Inflazione, andamento al 4,2% in Cina

 I dati forniti dalle autorità statistiche cinesi affermano che il Paese asiatico ha raggiunto il minimo degli ultimi 14 mesi per quanto concerne l’andamento incrementante della produzione industriale, cresciuta meno delle previsionid urante il mese di novembre, e ponendo le basi per una pressione più massiva nei confronti del governo, affinchè rilasci sul mercato delle misure di stimolo per una delle economie trainanti lo sviluppo mondiale.

Intanto, i prezzi al consumo variano di 4,2 punti percentuali a novembre, rispetto allo stesso mese dello scorso anno. La produzione cresce invece di 12,4 punti percentuali, per l’avanzamento più contenuto dal mese di agosto 2009 ad oggi, e sotto la media degli analisti locali e internazionali, che sostenevano di poter stimare una crescita della produzione pari a 12,6 punti percentuali. Altri dati, relativi al settore auto, mostrano un aumento delle vendite molto timido rispetto agli ultimi trimestri.

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Zynga giustifica il taglio del prezzo della IPO

 Zynga si è trovata, suo malgrado, a giustificare il forte ribasso della forbice dei prezzi relativi all’offerta pubblica iniziale, pari al 50% della valutazione che la compagine ebbe modo di effettuare nel corso del mese di agosto. La spiegazione di questo ripensamento è riconducibile alle esperienze sulle spalle dei principali concorrenti, che hanno visto i prezzi stabiliti nelle IPO ricondursi su più miti consigli nelle settimane successive alla prima quotazione: uno scenario che ha indotto Zynga a ribilanciarsi su un valore di capitalizzazione presunto più modesto, ma più consolidabile.

Il prezzo di sbarco di Zynga sul mercato regolamentato dovrebbe così aggirarsi tra un minimo di 8,50 dollari e un massimo di 10 dollari per azione, “revisionato sulla base delle recenti performance delle compagnie che hanno completato l’IPO nel corso del 2011” – ricorda Zynga in un comunicato pubblicato pochissimi giorni fa, a margine di ulteriori dettagli del proprio processo di prima quotazione in Borsa.

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Argentina: Hernan Lorenzino è il nuovo ministro delle Finanze

 Hernan Lorenzino è il nuovo ministro dell’Economia dell’Argentina: il suo programma sarà sostanzialmente votato alla continuità con quanto stabilito dal predecessore Amado Boudou, andando a focalizzare l’attenzione soprattutto sulla crescita economica, sui programmi sociali e sulla spesa. In pratica, la nazione sudamericana dovrà affrontare tre fasi per raggiungere gli obiettivi più ambiziosi, vale a dire la crescita, l’occupazione e l’inclusione sociale. La conferma del presidente Cristina Kirchner consente di implementare i programmi stabiliti in questi ultimi anni, quindi da Lorenzino si attendono decisioni importanti in merito alla riduzione del debito interno, alla creazione di nuovi posti di lavoro, cercando sempre di mantenere piuttosto solido il commercio e i surplus primari.

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Texas Instruments, previsioni al di sotto delle stime degli analisti

 Proseguono le difficoltà per la Texas Instruments, uno dei leader americani nella realizzazione di microchip: la società ha infatti affermato i propri dati previsioni sull’andamento delle vendite, comunicando una stima del fatturato che è ben al di sotto delle previsioni dei principali analisti locali, e che è supportata da una futura domanda calante per i prodotti che costituiscono il core business della compagine societaria.

In virtù di quanto sopra, Texas Instruments ha affermato di attendersi ricavi da vendite e da prestazioni compresi tra 3,19 miliardi di dollari e 3,33 miliardi di dollari, contro una media delle previsioni dei principali analisti che invece dava il fatturato complessivo dell’azienda intorno alla quota dei 3,41 miliardi di dollari.

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Per il Canada un 2012 a bassa crescita economica

 Il ministro delle Finanze canadesi Jim Flaherty non ha usato mezzi termini per descrivere il futuro economico che attende la nazione nordamericana: in effetti, gli ultimi dati hanno messo in luce una crescita economica che nel 2012 dovrebbe essere piuttosto modesta, con il prodotto interno lordo che è destinato invece a crescere, anche se non a ritmi vertiginosi (per la precisione poco al di sopra dei due punti percentuali). Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che il ministro si è rivolto ai giornalisti nel corso di un meeting che ha preceduto le consultazioni sul budget del paese e che va a coinvolgere i principali leader economici. La situazione è piuttosto ambigua, con il Canada che è stata capace di non rallentare troppo il proprio ritmo di crescita, nonostante la crisi europea del debito abbia cominciato a farsi sentire in tutta la sua potenza in altre regioni del mondo.

