San Raffaele diviso tra Coletti e la cordata Ior-Malacalza

 I recenti guai finanziari della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor sono noti a tutti: è proprio per questo motivo che il consiglio di amministrazione della struttura ospedaliera è alla disperata ricerca del miglior offerente per ristrutturare il proprio debito e la situazione generale. La proposta ritenuta per il momento più idonea è quella che è stata avanzata da Giuseppe Rotelli, imprenditore pavese attivo proprio in campo sanitario e che ha già messo sul piatto ben 405 milioni di euro per avere la meglio su altri possibili pretendenti. L’indiscrezione è più che concreta, in quanto è giunta direttamente dal numero due del San Raffaele, Giuseppe Profiti, e da Vittorio Malcalza, membro del consiglio direttivo.

Tra l’altro, bisogna conoscere qualche dettaglio più importante in merito a un’altra cordata che viene vista da molti osservatori come papabile, vale a dire quella composta dalla famiglia Malacalza e dallo Ior (Istituto per le Opere di Religione); non è dato sapere se quest’ultima offerta sia inferiore oppure superiore a quella di Rotelli, ma l’intenzione è proprio quella di aumentare i 250 milioni di euro che sono stati messi a disposizione appena due mesi fa. Si può dunque ben capire come lo stesso Malacalza stia indossando una veste piuttosto scomoda; si tratta, infatti, di uno dei consiglieri più importanti dell’istituto milanese, ma anche di un acquirente che non verrebbe certo disdegnato, come a dire che qualsiasi tipo di opzione è al momento percorribile.

Non vi sono però commenti interni sulla possibile evoluzione dei fatti, non resta che attendere i prossimi giorni. I 405 milioni citati in precedenza sono stati presentati appena quattro giorni fa dalla Velca, la società per azioni che rappresenta appunto Rotelli. L’ammissibilità non coincide con la conclusione dei negoziati, ma comunque è prevista proprio per domani la scadenza per l’allineamento dell’offerta Ior-Malacalza. A parità di offerte, prevarrà proprio quest’ultima, come previsto espressamente dal regolamento dell’ospedale.

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