Mps, si rischiano oltre duemila esuberi

L’operazione di acquisizione di Monte Paschi di Siena da parte di Unicredit potrebbe lasciare indietro più di 2500 lavoratori: è ciò che è stato ipotizzato dal ministro dell’economia Daniele Franco, nel corso di una audizione a Borsa chiusa in presenza delle commissioni Finanza di Camera e Senato riunite.

 

Attenersi alle richieste di Bruxelles necessario

La necessità per il governo di vendere la sua quota in Mps è ormai nota a tutti: il ministro ha sottolineato nel corso del suo discorso come sin dall’autunno del 2020 sia la banca senese stessa, sia il ministero si siano attivati in modo proattivo per ricercare un partner per l’istituto toscano. Tra le opzioni che potrebbero diventare realtà vi è anche il potenziale ricevimento da parte del MEF di azioni del gruppo UniCredit a fronte della cessione: l’economista ha però sottolineato che una potenziale partecipazione al capitale di Unicredit non altererà quelli che sono gli equilibri di governance dell’istituto.

Il ministro Daniele Franco ha sottolineato anche che lo Stato, proprio in questo modo, sarà parte attiva nel beneficiare economicamente dei valori che deriveranno dalla conclusione dell’operazione e che sarà necessario rivedere alcune delle parti presenti all’interno del nuovo piano industriale di Mps, in virtù della necessità di portare i suoi obiettivi ad essere conformi alle richieste della Commissione Europea. In particolare si parla della riduzione dei costi fissata al 51% dei ricavi da Bruxelles, differenti dal 74% previsto per il 2021 e il 61% al 2025 presenti sulla documentazione senese.

Accordo si concluderà solo se equo

Per quanto Unicredit al momento sia l’unico interlocutore ad essersi fatto avanti, il ministro ha dichiarato che non chiuderà per forza le trattative con la banca milanese se le condizioni che verranno presentate non saranno adeguate a rispondere alla necessità di Monte Paschi di Siena.

Uno dei maggiori problemi che si pone per ciò che concerne Monte Paschi di Siena e la sua acquisizione da parte di Unicredit è quello degli esuberi: secondo il ministro Daniele Franco, infatti, si potrebbe avere la necessità di lasciare a casa più persone di quante preventivate grazie ai paletti messi dalla Commissione Europea. Pur non essendovi problemi di smembramento della banca al momento è necessario dare vita a delle modificazioni del piano che cerchino di non superare le 2500 uscite volontarie stabilite. Non bisogna dimenticare che si ha a che fare con un totale di 21 mila dipendenti e che in base ai bisogni si dovrà cercare di evitare problematiche che potrebbero intaccare il tessuto sociale, anche nel caso in cui la Commissione richiedesse di fissare un obiettivo costi – ricavi più ambizioso rispetto a quello già preventivato.

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