Alcoa in rosso ma ottimista

 Alcoa ha chiuso in rosso il secondo trimestre con perdite pari a due milioni di dollari (ovvero zero centesimi per azione) contro un utile di 322 milioni (28 centesimi per azione) registrato lo scorso anno. Esclusi gli oneri straordinari, il primo produttore al mondo di alluminio ha tuttavia concluso con un utile pari a 63 milioni, 6 centesimi per azione, superiore alle attese. Gli analisti di Wall Street, infatti, avevano previsto un risultato pari a 5 centesimi per azione. In ribasso del 9,4% anche le vendite, da 6,59 a 5,96 miliardi.

Nel secondo trimestre, il gruppo ha beneficiato di un aumento degli ordini provenienti dai settori automobilistico e aerospaziale negli Stati Uniti. Il CEO Klaus Kleinfeld, relativamente ottimista rispetto alle prospettive della seconda metà dell’anno, grazie soprattutto a Cina e Stati Uniti, e ha confermato la sua previsione di crescita della domanda mondiale di alluminio del 7%, dopo un +10% nel 2011.

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Fedex raddoppia utile netto

 Fedex, uno dei leader globali nel settore della logistica, ha dichiarato di aver chiuso il proprio terzo trimestre fiscale con un utile netto pari a 521 milioni di euro, pari a 1,55 dollari per azione, contro precedenti attese pari a 1,35 dollari per azione. Tuttavia, nonostante questa spinta ottimale conseguita sul finire del 2011, la società ha altresì dichiarato un diffuso pessimismo sull’andamento di questi primi mesi del 2012, ricordando come abbia rivisto al ribasso le stime di crescita per i tre mesi che si concluderanno nel mese di maggio.

Sfiducia sul futuro a breve termine a parte, gli analisti hanno accolto con enorme soddisfazione l’ottima performance del big della logistica a stelle e strisce, che è riuscito a raddoppiare i propri utili rispetto allo scorso anno (+ 126 punti percentuali), andando a scavalcare le attese dei principali analisti internazionali sui mercati azionari.

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Volkswagen, numeri record

 Il gruppo automobilistico tedesco Volkswagen, leader europeo e nuovo numero due al mondo, lo scroso anno ha più che raddoppiato l’utile netto, polverizzando tutti i record: il gigante di Wolfsburg ha infatti annunciato Venerdì da aver conseguito 15,4 miliardi di euro nel 2011, contro i 6,8 miliardi registrati un anno prima. Con un tale profitto, un record nella storia del settore automobilistico secondo i media, VW batte il numero uno, l’americana General Motors, che a sua volta ha registrato il suo miglior profitto in più di 100 anni di esistenza: 7,6 miliardi di dollari del 2011.

I risultati della casa automobilistica tedesca si pongono in controtendenza rispetto a quelli di alcuni omologhi europei, come la francese PSA Peugeot Citroen, il cui utile netto si è dimezzato, portandosi lo scorso anno a 588 milioni di euro, o la tedesca Opel, tallone d’Achille di GM, che ha pubblicato perdite spaventose per il 2011.

Le vendite di Volkswagen hanno superato quelle del gruppo giapponese Toyota, ma si pongono ancora alle spalle del numero uno al mondo dell’automobile, General Motors: in crescita del 17% in Cina, del 23% negli Stati Uniti, e del 75% in Russia, dove il produttore si è appena trasferito. Anche in Francia la quota di mercato è passata dall’11,2% al 12,8%. Il gruppo Volkswagen, che comprende Audi, Seat e Skoda, e dalla fine del 2011 il produttore di camion MAN, ha superato 8,3 milioni di veicoli l’anno scorso, registrando una crescita del 14,7% su un anno. Questa è la prima volta che il gruppo oltrepassa la soglia degli 8 milioni di unità vendute.

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Commerzbank penalizzata dalla Grecia, aumenta il capitale

 Commerzbank ha dichiarato che l’agitazione causata dalla crisi del debito sovrano continua a minacciare l’attività del gruppo. La banca tedesca ha pubblicato risultati trimestrali penalizzati da svalutazioni per 700 milioni di euro sul debito sovrano greco. L’utile netto dell’intero anno 2011 ammonta a 638 milioni di euro, inferiore alle attese degli analisti che scommettevano su un risultato pari a 699 milioni di euro, e contro 1,4 miliardi di euro registrati alla fine dell’esercizio 2010. L’utile netto del quarto trimestre è salito a 316 milioni di euro, dai 257 milioni dell’analogo periodo nell’anno precedente. Il risultato operativo su base annua si attesta a 507 .

L’Amministratore delegato Martin Blessing ha altresì annunciato che la seconda banca tedesca avrebbe condotto un aumento di capitale di circa un miliardo di euro per rafforzare il proprio bilancio, mentre Commerzbank cerca di rispettare i requisiti patrimoniali imposti dall’EBA, l’Autorità Bancaria Europea. Blessing ha sottolineato l’elevato grado di incertezza, che continua a prevalere a causa della crisi del debito sovrano europeo e della situazione in Grecia.

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Super profitti per General Motors

 Il gruppo General Motors ha incrementato il proprio utile netto del 62% nel 2011, portandolo a 7,6 miliardi di dollari. GM riacquistato la sua leadership mondiale. Ma l’Europa mostra un deficit cronico (perdita di 700 milioni di euro).