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LivingSocial valutata intorno ai 6 miliardi di dollari

 LivingSocial.com, uno dei più noti operatori nel settore couponing online (e principale competitor di Groupon), avrebbe ricevuto un’iniezione di denaro di circa 400 milioni di dollari, che porterebbe la compagnia a essere valutata ben 6 miliardi di dollari. La notizia non ha ancora i caratteri dell’ufficialità, ma la stampa americana riporta l’indiscrezione attribuendola a una fonte “molto vicina” ai vertici societari.

La partecipazione di 400 milioni di dollari giungerebbe inoltre dopo un’altra vendita del proprio capitale, per 176 milioni di dollari, formalizzata mediante un comunicato della LivingSocial alle authorities di mercato. La nuova iniezione di denaro sarà invece il risultato di un mix tra contante e attività finanziarie di varia natura, e proverrebbe in parte da persone già interne alla compagine societaria, e in parte da nuovi investitori.

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Nessuna crisi economica per Le Bon Marché

 Quando si parla di Le Bon Marché non si può non pensare al lusso per eccellenza per quel che riguarda gli esercizi commerciali presenti in territorio francese: ebbene, nonostante i prezzi spesso proibitivi, il grande magazzino di Parigi non riesce a conoscere la parola crisi, tanto che si sta addirittura pensando di rinnovarlo per potenziarne le dimensioni, come è stato deciso di recente dalla società madre, la Louis Vuitton Moët Hennessy (Lvmh). Il gruppo è pronto a spendere vari milioni di euro in questo progetto, con i cantieri che saranno avviati nel corso del prossimo anno e che termineranno soltanto nel 2017. Il marchio storico dello shopping transalpino (la sua fondazione risale addirittura al 1852) deve il suo successo proprio ai prodotti ricercatissimi e per veri intenditori, anche se la sua nascita era stata dettata proprio dalla volontà di mettere a disposizione merce a buon mercato (da qui la sua denominazione).

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Citigroup taglia 4.500 posti di lavoro

 Citigroup, per il tramite del proprio amministratore delegato Virkam Pandit, ha affermato che tagli era circa 4.500 posti di lavoro nel corso dei prossimi trimestri. L’obiettivo è chiaramente quello di ridurre le spese contraendo il costo del lavoro dipendente, contrastando in tal modo la flessione dei ricavi d’esercizi, diminuiti a causa di condizioni di mercato “mai riscontrate” nel corso degli anni, con difficoltà che non sono mai state precedentemente rilevate da parte dei vertici societari.

“I servizi finanziari stanno affrontando condizioni di incertezza senza precedenti ed estremamente sfidanti” – ha dichiarato Pandit, per poi aggiungere come questo trend influenzerà in maniera molto importante lo scenario competitivo nel corso dei prossimi anni. A tal fine, Pandit ha affermato che la società taglierà le proprie risorse umane a causa della persistenza della crisi del debito sovrano europeo, e bloccherà le politiche di assunzione cercando di avviarle esclusivamente nei lavori “critici”.

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India, passo indietro sulle vendite al dettaglio

 L’India ha affermato di voler sospendere la propria decisione di permettere alle compagnie straniere la vendita diretta sul proprio mercato al dettaglio. Un passo che avevamo definito sostanzialmente rivoluzionario, per il subcontinente, e che avrebbe permesso ad alcuni big internazionali, come Wal-Mart, di poter entrare in uno dei mercati a più elevato tasso di crescita nel comparto, e contemporaneamente all’India di poter attrarre nuovi investimenti esteri, rilanciando ulteriormente il proprio sviluppo economico e produttivo.

La revisione della decisione da parte del governo indiano è stata scaturita dalle vibranti proteste della società e dei partiti di opposizione, che per due settimane hanno dato vita a mobilitazioni molto importanti per evitare che il provvedimento divenisse operativo. Le “barricate” alzate da coloro che hanno contrastato la decisione, hanno fatto sì che le autorità politiche del subcontinente optassero per un più congruo stop del processo che avrebbe consentito l’ingresso delle grandi corporate straniere, in attesa di assumere una nuova decisione in proposito.

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General Motors, vendite in forte crescita in Cina

 General Motors ha dichiarato che le proprie vendite nel mercato cinese, durante il mese di novembre, sono cresciute con il ritmo più veloce degli ultimi dieci mesi. Le vendite nel mercato del più popoloso Paese asiatico si sono infatti sviluppate con un ritmo pari a 20 punti percentuali rispetto a quanto realizzato nello stesso periodo dello scorso anno, per un volume complessivo di unità vendute che ammonta a quota 237.130 veicoli leggeri.

In particolare, le vendite di mini veicoli commerciali e di Sedan sono cresciute di 40 punti percentuali, grazie fondamentalmente a un taglio del prezzo di vendita delle vetture. Il boom di consegne della General Motors va a principale discapito della Ford Motor e della Honda, che invece hanno subito declini commerciali piuttosto significativi, riscontrando un rallentamento piuttosto evidente nella domanda nazionale.

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