L‘Italia, la quarta nazione più indebitata del mondo, deve rimborsare o rifinanziare circa 90 miliardi di euro di debito in scadenza tra febbraio e aprile. Nonostante le persistenti preoccupazioni degli investitori sullo stato delle finanze pubbliche, i rendimenti dell’asta di Lunedì si attestanto ad un livello di quasi un punto percentuale più basso rispetto a quello toccato un mese fa.
La domanda è stata trainata principalmente dagli investitori nazionali, mentre gli operatori internazionali sembra abbiano preferito esercitare più cautela, in attesa di una soluzione duratura alla crisi del debito sovrano europeo. Buon risultato dunque, sostanzialmente in linea con le attese, che riflette una situazione di miglioramento per il mercato dei titoli italiani.
L’Italia è stata in grado, senza difficoltà, di collocare 7,47 miliardi di euro di titoli di debito con tassi nettamente inferiori, soprattutto sulle scadenze a 5 e 10 anni. Tale risultato, secondo la Banca d’Italia e gli analisti, confermerebbe un parziale allentamento delle tensioni sui mercati.
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IPO imminente per Facebook?
Facebook si sta preparando a sbarcare in Borsa, con una IPO da record. Per il “Wall Street Journal”, secondo cui il valore sarebbe compreso tra i 75 e i 100 miliardi di dollari, il dossier potrebbe essere depositato Mercoledì. “La data esatta” di questo passo preliminare prima della IPO è ancora oggetto di discussioni, secondo il quotidiano finanziario, il quale sostiene che la banca di investimenti Morgan Stanley avrebbe ottime possibilità di condurre l’operazione. Anmche Goldman Sachs potrebbe svolgere un ruolo importante.
Il 25 gennaio, Bloomberg aveva indicato che lo scambio di titoli del social network, che vanta più di 800 milioni di utenti in tutto il mondo, era stato sospeso sulle piattaforme private come Second Market o SharePost privati. Questo lasciava supporre una imminente decisione sull’introduzione in Borsa di Facebook.
Standard & Poor’s declassa ancora il rating di Cattolica Assicurazioni
In un periodo in cui le agenzie di rating continuano ad accanirsi contro l’Italia e qualsiasi suo rappresentante a livello economico e istituzionale, non fa sicuramente notizia il fatto che la valutazione di Cattolica Assicurazioni sia stata rivista al ribasso: il rating della cooperativa veronese, specializzata appunto in polizze, è stato infatti ridotto da BBB+ a BBB da Standard & Poor’s. Non si tratta certo di un fulmine a ciel sereno, anche perché giusto una decina di giorni fa la stessa compagnia americana aveva declassato il gruppo veneto come riflesso delle cattive condizioni economiche dell’Italia. Il nuovo giudizio rappresenta sempre un collegamento alla discreta affidabilità della società, ma con un outlook che rimane in maniera preoccupante negativo. Quali motivi hanno spinto la stessa Standard & Poor’s a infierire ulteriormente? In pratica, la correzione a cui si sta facendo riferimento non è altro che una diretta conseguenza del downgrade che ha visto come protagonista il debito pubblico del nostro paese.
Samsung ottiene utili record grazie agli smartphone
Il gigante sudcoreano Samsung Electronics, rivale di Apple, l’azienda statunitense di Cupertino, ha registrato vendite record nel 2011 grazie al successo dei suoi smartphone. L’ utile netto dello scorso anno è stato di 9,3 miliardi di euro, in calo del 17% rispetto al 2010, ma il fatturato di Samsung ha stabilito un nuovo record: 112,4 miliardi di euro (+6,7%).
Samsung ha realizzato nel quarto trimestre risultati in forte crescita, sia in termini di vendita che di profitti. In rialzo del 52%, le vendite della divisione “Telecomunicazioni” , che comprende i telefoni ma esclude smart card o monitor, sono state alimentate dalle vendite del Galaxy SII, rivale di iPhone di Apple, e da quelle del Galxy Note, un ricevitore che si colloca a metà strada tra un tablet e un telefono. “Nonostante l’aumento della concorrenza in un contesto di recessione economica mondiale, la nostra divisione ‘Telecommunication’ continua a raccogliere solide entrate, con un posizionamento rafforzato degli smartphone di fascia alta”, ha dichiarato Robert Yi, vice presidente di Samsung Electronics, in una dichiarazione .
Facile&Sicuro, la nuova cultura della moneta elettronica
Si chiama “Facile&Sicuro” il nuovo progetto concretizzato da due tra le più celebri associazioni dei consumatori, l’Adiconsum e il Movimento Difesa del Cittadino: si tratta di un piano che fa parte di una iniziativa ancora più grande, il Noi&Unicredit della banca di Piazza Cordusio, e che prevede la diffusione della cultura della moneta elettronica. Inoltre, un altro obiettivo che le due associazioni vogliono perseguire è quello di comprendere meglio i motivi per i quali gli italiani stentano ancora da questo punto di vista. In effetti, nel 2010 il nostro paese è risultato ben al di sotto della media del Vecchio Continente per quel che concerne l’utilizzo di pagamenti elettronici (bancomat e carte di credito in primis), con soltanto venticinque transazioni a testa (i cittadini europei ne vantano invece cinquantasette). La stessa Unicredit ha provveduto a stilare l’elenco dei motivi per i quali gli italiani non usano in modo così frequente le carte di pagamento.
