Goldman Sachs rivede al ribasso le stime del 2012

 Goldman Sachs, una delle principali banche americane per volume di affari, ha tagliato le proprie previsioni di crescita relative al 2012: il motivo è presto detto, il gruppo newyorkese deve fare inevitabilmente i conti con l’andamento alquanto incerto dell’euro nei confronti del dollaro, tanto che ora la valuta comunitaria viene scambiata a 1,45 dollari, mentre le stime precedenti a quella attuale dovevano basarsi su una quotazione di 1,48 dollari complessivi. La nona banca al mondo per quel che riguarda le riserve valutarie si attende inoltre altri scenari piuttosto precisi: in effetti, bisogna anche far fronte ai nuovi scambi commerciali e agli altri rapporti che la moneta verde sta instaurando con le principali divisioni internazionali.

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Monte dei Paschi: a febbraio assemblea ordinaria e straordinaria

 La data prescelta per la prossima assemblea ordinaria della banca Monte dei Paschi di Siena è il prossimo 1° febbraio: si tratterà di un appuntamento fondamentale, visto che l’istituto toscano dovrà deliberare in merito alla specifica composizione del proprio organo amministrativo, oltre che per rinnovare una operazione ormai consueta, vale a dire l’acquisto di azioni proprie. C’è molta carne al fuoco in tal senso e in effetti bisogna fare un po’ d’ordine. Anzitutto, occorre considerare anche i provvedimenti a cui è chiamata a decidere l’assemblea straordinaria, come ad esempio l’aumento gratuito di capitale e la conversione dei titoli azionari di risparmio in azioni ordinarie. La seduta di questa assemblea è prevista per il giorno successivo a quello menzionato in precedenza, quindi il 2 febbraio del 2012.

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Banca Sella rivoluziona gli acquisti con UP Mobile

 Il mobile payment che Banca Sella ha realizzato per gli smartphone merita un approfondimento piuttosto dettagliato: il sistema in questione, infatti, consente di effettuare i propri acquisti direttamente dal cellulare, il tutto nella più completa sicurezza. Uno degli aspetti più significativi e innovativi è rappresentato senza dubbio dall’opportunità di condurre le operazioni semplicemente fotografando i codici QR che si possono trovare nelle vetrine o anche nei volantini con le offerte promozionali. Portafogli e carte di credito non saranno quindi necessari: UP Mobile, questa la denominazione precisa dell’applicazione del gruppo piemontese, viene incontro alle esigenze di tutti coloro che sono in possesso di una carta di credito o di una prepagata (non ha importanza l’istituto di credito di appartenenza) e che hanno intenzione di rendere più sicuri e rapidi i loro pagamenti.

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Cucchiani sarà il nuovo ad di Intesa Sanpaolo?

 La nomina di Corrado Passera al nuovissimo Ministero dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti ha lasciato vacante il prestigioso incarico ricoperto fino a poco tempo fa dal ministro: si tratta del ruolo di amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, non certo una figura professionale semplice da gestire, visto che stiamo parlando di uno dei principali istituti di credito del nostro paese. Le indiscrezioni cominciano già a correre e si configurano dei papabili per una poltrona così importante. Le maggiori preferenze sembrano ora andare nella direzione di Enrico Tomaso Cucchiani, numero uno di Allianz spa nonché uno dei componenti di spicco del consiglio di gestione di questa società assicurativa.

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Fitch mette in preallarme le banche americane

 In una crisi sempre più mondiale, nessuno è al sicuro. Nemmeno gli istituti di credito statunitensi che, secondo quanto ha appena affermato l’agenzia di rating Fitch, sarebbero seriamente e fortemente minacciati dalla crisi in zona euro. Una crisi che potrebbe porre le banche americane “di fronte ad un rischio elevato” di downgrade del proprio rating, ipotesi abbastanza plausibile nella sventurata ipotesi in cui la crisi dell’eurozona dovesse aggravarsi ancora.

L’allarme lanciato da Fitch ha ottenuto i risultati attesi sul fronte azionario. Tutti i principali istituti di credito a stelle e strisce hanno perso rapidamente capitalizzazione, con Morgan Stanley worst performer (- 8 punti percentuali). Particolarmente negative anche le prestazioni di Goldman Sachs (- 4,2 punti percentuali), Citigroup (- 4,1 punti percentuali), JP Morgan Chase e Bank of America (- 3,7 punti percentuali) e Wells Fargo (- 1,4 punti percentuali).

