Formula 1 rinvia quotazione

 La “lezione” Facebook sembra esser servita a Bernie Ecclestone. Il boss della Formula 1 ha infatti scelto di rinviare la quotazione, sulla scia della considerazione che il mercato non stia attraversando una fase molto brillante. L’annuncio dell’imminente ingresso nel mercato azionario ha pertanto subito uno stop, e il boss del circo della Formula 1 sembra attingere grande preoccupazione da quanto accaduto al social network più noto del mondo.

“Il mercato non sembra così brillante dopo quel problemino con Facebook” – ha dichiarato Ecclestone. Per quanto concerne i tempi della quotazione, lo sbarco in Borsa, inizialmente previsto per luglio, dovrebbe slittare di almeno qualche mese. “Credo che abbiano intenzione di aspettare e vedere” – ha dichiarato il numero della Formula 1 alla Cnn, commentando la scelta sella Cvc Capital Partners, proprietaria delle principali quote nel gruppo, e recentemente protagonista di una operazione di cessione parziale, utile per preparare l’Ipo.

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Morgan Stanley ancora accusata per il flop Facebook

 La delusione del flop dell’Ipo Facebook proprio non è andata giù agli investitori che hanno creduto al successo finanziario (poi, smentito) del social network più famoso del mondo. Quotata a 38 dollari, balzata rapidamente a oltre 42 dollari, il titolo ha poi intrapreso una lunga e ripida strada di deprezzamento che ha coinvolto l’intera prima settimana di negoziazione post – prima offerta pubblica. E, nell’occhio del ciclone, è finita Morgan Stanley.

La banca d’affari americana ha infatti guidato l’intero processo di quotazione di Facebook, presentando agli investitori una società solida e in crescita. Peccato che, nel contempo, un suo analista pubblicasse una revisione sulle stime dei ricavi (al ribasso, da più di 5 miliardi di dollari, a circa 4,85 miliardi di dollari per l’intero 2012). Quanto basta per far scattare le indagini da parte della Financial Industry Regulatory Authority, che vuole accertare se la banca d’affari abbia “selettivamente” scelto i clienti da informare sulle reali condizioni previsionali di Facebook.

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Zynga divorzia da Facebook

 Zynga ha deciso di camminare da solo. Il primo sviluppatore di giochi sociali, Zynga, ha annunciato Venerdì 2 marzo la prossima apertura della piattaforma Zynga.com. Recentemente sbarcata in Borsa, l’azienda deve il suo successo alla forte presenza su Facebook (il cui fatturato deriva per il 12% da Zynga). Con questo nuovo sito, il leader dei social gaming sceglie la strada dell’emancipazione, riducendo la propria dipendenza dal network di Mark Zuckerberg.

L’annuncio è stato accolto con un balzo in avanti del prezzo delle azioni di Zynga, impennatesi di circa il 10%. Il titolo si attesta ora a 14.48 dollari (10.91 euro), quasi il doppio rispetto a quello dell’introduzione in borsa (IPO), avvenuta a metà dicembre 2011. Zynga inizia quindi un importante cambiamento strategico, creando il proprio portale che offrirà giochi a tutti gli utenti, senza dover passare per Facebook. La versione beta di zynga.com sarà disponibile in 16 lingue. Inizialmente, il sito offrirà cinque giochi (CastleVille, Words With Friends, CityVille, Hidden Chronicles e Zynga Poker).

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Yahoo dichiara guerra a Facebook

 Mentre Facebook prepara la propria quotazione in borsa (IPO), Yahoo rivendica alcuni diritti di proprietà intellettuale e minaccia il social network più famoso del mondo. Una nuova guerra dei brevetti potrebbe presto avere inizio. Già nel 2004 Google, alla vigilia del suo sbarco in borsa, si trovò costretta a sborsare a Yahoo qualcosa come 230 milioni di dollari di azioni, per la licenza d’uso del motore di ricerca.

Yahoo vs Facebook? L’affare si fa piuttosto interessante, sopattutto perché manca solo un mese all’attesissima IPO di Facebook. E Yahoo potrebbe mettersi nella posizione di negoziare una quota potenziale nel gruppo di Zuckerberg. “Yahoo ha la responsabilità nei confronti dei suoi azionisti e dei suoi dipendenti di proteggere i diritti di proprietà intellettuale”, è stato detto dal gruppo con sede in California. “Dobbiamo insistere affinché Facebook offra un contratto di licenza o saremo costretti ad agire unilateralmente per proteggere i nostri diritti”.

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IPO di Facebook, un jackpot miliardario

 L’IPO di Facebook renderà miliardari. Gli investitori della prima ora, come il fondo Accel Partners, raccoglieranno fino a 800 volte il loro investimento iniziale, in occasione dello sbarco di Facebook in Borsa. Un evento senza precedenti nella storia del capitale di rischio.

Non solo tra i dipendenti del social network, tra cui figura, in primo luogo, il capo del gruppo, Mark Zuckerberg. Ma anche in seno alla comunità degli investitori della prima ora, vale a dire le società di capitali di rischio che hanno creduto nel progetto del giovane studente di Harvard al 2005, ovvero un anno dopo la fondazione di Facebook. Sette anni fa, il fondo americano Accel Partners aveva investito $ 12,7 milioni nel social network. All’epoca, Facebook valeva solo 100 milioni di dollari. Oggi, sulla base di una valutazione di Facebook stimata tra i 75 e i 100 miliardi di dollari, la quota dell’11,4% di Accel Partners nel capitale vale quasi … dieci miliardi di euro. Quasi 800 volte l’investimento iniziale!

