Pensate che un PIL trimestrale annualizzato pari all’8,9% sia un buon risultato? Forse non per la Cina! E non pensate che sia a causa delle alte aspettative. Martedì è stato diffuso il dato del Prodotto Interno Lordo cinese riferito al quarto trimestre 2011. Il dato (8,9%) risulta inferiore rispetto al tasso del 9,1% che abbiamo visto nel terzo trimestre, ma è ancora superiore alla crescita dell’8,7% che gli operatori di mercato si aspettavano.
Data la situazione dell’economia globale, con i paesi alle prese con la crisi del debito sovrano e la possibilità di recessioni double dip, si potrebbe pensare che la Cina aveva motivo di essere soddisfatta dei risultati e della sua crescita. Ma i funzionari cinesi sembrano, al contrario, esserne delusi. Perché?
1. Sappiamo tutti che una crescita trimestrale dell’8,9% non è affatto male, ma per la Cina, la cifra si traduce nel ritmo più lento di crescita in 10 trimestri. Avete letto bene – dieci trimestri. Il mondo non leggeva un dato cinese (riferito alla crescita economica del paese) inferiore al 9,0% dalla metà del 2009. Secondo l’Ufficio nazionale di statistica, il settore immobiliare è in parte responsabile di tale rallentamento. La crescita annualizzata degli investimenti immobiliari è stato solo del 27,9%, inferiore del 5,3% rispetto al dato del 2010. Gli analisti sottolineano anche l’incertezza dell’economia globale: il reddito generato dalle esportazioni verso l’Unione europea, è cresciuto solo del 7% anno su base annua dopo un espansione di ben il 22% registrata a metà dell’anno.
2. Un’altra possibile ragione per cui i funzionari cinesi non sono soddisfatti, è riconducibile alla percezione e sensazione, che l’economia non abbia ancora toccato il fondo. Non è un segreto che l’Unione europea, principale partner commerciale della Cina, è ancora alle prese con la crisi del debito. Fino a quando non si vedrà una soluzione concreta, (e questa non sarà adottata), difficilmente vedremo salire alle stelle il PIL cinese, e torna al di sopra dell’11%. Alcuni guru economici pensano che il peggio debba ancora venire per l’economia nel 2012. Alcuni analisti stimano che la crescita potrebbe scendere ben al di sotto dell’8%, e ci sono quelli che addirittura prevedono una crescita annua del 7,5% per l’anno.
3. I guru politici sostengono che mantenere un tasso minimo di crescita dell’8% è stato il presupposto primario della politica economica del partito comunista. Gli stessi hanno anche aggiunto che se dovesse esserci una sensibile flessione dell’espansione, inferiore al 7%, la Cina potrebbe persino subire una crisi politica. Per ora il governo potrebbe voler concentrarsi su progetti che coinvolgono le infrastrutture, le esportazioni, l’edilizia residenziale, che sono alcuni dei principali problemi dell’economia cinese. I motori della crescita della Cina iniziano a mostrare segni di debolezza: l’economia cinese finirà con un atterraggio “duro”?