G20, contro Trump ma vince il protezionismo dei mercati

Per quanto Donald Trump ed il suo atteggiamento non piacciano a nessuno, è il protezionismo tanto decantato dallo stesso quello che sembra uscire vincitore dal G20 di Baden Baden. Inutile girarci intorno: nessuno si è espresso in modo nettamente contrario.

E’ infatti evidente come nel comunicato finale non vi sia alcun passaggio contro il protezionismo. Cosa significa questo? Un passo indietro di circa 20 anni a livello economico che coincide non solo con una sorta di nulla di fatto per ciò che concerne l’economia ma anche con una tensione non necessaria nata dall’incontro alla Casa Bianca tra Angela Merkel e Donald Trump.

Gli americani sono riusciti ad ottenere che saltassero tutte quelle impalcature costruite negli anni che hanno mirato ad una costruzione di impegni multilaterali ed ad un commercio basato su regole, ma di tipo bilaterale più che altro e che suona un po’ come la fine del commercio equo che si è cercato tanto di raggiungere. E dalla bozza del documento è sparito ogni riferimento alla lotta ai cambiamenti climatici, punto fermo di Europa e di Barack Obama. grazie anche al sostegno di Cina, India e Arabia Saudita. Il fatto che fonti diplomatiche abbiano fatto sapere che sarebbe potuta andare peggio è tutt’altro che una consolazione: l’aver tentato di mantenere alcuni degli impegni presi in precedenza potrebbe non rivelarsi sufficiente.

Il punto di Mario Draghi nel corso del G20 è stato quello di evitare una guerra fra le grandi valute e una nuova deregulation finanziaria.  Cosa ci si deve aspettare dal futuro? Di certo al momento è la tensione a prevalere.

Photo credit | ANSA

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