancaria europea (EBA).

Il fabbisogno di rafforzamento patrimoniale ha raggiunto € 115.000.000.000, secondo i calcoli dell’EBA. Se alcune banche continuano a considerare la possibilità di raccogliere capitali sui mercati, nonostante livelli di valorizzazione ancora molto depressi, la maggior parte sembra privilegiare altre soluzioni, compresa la riduzione delle dimensioni dei bilanci attraverso la cessione di asset o di titoli in portafoglio.

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Kodak in bancarotta, finisce un’epoca

 Eastman Kodak, pioniere della pellicola fotografica che ha regalato al mondo le prime foto della luna, altresì simbolo del capitalismo americano, ha presentato istanza di fallimento. La società ultracentenaria con sede a Rochester, a nord dello stato di New York, si è affacciata al nuovo millennio ma ha perso il suo appuntamento più importante: quello con il cambiamento tecnologico e il passaggio al digitale. Kodak, che non registra profitti dal 2007, aveva recentemente cercato di ristrutturarsi, adottando una strategia di diversificazione.

La caduta di Kodak, una notizia che non sorprende ma che tocca soprattutto i nostalgici e gli appassionati della macchina fotografica a pellicola, è iniziata negli anni ’80. Kodak non ha saputo cogliere la sfida (e l’opportunità) della svolta digitale. Un ritardo, e un gap, che Kodak non ha mai saputo recuperare e colmare.

Nel concreto, Kodak e le sue controllate statunitensi, cercheranno di beneficiare della protezione del Capitolo 11 della legge sui fallimenti, davanti al tribunale di New York.  Il crollo di Kodak ha già raggiunto la città di Rochester, New York, dove il gruppo ha sede. Al tempo del suo splendore, Kodak contava più di 60.000 persone. Oggi, i dipendenti sono solo poco più di 7000. Dal 2003, 13 stabilimenti e 130 laboratori sono stati rimossi.

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Goldman Sachs, utili in calo ma meglio del previsto

 Come previsto, Goldman Sachs ha accusato nel quarto trimestre del 2011 un netto calo dei profitti. La grande banca d’affari americana, la prima per asset, ha pubblicato Mercoledì un utile netto di 978 milioni dollari, in calo del 56% rispetto all’anno precedente. Ma il calo dei profitti è stato minore rispetto a quanto temuto dagli analisti, che, nelle ultime settimane, avevano rivisto le loro previsioni nettamente al ribasso. L’utile per azione (EPS) risulta in effetti pari a 1,84 dollari, contro un consenso di $ 1,24.

Penalizzata dal contesto e dalle incertezze sui mercati, Goldman Sachs ha registrato una contrazione dei propri ricavi, precipitati a quota 6,05 miliardi, corrispondente ad  una flessione del 30%. Gli investitori stimavano un ammontare pari a 6,4 miliardi. Nel frattempo, la società di Wall Street ha nettamente e drammaticamente ridotto le proprie spese di funzionamento. I redditi dei lavoratori dipendenti sono diminuiti del 21% nel 2011. La retribuzione media è passata da 430.700 dollari annui, a fine 2010, a 367.057 dollari quest’anno. E il numero dei posti di lavoro è stato ridotto di 2400 unità.

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