Netflix, calano abbonati e titolo crolla

Calano gli abbonati a Netflix e il titolo aziendale crolla inesorabilmente chiudendo mercoledì 20 registrando un -35,12%. E’ ora per il grande colosso di produzione streaming di rivedere la sua strategia, soprattutto nei confronti di quei fan che vedono salire insieme ai prezzi alcune restrizioni.

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Quando è il momento giusto per investire?

Quando è giusto investire? E quando invece è corretto non farlo? Saper comprendere quando è il momento corretto per investire e quando invece non lo è potrebbe fare una differenza enorme in termini di rendimento, così, anche riconoscere  i tratti che distinguono un investimento buono da un investimento meno buono.

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Cosa comprare in Borsa ad ottobre 2012

 Cosa comprare in Borsa nel mese di ottobre appena cominciato? Se lo chiedono in tanti e, a rispondere a tale emblematica questione, ci ha pensato Francesca Monti sulle pagine de Il Corriere della Sera, che cerca di fare il punto della situazione, rigirando la domanda ai principali gestori di fondi azionari. Lo scenario che ne emerge è di confusione e di incertezza, ma non dovrebbero mancare gli ampi margini di opportunità finanziaria che potrebbero essere sfruttati per conseguire interessanti guadagni.

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eBay vola con PayPal

 eBay, il più importante sito di aste on-line a livello mondiale,  ha presentato risultati finanziari floridi e superiori alle aspettative nel suo secondo trimestre. L’utile netto è più che raddoppiato, portandosi a 692 milioni di euro. Escludendo gli oneri eccezionali, sono stati raggiunti i 56 centesimi per azione, al di sopra dei 55 centesimi attesi dagli analisti. Il fatturato si è attestato a 3,40 miliardi, in crescita del 23% rispetto ai 3,36 miliardi attesi.

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Mercato IPO dopo Facebook

 Sulla scia della deludente performance post-IPO di Facebook, una delle domande che vien da porsi è se non si stato definitivamente inferto un colpo mortale al mercato delle IPO delle aziende high tech.

Con poche eccezioni, come LinkedIn, le azioni di molte società tecnologiche hanno fallito dopo aver iniziato la loro avventura pubblica ed essere sbarcata in Borsa. Alcuni esempi includono Groupon e Zynga, cui è stata fatta un sacco di pubblicità, sino a sfiorare la montatura giornalistica, ma che sono crollati subito dopo le rispettive IPO.

Questo non vuole suggerire che tutte le offerte al pubblico del settore high tech siano ora condannate, ma accende sicuramente i riflettori su tre aspetti:

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Manchester United sbarca a Wall Street

 Otto anni dopo aver lasciato il London Stock Exchange, il Manchester United, fiore all’occhiello della ‘Premier League’  inglese, farà il suo ritorno sui mercati finanziari passando, questa volta, dalla porta principale, vale a dire da Wall Street. Dopo mesi di esitazione circa la scelta della piazza migliore, il caso è dunque risolto! Il club inglese alla fine ha scelto Wall Street, la cui “visibilità” internazionale non teme rivali.

Il Manchester United aveva inizialmente pianificato una IPO da 1 miliardo di dollari sulle borse di Singapore e Hong Kong, su cui aveva messo gli occhi la scorsa estate. Ma i dirigenti sarebbero stati raffreddati dalle sfavorevoli condizioni di mercato e dai ritardi amministrativi.

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Apple punta a 1.000 dollari per azione

 La corsa di Apple verso una nuova capitalizzazione record non sembra volersi arrestare. Secondo quanto affermato da due analisti della Pieper Jaffray Cos e della Topeka Capital Markets, le azioni della società sono oramai in lizza per arrivare a superare la straordinaria soglia dei 1.000 dollari per azione, permettendo così alla società produttrice degli iPhone di potersi candidare ad essere la prima società a tagliare il traguardo del trilione di dollari di capitalizzazione di mercato.

Apple, intanto, già società con il maggior valore di mercato al mondo, si è già lasciata abbondantemente alle spalle la soglia di capitalizzazione di 600 dollari, aggirandosi ora intorno ai 635 dollari. La nuova spinta dovrebbe essere conferita dall’incremento della domanda per l’iPhone e per l’iPad, oramai due best seller consolidati, grazie anche alla maggior penetrazione cinese, e dal potenziale debutto di un nuovo prodotto televisivo.

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Zynga divorzia da Facebook

 Zynga ha deciso di camminare da solo. Il primo sviluppatore di giochi sociali, Zynga, ha annunciato Venerdì 2 marzo la prossima apertura della piattaforma Zynga.com. Recentemente sbarcata in Borsa, l’azienda deve il suo successo alla forte presenza su Facebook (il cui fatturato deriva per il 12% da Zynga). Con questo nuovo sito, il leader dei social gaming sceglie la strada dell’emancipazione, riducendo la propria dipendenza dal network di Mark Zuckerberg.

L’annuncio è stato accolto con un balzo in avanti del prezzo delle azioni di Zynga, impennatesi di circa il 10%. Il titolo si attesta ora a 14.48 dollari (10.91 euro), quasi il doppio rispetto a quello dell’introduzione in borsa (IPO), avvenuta a metà dicembre 2011. Zynga inizia quindi un importante cambiamento strategico, creando il proprio portale che offrirà giochi a tutti gli utenti, senza dover passare per Facebook. La versione beta di zynga.com sarà disponibile in 16 lingue. Inizialmente, il sito offrirà cinque giochi (CastleVille, Words With Friends, CityVille, Hidden Chronicles e Zynga Poker).

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BNP Paribas bene, nonostante la crisi

 In un’Europa in crisi, BNP Paribas gioca la carta della virtù, stimando di garantire lo stesso livello di finanziamento dell’economia nonostante i vincoli molto forti termini di ratios patrimoniali. Sei miliardi di euro. In piena crisi finanziaria, BNP Paribas si concede il lusso di registrare, per il 2011, anno del caos nella zona euro e della “sbandata” della Grecia, uno dei più grandi profitti del CAC 40.

La banca francese, il cui percorso è in gran parte legato al tandem Pébereau-Prot, e che è ora guidata da Jean-Laurent Bonnafé, si impone nell’esclusivo club delle realtà (d’impresa) più redditizie in Francia, dopo la società petrolifera Total (più 12 miliardi di profitti). E’ anche la banca più redditizia in Europa. In grado di navigare a fianco di Santander, BNP Paribas amplia il divario con la banca spagnola, che ha annunciato 5,3 miliardi di euro di utile netto per il 2011. Santander rimane tuttavia la numero uno per il suo valore di mercato, con una capitalizzazione di 58 miliardi di euro, contro i 40 miliardi di euro del colosso francese.

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