L’Antitrust apre un’indagine sugli spot dello yogurt Danaos

 La pubblicità ci martella a tutte le ore del giorno e nemmeno il web può scampare a questa regola non scritta: gli spot che la Danone ha lanciato per parlare del suo yogurt Danaos non sono da meno, ma ora sta intervenendo proprio su di essi l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Che cosa è successo di preciso per arrivare fino all’indagine dell’Antitrust?

L’Unione Nazionale dei Consumatori ha richiesto espressamente l’intervento dell’Authority di Piazza Verdi, motivando il tutto con l’ipotesi di pratiche commerciali scorrette. Destinataria del provvedimento non poteva che essere Danone Italia, divisione nostrana del celebre colosso alimentare francese. Secondo Massimilano Dona, numero uno dell’associazione, non è la prima volta che l’azienda è protagonista di scorrettezze di questo tipo. In effetti, il precedente riguarda il prodotto Danacol, ma ora servono dei chiarimenti sul modo in cui è impostata la pubblicità del Danaos: in effetti, l’acquisto dello yogurt in questione viene suggerito a quei consumatori che hanno necessità di assumere un quantitativo importante di calcio ogni giorno per quel che riguarda l’alimentazione.

Volendo essere più precisi, la scorrettezza sta tutta nel confronto che viene effettuato con altri alimenti che contengono buone quantità di calcio: in effetti, viene sottolineato come formaggi e latte non forniscano il calcio adeguato a determinate abitudini. Parlare in questi termini non è corretto, visto che una dieta deve essere sempre e comunque varia ed equilibrata e non concentrarsi soltanto su prodotti sostitutivi. In aggiunta, l’assunzione del nutriente calcio può avvenire anche in altre maniere e con altri cibi, ma lo spot in questione non ne fa alcuna menzione. Nel caso del Danacol, utile per diminuire il quantitativo di colesterolo, la multa inflitta dall’Agcm fu piuttosto pesante, vale a dire 250mila per la Danone e altri 100mila euro per Unilever, la multinazionale che detiene la proprietà di moltissimi marchi commerciali (la vicenda risale a tre anni fa).

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