Potenziata la linea di credito revolving per Piaggio

 Piaggio, la celebre compagnia toscana che è famosa in tutto il mondo per la sua Vespa, ha ancora bisogno di denaro liquido per sopravvivere: non si spiega altrimenti l’aumento di importo che è stato deciso in relazione alla linea di credito revolving già sottoscritta qualche mese fa. Nel dettaglio, il gruppo di Pontedera ha potuto beneficiare verso la fine dello scorso anno di un prestito a medio termine di ammontare pari a 130 milioni di euro. In pratica, l’intera operazione è stata gestita da una serie di banche internazionali piuttosto importanti: ora, grazie anche al contributo messo a disposizione da altri due istituti di credito, Mediobanca e Intesa Sanpaolo, quella somma di denaro è salita fino a duecento milioni, una generosità piuttosto tangibile. Il comunicato di Piaggio ha voluto chiarire gli intenti di una mossa del genere e le prospettive più reali per il futuro.

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Web Economy: pesa per l’8,3% del Pil britannico

 Secondo una recentissima ricerca condotta dal Boston Consulting Group, la Gran Bretagna sarebbe il Paese del G20 leader per quanto concerne la web economy. Nell’area, infatti, l’8,3% del prodotto interno lordo sarebbe rappresentato proprio dall’economia che ruota intorno alla rete. Inoltre, il 13,5% degli acquisti viene effettuato su internet, e un cittadino su quattro dichiara di preferire un anno di astinenza sessuale piuttosto che la rinuncia al collegamento a banda larga. E non è finita qui.

Al di là dello straordinario peso della web economy sul prodotto interno lordo britannico, a sorprendere sono anche i termini assoluti della ricerca del Boston Consulting Group. La web economy d’oltre manica sarebbe infatti già valutata ben sopra i 121 miliardi di sterline (circa 140 miliardi di euro), valore che si riferisce all’ultimo dato statistico utile (il 2010), e che oggi si ritiene superata di una probabile doppia cifra.

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Ups acquista Tnt

 Ups, il leader mondiale delle consegne “rapide”, ha annunciato di aver acquistato la concorrente olandese Tnt per un controvalore pari a 5,16 miliardi di euro, per un importo pari a 9,5 euro per azione. Ad annunciarlo è una nota congiunta prodotta dalle due società, che precisa come il valore offerto da Ups a Tnt sia del 53,7% più elevato rispetto al prezzo di Borsa della scorsa settimana, prima dell’annuncio dell’avvio della fase finale delle trattative che hanno coinvolto le due società in questione.

Stando a quanto emerge dalle prime previsioni approfondite, la fusione tra Ups e Tnt creerà il leader globale nel settore della logistica, con un fatturato complessivo che supera i 45 miliardi di euro. L’operazione consentirà ionltre al gruppo americano di poter rafforzare la propria posizione in Europa, in Asia e in America Latina, con la generazione di sinergie per quasi mezzo miliardo di euro nel giro di quattro anni.

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I risultati finanziari del 2011 di AcegasAps

 Anche per AcegasAps è giunto il fatidico momento di rendere noti i risultati finanziari che sono stati conseguiti nel corso del 2011: l’azienda multiservizi di Trieste, celebre soprattutto per essere quotata all’interno del segmento Standard di Borsa Italiana, ha messo in luce, in particolare, dei ricavi netti in buon rialzo, vale a dire 15,7 punti percentuali in più che equivalgono sostanzialmente a oltre settantanove milioni di euro da aggiungere alle rilevazioni di un anno fa. Questo traguardo è stato raggiunto grazie alle buone performance del settore energetico e di quello del gas, protagonisti di un buon incremento per quel che concerne il fatturato totale. Lo stesso discorso vale anche per il comparto relativo ai servizi, con quasi undici punti percentuali di aumento. Come si spiega l’andamento così brillante dell’energia elettrica?

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Banca Centrale Europea positiva sui risultati compiuti dall’Italia

 Sono positive le considerazioni espresse dalla Banca Centrale Europea nel suo periodico bollettino, nel quale si rileva – tuttavia – l’ennesima flessione nella fiducia dei consumatori, e alcuni aspetti di aleatorietà che potrebbero compromettere le speranze di crescita sul medio termine.

L’istituzione monetaria commenta l’attuale evoluzione del mercato europeo partendo dalla fine, dai due maxi finanziamenti a tassi di interesse agevolati che sono stati posti in essere permettere al mercato bancario di poter ottenere le opportune iniezioni di liquidità tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, e che – stando a quanto afferma l’istituto di Mario Draghi – “potrebbero aver contribuito a contenere gli effetti di contagio della crisi del debito sovrano”.