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IPO imminente per Facebook?

  Facebook si sta preparando a sbarcare in Borsa, con una IPO da record. Per il “Wall Street Journal”, secondo cui il valore sarebbe compreso tra i 75 e i 100 miliardi di dollari, il dossier potrebbe essere depositato Mercoledì. “La data esatta” di questo passo preliminare prima della IPO è ancora oggetto di discussioni, secondo il quotidiano finanziario, il quale sostiene che la banca di investimenti Morgan Stanley avrebbe ottime possibilità di condurre l’operazione. Anmche Goldman Sachs potrebbe svolgere un ruolo importante.

Il 25 gennaio, Bloomberg aveva indicato che lo scambio di titoli del social network, che vanta più di 800 milioni di utenti in tutto il mondo, era stato sospeso sulle piattaforme private come Second Market o SharePost privati. Questo lasciava supporre una imminente decisione sull’introduzione in Borsa di Facebook.

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Facebook come una Banca centrale?

 Il nome di Mark Zuckerberg, il ventisettenne fondatore di Facebook,  non viene certo associato a quello di  Ben Bernanke, 58 anni, capo della Federal Reserve (FED). Ma i primi passi di Facebook nel business della creazione di moneta, stanno andando così bene che un confronto con la banca centrale, e quindi tra i due rispettivi boss, diventa allettante.

Tutto è iniziato nel 2009, con il lancio sperimentale del sistema dei Facebook Credits, pubblicizzato come “il modo semplice e sicuro per comprare le cose su Facebook”. Inizialmente tutto si limitava a piccolezze del mondo virtuale. I crediti potevano essere spesi per comprare lingotti d’oro immaginari per gli appassionati di Mafia Wars, o mazzi di fiori virtuali per messaggi di compleanno da recapitare agli amici di Facebook. Una innovativa forma di moneta digitale, anche piuttosto veloce e carina, ma sostanzialmente inutile per le attività tradizionali.

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Facebook & Yelp: il 2012 è ancora l’anno della net-economy

 Facebook da una parte, Yelp dall’altra: saranno le due corporate della net-economy a rinvigorire un mercato borsistico che pare affievolirsi, schiacciato dalla crisi del debito d’oltre Oceano. Entrambe le società dovrebbero infatti sbarcare sul mercato regolamentato entro la prima parte del prossimo anno, concretizzando – con le rispettive offerte pubbliche iniziali – l’anno più importante per le compagnie del web dal 1999.

Su Facebook abbiamo parlato diverse volte anche nel passato. La società dovrebbe sbarcare sul mercato di Borsa statunitense con la più grande IPO del web: a far compagnia al social network di Mark Zuckerberg saranno tuttavia anche altre 11 compagnie che del business online hanno fatto i propri principali affari di riferimento, portando il controvalore stimato delle offerte pubbliche iniziali intorno alla straordinaria cifra di 11 miliardi di dollari, seconda solamente ai 18,5 miliardi di dollari del 1999, anno precedente alla esplosione della bolla della new economy o, per lo meno, soprattutto della sua sezione dot-com.

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Facebook assume e apre nuovo ufficio

 Non accenna ad arrestarsi lo sviluppo di Facebook, la società titolare del più noto social network del mondo. Stando a quanto emerge dalla stampa americana, la compagnia – attualmente in fase preparativa per una “quasi” imminente offerta pubblica iniziale sul mercato regolamentato – sta pensando di assumere diverse migliaia di impiegati entro la fine del prossimo anno, adottando altresì l’apertura di un nuovo ufficio a New York, il cui compito sarà anche quello di sviluppo l’enorme potenziale tecnico a disposizione di Zuckerberg.

La società, che già dispone di una forza lavoro di oltre 3 mila unità, con un parco utenza di circa 800 milioni di utenti, aprirà il Facebook NYC Engineering Office nei primi mesi del 2012 – afferma il chief operating officer Sheryl Sandberg, senza tuttavia fornire alcun dettaglio ulteriore di questa prima installazione del social network al di fuori della West Coast americana.

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Zynga programma IPO valutandosi 10 miliardi

 Zynga, il leader nella produzione di videogiochi integrati in Facebook, sta cercando di concludere i passi che la condurranno verso l’operazione di offerta pubblica iniziale, valutando sé stessa intorno ai 10 miliardi di dollari. La notizia, riportata da Bloomberg nelle ultime ore, è stata diramata da due persone vicine ai vertici societari, che hanno tuttavia richiesto di rimanere anonimi, considerato che la scelta non ha ancora i caratteri dell’ufficialità.

Zynga avrebbe comunque in mente di incrementare il proprio capitale sociale di circa 900 milioni di dollari, vendendo azioni ad un prezzo compreso tra gli 8 e i 10 dollari. Zynga venderebbe così il 10% del proprio pacchetto di partecipazioni, con un target price che potrebbe essere reso pubblico già nel corso dei prossimi 10 – 15 giorni.

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