Nokia in rosso, ma spera con Lumia
E’ toccato a Nokia pubblicare i risultati finanziari per il quarto trimestre: un anno tra perdite operative e vendite che superano le aspettative.
Nokia, il numero uno al mondo dei telefoni cellulari, è caduto pesantemente in rosso nel 2011, registrando una perdita netta di 1,2 miliardi di euro nel 2011 di cui 1,07 miliardi solo nel quarto trimestre, secondo la relazione finanziaria rilasciata Giovedì.
Nel 2010, Nokia aveva concluso con un utile netto di 1,8 miliardi di euro, 745 milioni dei quali nel quarto trimestre. In un anno, il fatturato di Nokia è crollato del 9%, a 38,6 miliardi e una flessione del 21%, a 10 miliardi, nel quarto trimestre del 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010.
La Cina e gli investitori stranieri
Sembra che gli investitori non siano gli unici preoccupati per il rallentamento della crescita economica della Cina. Anche se un dato trimestrale dell’8,9% non può essere considerata una “brutta notizia”, almeno per la maggior delle economie più importanti, il risultato non sembra essere abbastanza soddisfacente per la stessa Cina. Ma il governo cinese vuole accrescere la fiducia nel mercato nazionale, tanto che ha anche allentato le politiche che limitano l’acquisto di beni cinesi da parte degli stranieri.
Lo scorso dicembre, la China Securities Regulatory Commission (CSRC) ha concesso 14 licenze Qualified Foreign Institutional Investors (QFII). Le istituzioni con licenze QFII sono le uniche entità straniere (ad esempio le banche) cui è consentito comprare o vendere titoli denominati in yuan o investire nei mercati azionari cinesi.
Assosim certifica il calo del mercato mobiliare nel 2011
Un calo superiore ai cinque punti percentuali: Assosim, la società che rappresenta gli intermediari mobiliari del nostro paese, ha messo in luce questo ribasso del 5,15% nel corso del 2011, un dato che si riferisce al volume totale di scambi del settore e che è stato confrontato con quello dell’anno precedente. Il rapporto dell’ente, inoltre, è molto utile perché consente di comprendere quali sono stati i trend nei segmenti di riferimento di Borsa Italiana e presso l’EuroTlx, il mercato di riferimento per i titoli obbligazionari di tipo retail. Volendo essere ancora più precisi, poi, l’importo effettivo di questi stessi scambi è stato pari a 709 miliardi di euro.
Petroplus si prepara al fallimento
Petroplus, il più grande raffinatore indipendente d’Europa, si prepara al fallimento. Il gruppo, la cui sede è in Svizzera, ha annunciato la moratoria concordataria sia per la divisione nazionale che per le filiali all’estero, a causa dell’esito negativo delle trattative condotte con i suoi creditori.
L’azienda, vittima del crollo dei margini di raffinazione e dell’elevato carico di debito risultante dal suo modello di business (apporto di capitali da parte di società di private equity), è stata costretta, nelle ultime settimane, a condurre serrate trattative con gli istituti di credito dopo la negazione, da parte di questi ultimi, della concessione di una linea di credito, nel mese di dicembre.
Una situazione che equivale a “una situazione di default” per 1,75 miliardi dollari (1,3 miliardi di euro) di debito che ha accumulato la società.”Abbiamo lavorato duramente per evitare questo esito, ma non siamo assolutamente in grado di giungere ad un accordo con i nostri finanziatori per risolvere questi problemi” data la difficoltà di accesso al credito in Europa, e la situazione dei mercati della raffinazione, ha affermato l’amministratore delegato di petroplus, Jean-Paul Vettier, in una dichiarazione.
Facebook come una Banca centrale?
Il nome di Mark Zuckerberg, il ventisettenne fondatore di Facebook, non viene certo associato a quello di Ben Bernanke, 58 anni, capo della Federal Reserve (FED). Ma i primi passi di Facebook nel business della creazione di moneta, stanno andando così bene che un confronto con la banca centrale, e quindi tra i due rispettivi boss, diventa allettante.
Tutto è iniziato nel 2009, con il lancio sperimentale del sistema dei Facebook Credits, pubblicizzato come “il modo semplice e sicuro per comprare le cose su Facebook”. Inizialmente tutto si limitava a piccolezze del mondo virtuale. I crediti potevano essere spesi per comprare lingotti d’oro immaginari per gli appassionati di Mafia Wars, o mazzi di fiori virtuali per messaggi di compleanno da recapitare agli amici di Facebook. Una innovativa forma di moneta digitale, anche piuttosto veloce e carina, ma sostanzialmente inutile per le attività tradizionali.