Svalutazione Telecom Italia

 Il gruppo di telecomunicazioni spagnolo Telefonica, che detiene il 46,2 per  cento di Telco, la holding di controllo di Telecom Italia, ha effettuato una svalutazione sull’ex monopolista tricolore. L’operazione porta il nuovo valore di Telecom in ribasso di 542 milioni di euro. Vediamo allora quali siano i risultati dei primi nove mesi dell’anno, a quanto ammontino gli utili e le principali voci economico finanziarie, e quali sono le prospettive di breve e di medio termine per la società che guida la catena di comando del gruppo telefonico italiano.

Iniziamo con il ricordare che Telefonica ha effettivamente svalutato la quota Telecom Italia e ridotto il valore delle sinergie per complessivi 542 milioni (379 milioni al netto delle tasse) nei primi nove mesi dell’anno, dopo i 505 milioni di svalutazioni del 2011 (qui il nostro precedente appuntamento con lo scorporo della rete Telecom).

La svalutazione, attesa, fa seguito pertanto a quella del trimestre gennaio-marzo, quando il valore fu portato in ribasso per 337 milioni di euro. A comunicarlo è la stessa società spagnola nell’annunciare i risultati del periodo gennaio-settembre. Ricordiamo che Telefonica detiene una partecipazione del 46,2% in Telco, la holding di controllo di Telecom Italia.

Per quanto invece riguarda i risultati del terzo trimestre 2012, il periodo si è concluso con un utile netto di 1,38 miliardi di euro, che si confronta con una perdita di 429 milioni di euro nello stesso periodo del 2011, quando avevano pesato costi di ristrutturazione in Spagna.

I risultati sono leggermente sotto le attese del mercato – ricorda il quotidiano La Repubblica – che puntava su un risultato netto positivo per 1,4 miliardi. “Nel periodo gennaio-settembre l’utile netto è stato pari a 3,455 miliardi, in rialzo del 26,4% sui primi nove mesi 2011. I ricavi hanno registrato una leggera flessione dello 0,3% a 46,5 miliardi nel periodo gennaio-settembre e dell’1,6% nel trimestre. Da segnalare che per la prima volta il fatturato realizzato in America Latina supera quello in Europa” – chiude il quotidiano.

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