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Northern Rock torna privata

 Uno dei simboli degli inizi della crisi finanziaria britannica è stato la statalizzazione della Northern Rock: l’istituto di credito d’oltre manica, infatti, fu la prima banca salvata dallo Stato, agli albori di criticità internazionali che non si immaginava – nemmeno nelle più tetre e buie previsioni – che potessero rapidamente esplodere nell’attuale drammatico scenario nel quale anche il nostro Paese è stato coinvolto integralmente.

Ebbene, con un rigoroso rispetto della cronologia, la Northern Rock oltre ad essere la prima banca salvata dallo Stato, è ora divenuta la prima banca a ritornare in mani private. Il governo britannico ha infatti appena concluso il capitolo della travagliata storia dell’istituto di credito, consentendo alla Virgin Money del miliardario Richard Branson di poter metter mano sulla banca, e sulle sue filiali da tempo operante nel territorio locale.

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Banco Popolare: diverse opzioni per aumentare il Core Tier 1

 L’utile netto del Banco Popolare nei primi nove mesi di questo anno non è stato certo incoraggiante: il gruppo cooperativo di Verona ha fatto registrare in effetti un ammontare pari a 324 milioni di euro, mentre esattamente 365 giorni fa lo stesso valore era decisamente superiore (467 milioni per la precisione). Bisogna comunque sottolineare che questo dato era stato influenzato nel 2010 dai crediti per imposte anticipate, in riferimento a un altro istituto di credito, Banca Italease. La banca veneta non può invece lamentarsi dei proventi operativi, rimasti sostanzialmente invariati. Per quel che riguarda, poi, il Core Tier 1, vale a dire la componente primaria di capitale, è stata raggiunta quota 6,5%, ma tale percentuale è destinata ad aumentare ancora nel corso dei prossimi mesi. Cosa intende fare, dunque, nell’immediato futuro il Banco Popolare?

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Lloyds, risultati in netto calo

 Sono insufficienti i risultati che il gruppo Lloyds ha dovuto pubblicare negli ultimi giorni. Risultati che hanno deluso una buona parte degli analisti, che hanno visto gli utili ante imposte scendere a quota 644 milioni di sterline, contro risultati dello stesso periodo dello scorso anno pari a 820 milioni di sterline, e con previsioni degli osservatori di Borsa che auspicavano il raggiungimento di un livello pari ad almeno 750 milioni di sterline, evidentemente ben al di sopra di quanto in concreto ottenuto dalla società finanziaria.

Che il periodo recente non fosse dei migliori, per Lloyds, lo avevano intuito tutti. Quello che ora sembra preoccupare maggiormente, tuttavia, non è il dato consolidato, quanto ciò che potrà accadere in futuro. Un futuro grigio, con le previsioni sull’economia britannica particolarmente deteriorate, che non potrà che portare al ribasso di margini della società, e di tutti gli altri principali competitors di mercato.

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Bnl, dati incoraggianti dal terzo trimestre del 2011

Il terzo trimestre del 2011 è stato davvero foriero di successi per la Banca Nazionale del Lavoro, l’istituto di credito che, come è noto, fa parte del gruppo francese Bnp Paribas: i due elementi che balzano subito agli occhi sono senza dubbio gli impieghi e l’utile lordo, i quali sono risultati entrambi in rialzo, due dati molto incoraggianti. La situazione economica di riferimento è piuttosto complicata, ma questa trimestrale conferma anche che vi sono banche italiane in salute. Entrando maggiormente nel dettaglio di queste stime, c’è da dire che gli stessi impieghi hanno subito una crescita pari a quasi quattro miliardi di euro (3,9 per la precisione), con incremento di ben 5,7 punti percentuali che si è ottenuto attraverso il confronto con lo stesso periodo dello scorso anno.

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Caro affitti: la crisi non fa scendere i prezzi, ma i mutui scendono. Le più care sempre Milano e Roma

 ROMA – Non c’è crisi che tenga: la corsa del caro affitti continua interperrita, nonostante la maggiore offerta di locali. Nell’ arco di dieci anni, dal 1999 ad oggi, i prezzi richiesti per gli affitti sono cresciuti del 130% e del 145% nelle grandi città. Da una ricerca effettuata dalla CGIL e dal SUNIA (Sindacato Nazionale Unitario Inquilini e Assegnatari) su un campione di 10.000 offerte abitative, oggi, chi si appresta a stipulare un contratto di locazione pagherà in media 1.100 euro al mese. Più di un mutuo.
Oltre al canone sono salite anche la domanda e l’ offerta di case in affitto. Aumentano le offerte per tagli piccoli e sopratutto bilocali situati in zone periferiche.

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