Tata Motors, utile al di sotto delle attese degli analisti

 Tata Motors, uno dei principali produttori di auto del continente asiatico, ha reso noto di aver conseguito un calo dei profitti pari a 15 punti percentuali, deludendo pertanto le principali stime degli analisti locali e internazionali. Alla base di questo risultato certamente inatteso, vi è l’andamento non proprio ottimale delle vendite di auto in India, e l’incremento dei costi delle materie prime utilizzate all’interno degli impianti della compagnia.

L’utile del secondo trimestre fiscale è così diminuito a 18,8 miliardi di rupie (circa 370 milioni di dollari), rispetto ai 22,2 miliardi di rupie dello stesso periodo dello scorso anno. I profitti si assestano così ben al di sotto dei 21 miliardi di rupie attesi dagli osservatori internazionali. Fatturato in buona crescita (+ 27 punti percentuali) a 359,4 miliardi di rupie.

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Nissan e Honda riavviano parte della produzione nel Sud Est asiatico

 Nissan e Honda, alcuni tra i principali produttori auto dell’Asia, hanno affermato di aver riavviato alcune linee produttive dei propri impianti thailandesi. In precedenza, le fabbriche erano state costrette a chiudere i battenti a causa delle straordinarie alluvioni che avevano colpito il territorio, con danni da acqua che non erano mai stati riscontrati in simil maniera da oltre 70 anni a questa parte.

Nissan, che aveva cessato le proprie attività nell’impianto di Samut Prakan il 14 ottobre, ha pertanto dichiarato di aver parzialmente ripreso l’operatività nell’unità in questione. Lo stesso ha dichiarato Honda, il terzo principale produttore auto del Giappone, che ha riavviato alcune linee produttive nel Paese duramente colpito dalle alluvioni dello scorso mese, che hanno provocato vittime e ingenti pregiudizi alle attività economiche.

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Il Gruppo Menarini fa il suo ingresso in Asia acquisendo Invida

 Una immersione profonda nelle realtà asiatiche più sviluppate: è questo ciò che attende il Gruppo Menarini, azienda farmaceutica fiorentina che consolida la propria leadership italiana nel mondo aprendo le classiche attività a paesi come Singapore, Cina, Hong Kong, India, Malesia, Filippine, Corea del Sud e Taiwan. In effetti, la multinazionale in questione è riuscita ad assicurarsi l’acquisizione della quota del 100% di Invida grazie alla collaborazione fondamentale della società finanziaria singaporegna Temasek Holdings. Che cosa si prospetta ora con questo ampliamento nell’area dell’Asia-Pacifico? Il gruppo acquisito, Invida, può vantare una presenza molto forte nel continente per quel che concerne il settore farmaceutico, con un tasso di crescita che ogni anno riesce addirittura ad arrivare ai venti punti percentuali.

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Banco Popolare: diverse opzioni per aumentare il Core Tier 1

 L’utile netto del Banco Popolare nei primi nove mesi di questo anno non è stato certo incoraggiante: il gruppo cooperativo di Verona ha fatto registrare in effetti un ammontare pari a 324 milioni di euro, mentre esattamente 365 giorni fa lo stesso valore era decisamente superiore (467 milioni per la precisione). Bisogna comunque sottolineare che questo dato era stato influenzato nel 2010 dai crediti per imposte anticipate, in riferimento a un altro istituto di credito, Banca Italease. La banca veneta non può invece lamentarsi dei proventi operativi, rimasti sostanzialmente invariati. Per quel che riguarda, poi, il Core Tier 1, vale a dire la componente primaria di capitale, è stata raggiunta quota 6,5%, ma tale percentuale è destinata ad aumentare ancora nel corso dei prossimi mesi. Cosa intende fare, dunque, nell’immediato futuro il Banco Popolare?

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General Motors riconquista lo scettro dell’auto

 Qualche anno fa General Motors si era vista scippare lo scettro di sovrano del settore auto da parte della Toyota Motor. La compagnia giapponese, al termine di una lunga cavalcata che le aveva permesso di recuperare posizioni su scala internazionali, aveva così coronato il proprio sogno di diventare il leader mondiale delle quattro ruote, con un regno che sembrava destinato durare piuttosto a lungo.

Tuttavia, complici le disavventure del 2011, al vertice del palazzo automotive si è dovuto registrare il controsorpasso di General Motors, che è ritornata ad essere il principale costruttore di veicoli al mondo, riprendendosi quella posizione che aveva perso appena tre anni fa per mano del concorrente giapponese.

