Mario Draghi, rischio recessione ma non profonda

Mario Draghi è il primo ad ammettere che vi sia un rischio recessione per l’Europa. Ma ci tiene anche a sottolineare che l’economia europea non dovrebbe avere problemi a reggere il colpo.

Cosa pensa Mario Draghi della recessione

Mario Draghi risponde così alle domande di Martin Wolf sul Financial Times, confermando ancora una volta di saper fare il suo lavoro. Perché riesce a dare le giuste informazioni senza lasciarle andare in modo pericoloso per i mercati.

L’economista italiano è senza dubbio tra i migliori del settore, riconosciuto come tale a livello globale. E per tale ragione sa che le sue parole hanno un peso. Ed è per questo che Mario Draghi, pur sottolineando che vi sono delle possibilità di entrata in recessione per l’Europa, sostiene allo stesso tempo che vi sono tutti gli strumenti per uscirne.

C’è un rischio di recessione ma non direi né profondo né destabilizzante” spiega, perché “il punto di partenza è molto alto, con la disoccupazione più bassa di sempre e un mercato del lavoro robusto“. Insomma, qualche problema potrebbe palesarsi, ma risolvibile.

Secondo Mario Draghi l’Europa dovrebbe preoccuparsi della propria produttività visto che nonostante la sua resilienza questa arriva dietro a Stati Uniti, Giappone, Cina e Sud Corea. Secondo l’esperto questo è un problema invece che deve essere affrontato in fretta, muovendosi con “investimenti ad alto valore aggiunto e ad alto tasso di tecnologia“.

Innovazione per aumentare la produttività

Dando vita a dei poli tecnologici come quelli del Regno Unito e degli Stati Uniti partendo, sottolinea, dal “capitale umano” e di conseguenza dalle competenze. Nel corso della sua intervista Mario Draghi sottolinea come sia importante parlare dell’energia. “Non andiamo da nessuna parte se la paghiamo due o tre volte quanto costa nel resto del mondo” rincara. Evidenziando la necessità di dare vita a politiche di stoccaggio e approvvigionamento di tipo comune non dimenticandosi di muoversi il più in fretta possibile per quel che concerne le fonti rinnovabili in particolare.

L’ex premier italiano sottolinea anche l’importanza di muoversi sul rispetto dei valori comuni e di ampliare questo aspetto onde evitare di rimanere in futuro solo un semplice mercato libero di scambio. Mario Draghi ha le idee ben chiare su come l’Unione Europea debba muoversi. E non è un caso che per l’appunto Ursula Von der Leyen gli abbia affidato un simile compito.

Parlando di investimenti non manca di dire che, per quel che concerne la difesa, l’Europa fa bene a spendere, ma deve anche imparare a “fare” in modo tale che possa essere sostenuta un’anima comunitaria davanti alle difficoltà. E non una serie frammentata di Stati.

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