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La tregua sui prezzi dei carburanti è già finita

 La tregua è durata giusto il giro di qualche ora, ma ora tutto è tornato tristemente come era prima: i carburanti italiani non smettono di aumentare e il problema vero e proprio sta tutto nel fatto che non si conosce il momento esatto in cui questi rincari termineranno. In effetti, bisogna sottolineare che i prezzi internazionali della benzina e del diesel si sono attestati su due quote ben precise, vale a dire 1.166 e 1.079 dollari per ogni singola tonnellata, dunque è praticamente inevitabile che le varie reti nazionali ne risentano in modo decisivo. L’Ente Nazionale Idrocarburi era stato capace nei giorni scorsi di frenare almeno in parte le tariffe in continua impennata, ma la giornata odierna si è subito caratterizzata per il rialzo dei prezzi raccomandati, con la benzina stessa che ha fatto registrare un incremento di 0,6 centesimi al litro, poco al di sopra del diesel (0,5 centesimi per la precisione).

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Goldman Sachs: i vertici respingono le accuse

 Non è stato un fine settimana particolarmente agevole quello appena trascorso, per i vertici di Goldman Sachs. La motivazione è da ricollegarsi all’editoriale pubblicato sul New York Times qualche giorno fa, a firma di Greg Smith, un dirigente di medio livello che lavorava negli uffici londinesi della banca d’affari, e che ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni in contrasto con la cultura azienda preponderante nell’istituto.

Stando a quanto affermato da alcuni articoli pubblicati sul Financial Times, i vertici societari sarebbero fortemente preoccupati per l’articolo, che costituirebbe altresì una la punta dell’iceberg di un malumore latente nell’organizzazione aziendale, con la dirigenza sempre più contraria all’operato del gruppo dei top management, guidato dall’amministratore delegato Blankfein.

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Mercato auto europeo in calo record

 E’ un crollo record quello riscontrato dal mercato auto del vecchio Continente, che nel corso del mese di febbraio ha subito un passo indietro di 9,2 punti percentuali nel volume di immatricolazioni rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo dell’anno precedente, per un numero complessivo di nuovi veicoli venduti pari a 923.381 unità, conseguendo di fatti il quinto calo mensile consecutivo nel dato statistico.

A sostenerlo è stato negli scorsi giorni l’ACEA, l’Associazione Europea che riunisce i produttori di auto, secondo cui il declino sarebbe altresì stato la contrazione più grave dal mese di ottobre 2010, quando il passo indietro delle immatricolazioni si concretizzò in un – 16 punti percentuali. Complessivamente, le vendite del primo bimestre dell’anno si sono contratte di 7,8 punti percentuali a 1,93 milioni di veicoli.

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Paypal attacca il mercato cinese

 Paypal, la divisione di eBay che gestisce il business dei pagamenti elettronici, sta per aggredire in maniera incisiva il mercato cinese, volendo divenire il primo operatore straniero con licenza a effettuare operazioni di intermediazioni dei pagamenti digitali. Una mossa che dovrebbe permettere a Paypal di entrare in diretta concorrenza con il gruppo Alibaba (con l’affiliata Alipay) in uno dei mercati più appetibili del pianeta.

“Siamo cautamente ottimistici che otterremo una licenza” – ha dichiarato il vice presidente per l’Asia Ruper Keeley durante un recente briefing tenutosi a Hong Kong. Una fiducia che evidentemente si basa su sostanziali rassicurazioni, e che dovrebbe permettere a Paypal di tagliare un nuovo invidiabile traguardo nella strada della maggiore espansione sui mercati internazionali.

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Fincantieri si accorda con la Marina Usa per due navi

 Fincantieri sta assumendo decisamente i colori della bandiera americana: proviene infatti proprio dagli Stati Uniti l’ultima commessa a cui dovrà far fronte la compagnia triestina, più precisamente dalla Marina Militare a stelle e strisce (la Us Navy). Entrando maggiormente nel dettaglio, si tratta di un versamento da ben 715 milioni di dollari che si riferiscono a due costruzioni specifiche, vale a dire le unità che ampliano la serie di pianificazioni che sono state analizzate a partire dal 2010 con il programma denominato Littoral Combat Ships (meglio noto con l’acronimo Lcs). Fincantieri fa parte del consorzio attivo in questo senso, vale a dire quello che è guidato da una multinazionale ancora più importante, la Lockheed Martin, celebre per le sue opere in ambito ingegneristico e della difesa.

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