Divenuta improvvisamente famosa in tutto il mondo per il disastro nucleare di Fukushima, la Tepco – Tokyo electric power co. – compagine amministratrice dell’impianto colpito dallo tsunami conseguente al terremo dell’11 marzo 2011 che ha colpito l’arcipelago nipponico, è stata costretta a chiudere il bilancio fiscale 2011 / 2012 con risultati estremamente negativi, diretta conseguenza dei fatti tristemente famosi, che hanno catalizzato l’attenzione di tutto il Pianeta.
La Tepco ha così annunciato perdite annuali per 781 miliardi di yen, pari a poco più di 9,75 miliardi di dollari al cambio attuale. Un risultato che, come si potrà intuire, è straordinariamente negativo, e va perfino al di là delle nere previsioni degli osservatori internazionali, che attendevano perdite ingenti, ma non certo ammontanti all’incredibile risultato netto negativo conseguito dall’azienda.
Panasonic, una delle società giapponesi più note sul fronte dell’elettronica di consumo, ha pubblicato dei dati di periodo particolarmente deludenti se confrontati con le attese degli analisti. L’anno fiscale 2011 / 2012 (che per la compagnia nipponica si è concluso il 31 marzo), trascina al ribasso i principali valori di conto economico per l’azienda di Osaka, che ha dovuto affrontare dei trimestri non proprio agevoli.
Standard & Poor’s ha diramato alcune importanti considerazioni su quanto potrebbe accadere in caso di mancato apporto di nuovi capitali alla finanza internazionale, prevedendo uno scenario estremamente negativo se nel corso dei prossimi quattro anni non arriveranno almeno 46 trilioni di dollari, di cui 30 per rifinanziare i bond in scadenza e i prestiti erogati nel periodo pre crisi, e 13-16 trilioni di finanziamento della crescita.