Zynga divorzia da Facebook

 Zynga ha deciso di camminare da solo. Il primo sviluppatore di giochi sociali, Zynga, ha annunciato Venerdì 2 marzo la prossima apertura della piattaforma Zynga.com. Recentemente sbarcata in Borsa, l’azienda deve il suo successo alla forte presenza su Facebook (il cui fatturato deriva per il 12% da Zynga). Con questo nuovo sito, il leader dei social gaming sceglie la strada dell’emancipazione, riducendo la propria dipendenza dal network di Mark Zuckerberg.

L’annuncio è stato accolto con un balzo in avanti del prezzo delle azioni di Zynga, impennatesi di circa il 10%. Il titolo si attesta ora a 14.48 dollari (10.91 euro), quasi il doppio rispetto a quello dell’introduzione in borsa (IPO), avvenuta a metà dicembre 2011. Zynga inizia quindi un importante cambiamento strategico, creando il proprio portale che offrirà giochi a tutti gli utenti, senza dover passare per Facebook. La versione beta di zynga.com sarà disponibile in 16 lingue. Inizialmente, il sito offrirà cinque giochi (CastleVille, Words With Friends, CityVille, Hidden Chronicles e Zynga Poker).

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Europa blocca fusione tra NYSE e Deutsche Börse

 Mercoledì mattina a Bruxelles, i commissari europei hanno votato contro la proposta di fusione tra la Deutsche Börse e l’operatore NYSE Euronext. La Commissione europea ha stimato che l’operazione avrebbe “danneggiato in maniera significativa la concorrenza”.

NYSE Euronext e Deutsche Börse catturano oltre il 90% delle transazioni di derivati effettuate sui mercati dedicati, attraverso ​​Liffe ed Eurex. Entrambi gli operatori possono ricorrere alla Corte di giustizia dell’Unione europea in Lussemburgo, ma il processo potrebbe richiedere da uno a due anni.

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La Cina e gli investitori stranieri

 Sembra che gli investitori non siano gli unici preoccupati per il rallentamento della crescita economica della Cina. Anche se un dato trimestrale dell’8,9% non può essere considerata una “brutta notizia”, almeno per la maggior delle economie più importanti, il risultato non sembra essere abbastanza soddisfacente per la stessa Cina. Ma il governo cinese vuole accrescere la fiducia nel mercato nazionale, tanto che ha anche allentato le politiche che limitano l’acquisto di beni cinesi da parte degli stranieri.

Lo scorso dicembre, la China Securities Regulatory Commission (CSRC) ha concesso 14 licenze Qualified Foreign Institutional Investors (QFII). Le istituzioni con licenze QFII sono le uniche entità straniere (ad esempio le banche) cui è consentito comprare o vendere titoli denominati in yuan o investire nei mercati azionari cinesi.

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