I dati forniti dalle autorità statistiche cinesi affermano che il Paese asiatico ha raggiunto il minimo degli ultimi 14 mesi per quanto concerne l’andamento incrementante della produzione industriale, cresciuta meno delle previsionid urante il mese di novembre, e ponendo le basi per una pressione più massiva nei confronti del governo, affinchè rilasci sul mercato delle misure di stimolo per una delle economie trainanti lo sviluppo mondiale.
Intanto, i prezzi al consumo variano di 4,2 punti percentuali a novembre, rispetto allo stesso mese dello scorso anno. La produzione cresce invece di 12,4 punti percentuali, per l’avanzamento più contenuto dal mese di agosto 2009 ad oggi, e sotto la media degli analisti locali e internazionali, che sostenevano di poter stimare una crescita della produzione pari a 12,6 punti percentuali. Altri dati, relativi al settore auto, mostrano un aumento delle vendite molto timido rispetto agli ultimi trimestri.
Alla luce di tali dati, il premier Wen Jiabao dovrà ora rispondere di un andamento non più così brillante delle principali variabili della propria economia. Era tuttavia nell’aria un rallentamento dell’incredibile sviluppo della locomotiva cinese, posta a dura prova da un freno alla crescita del mercato domestico, e da influenze negative che provengono dal vecchio Continente, sempre più alle prese con una crisi storica, non solo limitata all’Eurozona.
Gli analisti commentano che il rallentamento dell’inflazione può essere certamente un elemento positivo nell’economia cinese, ma come occorra altresì concentrarsi maggiormente sulle sue determinanti, in questo caso rappresentate da una decelerazione dei consumi.
Per quanto concerne infine gli altri monitoraggi statistici, i prezzi alla produzione sono cresciuti di 2,7 punti percentuali (per il livello più basso degli ultimi due anni), mentre le vendite al dettaglio sono cresciute di 17,3 punti percentuali. Gli investimenti in asset immobiliari (escluse le aree rurali) sono cresciuti di 24,5 punti percentuali.