Richieste di mutui accolte nel 5% dei casi

 Ottobre 2012-marzo 2013: nei sei mesi in questione sono arrivate ad appena il 5% le richieste accolte per quel che riguarda l’acquisizione della casa nel nostro paese. Si tratta del dato poco incoraggiante che è stato ottenuto da una dettagliata analisi da parte del portale Mutui.it insieme a un altro sito web molto noto per comparare assicurazioni e quant’altro, Facile.it. I problemi minori sono quelli che devono affrontare i quadri o i funzionari (si arriva a oltre il 14% delle richieste accolte per la precisione). Al contrario, nel caso degli insegnanti, la percentuale di accoglimenti a cui si sta facendo riferimento è di poco inferiore all’11%.

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In Molise e Sardegna il maggior calo di finanziamenti alle imprese

 Il Molise e la Sardegna sembrano due regioni che non hanno nulla in comune, ma è la crisi economica che le ha idealmente accostate: si tratta, infatti, delle regioni del nostro paese che sono state maggiormente colpite dal cosiddetto “credit crunch”, la stretta sul credito per intenderci. Il dato in questione è stato reso noto oggi da Unioncamere, visto che l’associazione ha analizzato tutti i numeri forniti dalla Banca d’Italia e dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne. In pratica, è emerso come in territorio molisano e sardo i finanziamenti siano calati il doppio rispetto alla media nazionale, vale a dire il 5%. Il periodo temporale preso in esame, inoltre, è quello compreso tra il giugno del 2011 e quello del 2012, un anno intero dunque.

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Bilancio 2012 Cariparma

 Cariparma ha chiuso il 2012 con un risultato netto positivo per 160 milioni di euro. Un utile in calo del 20 per cento rispetto a quanto conseguito nel precedente 2011, per un risultato tutto sommato positivo, e una flessione del profitto contenuta dal buon risultato dell’attività bancaria core, con ircavi in crescita a 1,702 miliardi di euro (+ 2,7 punti percentuali) e della razionalizzazione degli oneri operativi (1,038 miliardi di euro).

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Gli stipendi d’oro dei manager italiani

 I primi bilanci dello scorso anno cominciano ad essere resi pubblici e si possono trarre delle conseguenze importanti. In particolare, è possibile capire quanto hanno guadagnato i manager delle principali società quotate in Borsa del nostro paese, con dei numeri che sono davvero impressionanti. Anzitutto, bisogna sottolineare che questa classifica dei compensi è comunque “provvisoria”, dato che deve ancora essere aggiornata dai nuovi bilanci che verranno pubblicati prossimamente, ma anche per gli elementi che si utilizzano per il calcolo.

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L’eccesso di condoni delle banche di Cipro

 È evidente che qualche responsabilità deve pur essere trovata per quel che riguarda la crisi economica di Cipro. Ci ha pensato un quotidiano greco, Ethnos, a scoperchiare un pentolone piuttosto bollente. In effetti, secondo questo giornale ellenico Bank of Cyprus, Laiki Bank e Hellenic Bank, i tre più importanti istituti di credito del paese, hanno rischiato di farlo finire in bancarotta a causa di comportamenti a dir poco ambigui. In pratica, i tre gruppi appena citati hanno consentito il condono di prestiti per milioni e milioni di euro nel corso dell’ultimo quinquennio. I destinatari di queste sanatorie?

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Partirà a maggio la collaborazione tra Fiera Milano e Popolare di Sondrio

 Dal 19 al 22 maggio prossimi Fiera Milano organizzerà Tuttofood, la fiera dedicata al settore alimentare d’eccellenza: sarà proprio questa la prima occasione che consentirà alle aziende attive nella regione Lombardia per sfruttare la collaborazione tra lo stesso ente fieristico e la Banca Popolare di Sondrio. Di cosa si tratta nello specifico? In base alla partnership in questione, le imprese che vantano i requisiti richiesti potranno conseguire un finanziamento a tasso zero piuttosto interessante e di importo compreso tra i cinquemila e i diecimila euro per la precisione.

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Borsa Cipro ancora chiusa

 La Borsa di Cipro ha annunciato che non aprirà nemmeno oggi. Ad annunciarlo, alle prime luci dell’alba, sono state alcune radio locali che hanno citato dirette fonti della società di gestione del mercato regolamentato. A riaprire dovrebbero invece essere le banche, che dopo un blocco di 12 giorni si preparano ad accogliere la clientela in un clima di forte tensione. Proprio per tale motivo, il governo e le istituzioni bancarie hanno previsto misure eccezionali di sicurezza.

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Bpm velocizza la sua trasformazione in Spa

 Il restyling ha subito una brusca accelerazione: è stata una vera e propria mossa a sorpresa quella del consiglio di gestione della Banca Popolare di Milano, la quale ha deciso di convocare per i prossimi 21 e 22 giugno l’assemblea straordinaria, le due convocazioni che serviranno per deliberare di fatto la trasformazione in società per azioni. Le prime intenzioni dell’istituto di credito lombardo erano quelle di concludere tutto questo iter entro la fine del mese di luglio, pertanto ci sarà un anticipo di oltre un mese. La conseguenza immediata di tale scelta è stata avvertita nettamente in Borsa, visto che a Piazza Affari il titolo Bpm ha messo a segno un rialzo superiore ai tre punti percentuali, il migliore dell’indice Ftse Mib di cui fa parte.

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Ancora dubbi sulla cessione e quotazione di BSI

 Negli scorsi mesi si era parlato con insistenza della possibile cessione della Banca della Svizzera Italiana. Si tratta, nello specifico, dell’istituto di credito più antico del Canton Ticino (la sua fondazione risale al 1873), il quale è specializzato soprattutto nella gestione del patrimonio e nei servizi alla clientela privata e ai gestori esterni. Da almeno quindici anni, inoltre, questa banca fa capo al Gruppo Generali. Ora stanno sorgendo dei dubbi e delle perplessità proprio in merito alla vendita. Per quale motivo?

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Remunerazione manager Intesa Sanpaolo

 Intesa Sanpaolo ha retribuito “generosamente” i propri manager. In particolar modo – ricordava in ampio spazio Il Fatto Quotidiano – ad Enrico Cucchiani, amministratore delegato del gruppo, sarebbero andati 3,037 milioni di euro di compensi come direttore generale e chief executive officer, oltre ad ulteriori integrazioni per totali 4,47 milioni di euro. L’ex direttore generale, indagato per il caso Mps dalla procura di Siena (ricorda ancora il giornale), lascia Cà de Sass con 2,85 milioni.

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