Un editoriale al veleno, quello comparso pochi giorni fa sul New York Times, rischia di lasciare strascichi altrettanto polemici tra i vertici di Goldman Sachs. Protagonista indiscusso della vicenda è Greg Smith, un dirigente di medio livello che lavorava negli uffici di Londra della banca d’investimenti americana, e che si è dimesso scrivendo un articolo sul quotidiano statunitense lanciando durissime accuse ai suoi superiori.
Diverse sono le risposte (pubbliche o silenziose) che Goldman Sachs ha avanzato per rispondere alle critiche mosse da Smith. In una nota sottoscritta da Lloyd Blankfein (amministratore delegato) e Gary Cohn (presidente del consiglio di amministrazione), i vertici hanno dichiarato che esamineranno le questioni chiamate in causa dalla denuncia di Smith, aggiungendo tuttavia che “in un’azienda delle nostre dimensioni, non è scioccante che qualcuno si lamenti, ma la sua opinione non rappresenta quella di una banca di oltre 30 mila persone”.
Apple ha superato per la prima volta nella sua vita la soglia dei 600 dollari per azione. Una cavalcata straordinaria, per la società californiana, che appena un mese fa aveva scavalcato i 500 dollari per azione, puntando ora verso il livello dei 700 dollari per azione, non più un obiettivo irragiungibile, soprattutto in virtù del prossimo lancio di alcuni prodotti di punta della gamma di proposte della mela morsicata.
Ubs, il più importante istituto di credito svizzero, ha dichiarato di aver scelto di abbattere i compensi variabili dei propri manager di circa 40 punti percentuali. Una contrazione dei bonus giustificata dal calo della redditività della banca, e che garantirà ai manager dell’azienda circa 2,6 miliardi di franchi svizzeri (circa 2,1 miliardi di euro).
Apple potrebbe presto superare la soglia dei 700 dollari per azione di capitalizzazione. A dirlo è un gruppo di analisti che stanno innalzando i propri target price sui titoli della compagnia, convinto che l’introduzione del nuovo iPad potrà generare un ulteriore apprezzamento delle azioni della mela morsicata, nella misura di “almeno” 20 punti percentuali e, pertanto, non lontano dalla straordinaria soglia dei 700 dollari per azione.
Zynga, la compagnia specializzata nella produzione di giochi per i social network, recentemente archiviata l’offerta pubblica iniziale (a dicembre 2011) starebbe già progettando la seconda offerta pubblica per la vendita delle proprie azioni, con un controvalore pari a 400 milioni di dollari. Una mossa che, secondo i suoi proponenti, dovrebbe permettere un miglioramento del livello di distribuzione delle proprie azioni, a beneficio del riequilibrio dei propri conti finanziari.