Euro al minimo, la colpa è del gas?

Euro al minimo sul dollaro come non accadeva dal 2017: è colpa del gas? La risposta è in buona parte positiva. L’attacco della Russia all’Ucraina, con le conseguenti sanzioni non hanno fatto bene alla moneta unica europea.

Andamento moneta unica e guerra Ucraina

Questa sua discesa sta avvenendo in maniera silenziosa, a piccoli passi. Intervalli rosicchiati che la hanno portata a 1,06 sul dollaro, come non si vedeva ormai da cinque anni. Prima ancora tali livelli erano stati raggiunti nel 2015, nel 2003 e nel 1999. Insomma, parliamo di tempi molto distanti e che si pensava fossero ormai lontani.

Va detto che a infierire sul valore dell’euro ci ha pensato la decisione della Russia di chiudere i rubinetti del gas a Polonia e Bulgaria, due Stati membri dell’Unione Europea che si sono rifiutati di pagare in rubli il Gas.  Una decisione che ha portato anche la stessa materia prima in questione a essere scambiata presso il TTF di Amsterdam a 115 euro a mega watt con un incremento del 12%, salvo poi “adagiarsi” intorno ai 109,5 euro per mega watt. Anche il petrolio Wti statunitense è salito fino a 102,15 dollari a barile.

È stata Gazprom a comunicare di aver sospeso al 100% la fornitura di gas ai due paesi sottolineando in una nota:

Alla fine della giornata lavorativa del 26 aprile, Gazprom Export non ha ricevuto il pagamento in rubli per il gas fornito ad aprile da queste due società, Bulgargaz (Bulgaria) e PGNiG (Polonia), come richiesto dall’ordinanza presidenziale russa n. 172 del 31 marzo. Il gas fornito dal 1° aprile deve essere pagato in rubli attraverso nuove coordinate bancarie, di cui le controparti sono state tempestivamente informate.

Non è da escludere che il problema gas possa causare criticità ad altri paesi e ancora all’euro.

Euro debole anche per politica FED

L’opinione degli esperti di Bloomberg Intelligence è molto chiara: per loro l’euro si trova “sulla buona strada per arrivare alla parità col dollaro“. Un percorso questo iniziato nel momento in cui la FED statunitense ha reso noto il suo piano di rialzare i tassi di interesse. La moneta unica sta pagando in qualche modo una maggiore lentezza in tal senso della Banca Centrale Europea e l’incertezza generalizzata causata dall’attacco russo in Ucraina che ha coinvolto anche gli indicatori relativi alla propensione agli acquisti.

Non aiuta poi la situazione che si sta creando in Cina dove dopo diversi mesi essenzialmente Covid free, lo Stato sta affrontando un nuovo possibile lockdown oltre quello in atto a Shangai da almeno un mese.  Potrebbero prender vita ulteriori blocchi strutturali delle supply chain capaci di spingere ancora più in alto l’inflazione.

Fino all’attacco russo un simile andamento dell’euro era impensabile: bisognerà osservare cosa accadrà nelle prossime settimane: la parità euro/dollaro non è utopica.

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