Il più grande produttore di automobili del mondo torna in piena forma. La General Motors ha pubblicato Giovedì un utile netto (group share) di 7,6 miliardi (5,8 miliardi di euro) per l’intero anno 2011, in aumento del 62%, e meglio del previsto. Il quarto trimestre ha, in parte, rovinato la festa: l’utile netto è rimasto stabile a 500 milioni di dollari (280 milioni di euro), ma al di sotto delle aspettative di Wall Street. Ma poco importa. Nel corso dell’anno, il fatturato è balzato a 150,3 miliardi (115 miliardi di euro), in crescita dell’11%.

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Société Générale: utile crolla del 30%

 Se, come dicono gli sportivi, quello che conta è il risultato, Société générale ha deluso. Con un utile netto di 100 milioni di euro nel quarto trimestre – contro gli 874 milioni registrati tra ottobre e dicembre 2010 – il gruppo non raggiunge gli obiettivi fissati dal consenso degli analisti. Complessivamente, la banca presieduta da Frédéric Oudéa, ha raccolto 2,4 miliardi di euro lo scorso anno, ovvero un utile netto in calo del 39%. Il divario con BNP Paribas, che Mercoledì ha pubblicato i dati evidenziando un utile netto di 6 miliardi di euro, quindi in calo del 23%, cresce e si fa più pesante.Ma in un anno, il 2011, segnato da una vera rivoluzione del settore bancario, è difficile giudicare le prestazioni basandosi solo su tali risultati. Il problema principale doveva essere l’appuntamento fissato dalle autorità europee bancarie: in particolare, raggiungere un difficile obiettivo, quello riferito al Core Tier 1, del 9%, entro il 30 giugno 2012. Société générale ha annunciato Giovedì che sta già rispettando i requisiti patrimoniali chiesti dai regolatori, con sei mesi di anticipo.

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Barclays: utile in calo e obiettivo a rischio

 La banca britannica Barclays ha annunciato che potrebbe mancare il suo obiettivo di redditività a medio termine, dopo che ha terminato il 2011 con il peggior trimestre in tre anni. La crisi del debito della zona euro ha colpito il trade delle obbligazioni, trascinando al ribasso il profitto annuale della banca.

L’ Amministratore delegato Bob Diamond aveva fissato il target del ritorno sul capitale proprio nel quadro di una revisione strategica proprio l’anno scorso. L’obiettivo del 13% rimane quello giusto e realizzabile, “ma non possiamo raggiungerlo nel 2013 visto l’impatto dell’ambiente esterno”, ha detto Venerdì Diamond.

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Credit Suisse in rosso nel quarto trimestre

 Credit Suisse ha registrato nel quarto trimestre 2011 una perdita netta di 637 milioni di franchi dopo essersi accollata quasi 1 miliardo di franchi svizzeri (1,07 miliardi di dollari) di oneri per accelerare il taglio dei costi e sbarazzarsi delle attività rischiose, al fine di soddisfare le più rigide normative sul capitale.

“La nostra performance per il quarto trimestre 2011 è stata deludente”, ha detto l’amministratore delegato del gruppo svizzero Brady Dougan. “Riflette sia le avverse condizioni di mercato durante il periodo e l’impatto delle misure che abbiamo adottato per adattare rapidamente il nostro business ad un mercato in evoluzione e ai requisiti dei regolatori”. La notizia ha spinto il titolo Credit Suisse al ribasso nel trade di Giovedì mattina.

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Crollano utili UBS

 Un trimestre impegnativo nell’investment banking non ha risparmiato UBS: profitto netto della banca è precipitato del 61,4%.Il gruppo bancario svizzero ha archiviato il quarto trimestre con un utile netto pari a 393 milioni di franchi svizzeri ($ 428.300.000), ben al di sotto delle stime, e in calo rispetto agli 1,66 miliardi di franchi dello stesso periodo del 2010.

La maggiore delusione, dalla relazione diffusa Martedì  da UBS, è giunta dalla divisione di investment banking, con una perdita ante imposte di 256 milioni di franchi svizzeri ($ 279.100.000), mentre l’azienda ha sensibilmente ridotto le attività di rischio ponderate e il valore a rischio. “L’ottima performance nel settore del credito, nei mercati macro ed emergenti [è stata] superata dall’effetto delle condizioni di sfida del mercato sui ricavi”, secondo l’azienda.

Il segmento asset management e Swiss Bank hanno registrato un utile ante imposte di 882 milioni di euro e il ramo Wealth Management Americas un utile di 114 milioni. In quest’ultimo caso, gli afflussi sono stati pari a 1,9 miliardi di franchi, mentre hanno raggiunto 3,1 miliardi nel segmento della gestione patrimoniale. A livello di gruppo, l’afflusso è salito a 6,4 miliardi contro 4,9 miliardi, rilevato tre mesi prima.

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Utili Santander in calo del 35%

 L’utile netto della spagnola Santander, la più grande banca della zona euro per capitalizzazione di mercato, è crollato dell 35 per cento lo scorso anno, a € 5,35 miliadi, dagli 8,18miliardi di euro registrati nel 2010. Gli analisti si attendevano un utile di circa 7 miliardi.

Il collasso del mercato immobiliare (che ha deteriorato il protafoglio di assets) e la crisi del debito della zona euro hanno continuato ad erodere guadagni dell’istituto, costretta ad accantonamenti straordinari.

I ricavi sono cresciuti del 5%, portandosi a 44,26 miliardi. La banca spagnola ha un Core Tier 1 ratio già superiore al 9%, limite imposto dall’Eba, alla luce della nuova regolamentazione europea, e precisamente pari al 10,02%. I costi sono aumentati del 9% a 19,9 miliardi di euro, con un efficiency ratio del 44,9%. Gli impieghi sono saliti del 4% mentre i depositi del 3 per cento.

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