Crisi banche spagnole peggiore del previsto

 La crisi delle banche spagnole è peggiore di quanto inizialmente stimato. A sostenerlo sono gli esperti di Exane Bnp Paribas, che contestano le dichiarazioni della Banca centrale e dal Ministro dell’Economia, secondo cui nessuna banca quotata spagnola – con la sola eccezione, prevedibile, per Bankia – avrà bisogno di aiuti anche nello scenario peggiore, e che i problemi sarebbero “circoscritti a un gruppo di istituti per i quali lo Stato ha già iniziato ad agire”.

Secondo gli analisti della banca francese, invece, non solo la capacità del sistema bancario ad assorbire le perdite sarebbe in serio dubbio (per gli osservatori transalpini sarebbe evidentemente sottostimata), ma sarebbe l’intero processo di ristrutturazione che viene gestito in maniera non adeguata. Pertanto, sulla base di queste considerazioni, gli analisti Bnp hanno confermato il rating underperform (cioè, con performance inferiore al mercato) per il settore bancario iberico, mantenendo un giudizio neutrale solo per gli istituti Santander e Bbva, con target price a 5,75 euro e 6,25 euro.

Anche ipotizzando – sostengono gli analisti dell’istituto di credito transalpino – che i problemi del sistema bancario spagnolo vengano risolti, gli azionisti delle banche incriminate dovranno comunque fare i conti con un peggioramento dei risultati di bilancio nei prossimi esercizi.

PIANO SALVATAGGIO BANCHE SPAGNOLE

In maniera più puntuale, Milano Finanza ricorda come, scendendo nei dettagli, “le società di consulenza Oliver Wyman e Roland Berger hanno stimato che le 14 banche spagnole, che rappresentano insieme una quota di mercato del 90%, potrebbero avere un fabbisogno di capitali compreso fra 51 e 62 miliardi di euro in condizioni di mercato negative. In questo scenario il Pil è previsto in calo del 6,5% nel periodo, mentre i prezzi delle case scenderebbero del 26,4% (che implica una correzione del 55-60% dai valori massimi)”.

“Nello stesso arco temporale il valore dei terreni si ridurebbe del 72% (che corrisponde a un taglio dell’85-90% dai valori di picco)” – prosegue Milano Finanza – “e il tasso medio di disoccupazione arriverebbe al 26%. Queste conclusioni sono molte negative (anche se possibili secondo gli esperti di Exane) e porterebbero, a parere degli specialisti di Oliver Wyman, a perdite cumulative per 270 miliardi di euro che rappresentano il 16-18% del portafoglio crediti. La valutazione delle società di consulenza copre un periodo di tre anni e la cifra finale appare tuttavia ben inferiore ai 100 miliardi di supporto massimo messo a disposizione dall’Europa per il sistema bancario iberico”.

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