Bitcoin e crypto in crisi per colpa della Cina?

Il 19 maggio è stato già ribattezzato come la Criptoapocalisse e non si può che essere d’accordo se si pensa al crollo di moltissime valute digitali causato dal comportamento della Cina nei confronti di questo strumento finanziario.

Ampie perdite per tutte le criptovalute

In alcuni casi le perdite sono arrivate a toccare il 50%: il Bitcoin, valuta che fino ad ora era stata in grado di percorrere una strada molto interessante, non si è salvata dal decremento che ha portato molti possessori di monete digitali a mettersi le mani nei capelli. E sebbene BTC abbia di guadagnato poi terreno risalendo fino ai 37mila dollari il crollo che lo ha portato a scendere fino a 30 mila ha lasciato il segno.

Peggio di Bitcoin ha fatto il token di Ethereum, che ha perso circa il 40% scendendo a duemila dollari. Più in generale sono state diverse le criptovalute che hanno risentito di questa giornata particolare: la motivazione è, come anticipato, la decisione della Banca Centrale Cinese di bloccare i token digitali come mezzo di pagamento nel paese. Certo, non si è trattato dell’unica ragione: era ormai da settimane che si andava accumulando una tensione particolare all’interno del mercato e l’instabilità naturale dello stesso ovviamente ha fatto sì che la decisione della Banca Centrale Cinese rappresentasse la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Le diverse cause della crisi delle criptovalute

Ad avere un suo peso all’interno della crisi delle criptovalute di questo maggio 2021 è stato anche il comportamento di Elon Musk il quale ha annunciato che la Tesla non avrebbe più accettato pagamenti per le sue auto in Bitcoin a causa delle conseguenze ambientali legate al consumo di energia elettrica necessaria per far funzionare i computer che minano le monete digitali. Questo a livello finanziario si è tradotto in una sorta di retromarcia rispetto al sostegno che gli investitori sentivano Musk avesse dato a Bitcoin.

Ed è proprio sulla valuta di Satoshi Nakamoto che si è abbattuta in maniera più importante questa sorta di marcia indietro del mercato: Bitcoin ha infatti perso negli ultimi 10 giorni praticamente un terzo del suo valore. Qualcosa che non dovrebbe stupire però dato che la volatilità è uno degli elementi caratterizzanti il mercato delle criptovalute e forse quell’elemento che non consentirà in breve tempo di trasformare le monete digitali in un bene spendibile in massa come mezzo di pagamento.

Il fatto che anche i mercati internazionali tradizionali stiano passando un momento difficile a causa della paura di una ripresa dell’inflazione non è stato certo d’aiuto, soprattutto in un contesto nel quale il Bitcoin iniziava ad essere visto come un asset di rifugio rispetto proprio alle problematiche legate all’andamento delle borse.

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