Fmi, la crescita mondiale è ferma

L’Fmi non lascia spazio a speranze: la crescita mondiale sarà debole, pari al 3% per i prossimi 5 anni. Su questo fattore dovranno lavorare gli Stati al fine di non trovarsi male nel breve e nel medio periodo.

Fmi lancia monito agli Stati a livello globale

Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo monetario internazionale (Fmi), parlando all’apertura degli Spring Meeting della Banca Mondiale e dell’FMI, ha sottolineato quando le aspettative pre guerra non siano le stesse attuali. La crescita, per l’Fmi, è calata di quasi il 50%, passando dal 6,1% al 3,4%.

Ragione per la quale non si può pensare di agire in modo non deciso. L’esperta ha spiegato che l’economia mondiale sta rallentando e lo farà per tutto il 2023, portando la crescita a meno del 3%.

L’inflazione ancora alta e le tensioni geopolitiche mondiali ancora non consentono di poter contare su una ripresa più forte. E questo è un problema che non può essere ignorato, soprattutto in questi paesi come l’Italia che sono più deboli dal punto di vista del debito.

Per i prossimi cinque anni, spiega l’esperta dell’Fmi, ci si aspetta una crescita globale del 3%. E si tratta della previsione riguardante tale fattore più bassa dal 1990, anche a causa del rallentamento dell’economia cinese.

Secondo gli economisti sono tre le grandi sfide che l’economia mondiale deve affrontare. La Georgieva ha spiegato che l’inflazione è forse quella più importante: e che si spera che le banche centrali mondiali siano in grado di mantenere la loro politica salda. Avendo cura di assicurare la liquidità necessaria per evitare i rischi di stabilità del sistema.

Importante gestire le pressioni del settore bancario

Secondo l’Fmi è importante gestire al meglio le pressioni del settore bancario, cercando di fare attenzione a quelle che possono essere le vulnerabilità di tipo nascosto. Altro problema è quello legato al miglioramento delle prospettive. Per assicurarsi una crescita decente bisogna dedicare attenzione a quelle a medio termine, puntando anche sulla transizione verde.

E anche a modiche nella cooperazione internazionale, lavorando sui costi eccessivi legati a un commercio frammentato che a lungo termine possono erodere il Pil fino a sette punti percentuali. E’ importante, per favorire la crescita mondiale, lavorare davvero sulla collaborazione tra Stati, evitando la dispersione di risorse utili.

Non dimenticando di essere solidali anche con quei paesi che presentano maggiori criticità. Riuscendo in questo modo a evitare dei fastidiosi effetti domino. I moniti provenienti dall’FMI devono essere tenuti da conto per poter essere in grado di gestire, con una maggiore preparazione, anche i problemi interni. Avendo cura di stimolare la crescita in modo corretto.

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