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Trimestrali, Cisco consegue risultati oltre le attese

 Nonostante la ristrutturazione ancora in atto – i cui effetti sono stati particolarmente influenzanti anche nel corso dell’ultimo trimestre fiscale – Cisco può comunque sorridere osservando i propri risultati economico finanziari. Risultati che vanno al di là delle attese della maggior parte degli analisti finanziari locali e internazionali, e confermano l’appeal commerciale della compagnia, soprattutto per quanto concerne il comparto telefonico, dove l’azienda ha potuto consolidare un discreto flusso di ordinativi.

La trimestrale di Cisco si è così potuta chiudere in maniera positiva e oltre le previsioni degli analisti. Il fatturato sembra essere – come ovvio che sia – la determinante principale di questo sviluppo, con ricavi da vendite e da prestazioni in incremento di 4,7 punti percentuali a quota 11,26 miliardi di dollari. In calo, di 8 punti percentuali, l’utile netto, ora pari a 1,8 miliardi di dollari, equivalenti a circa 33 centesimi per ogni singola azione.

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Nvidia, risultati trimestrali oltre le stime

 Nvidia, uno dei big dell’information technology mondiale, ha affermato di aver chiuso il terzo trimestre dell’anno con risultati molto positivi, a partire dalla prima riga del conto economico periodale (con fatturato in ottimo incremento) per terminare con la riga che chiude questo documento del bilancio aziendale. Il merito è attribuibile alla nuova gamma di prodotti, ma non solo.

I risultati del terzo trimestre fiscale 2012 (che, non essendo coincidente con il periodo solare, è terminato il 30 ottobre 2011) sostengono un fatturato pari a 1,07 miliardi di dollari, in aumento di quasi 5 punti percentuali rispetto ai risultati conseguiti nel corso del precedente trimestre, e di oltre 26 punti percentuali in più rispetto agli 844 milioni di dollari che vennero rilevati dalla società nel corso dello stesso trimestre dello scorso anno.

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Saglia (Sviluppo Economico): nessun decreto sulle biomasse

 Il Ministero dello Sviluppo Economico lascia in eredità al nuovo governo tecnico che si sta per formare anche un nodo piuttosto spinoso per quel che concerne le cosiddette biomasse: come è noto, si tratta di materiali di origine animale e vegetale che non subiscono la fossilizzazione e sono in grado di produrre un importante quantitativo di energia. Come ha spiegato il sottosegretario allo stesso dicastero di Via Veneto, Stefano Saglia, non è stato varato alcun decreto a tal proposito, visto che gli unici testi che contengono qualche riferimento sono quelli relativi alle importazioni e al cosiddetto burden sharing (la suddivisione tra le varie regioni degli oneri per il raggiungimento degli obiettivi imposti dall’Ue in materia di fonti rinnovabili). Alcuni organi di stampa avevano fatto riferimento proprio a un possibile decreto sulle biomasse, ma ora è arrivata questa secca smentita.

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Saras, una trimestrale costellata dalle difficoltà economiche

 In questo mese di novembre così ricco di trimestrali, quella di Saras è stata caratterizzata da segnali di evidente difficoltà: la spa petrolifera di proprietà della famiglia Moratti ha infatti diffuso i dati relativi al resoconto intermedio di gestione alla data dello scorso 30 settembre, un documento che comunque non è stato ancora sottoposto alla revisione dei dati contabili. Che cosa è emerso di preciso? Il consiglio di amministrazione della compagnia di Sarroch ha approvato le stime in questione, le quali hanno messo in luce un terzo trimestre del 2011 costellato da un contesto negativo di riferimento, soprattutto per quel che concerne il settore della raffinazione europea. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da dire che il margine operativo lordo è stato positivo per un totale di ventitre milioni di euro, un risultato che è stato possibile ottenere grazie ai proventi conseguiti mediante gli strumenti derivati per le operazioni di copertura.

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Citigroup vende EMI a Vivendi e Sony

 Citigroup ha concluso un accordo che la porterà a vendere EMI Group – operatore tra i leader mondiali nel settore della musica – ad una cifra che si avvicina ai 4,1 miliardi di dollari. A comprare la società. Gli acquirenti di EMI saranno Vivendi, attraverso la Universal Music Group, e la Sony, che guida un altro gruppo di compratori, di cui fa parte anche il miliardario David Geffen.

La EMI verrà pertanto scissa in due componenti: il primo, che andrà a ricondursi all’interno del recinto di competenza della UMG di Vivendi, riguarderà i soli prodotti discografici, e verrà acquistato ad una cifra di circa 1,2 miliardi di sterline; il secondo, che invece sarà ricondotto nella galassia di acquirenti guidata da Sony, prevede la compravendita della divisione relativa alle attività di publishing, per 2,2 miliardi di dollari.

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