L’Italia rischia nuove multe per le quote latte

 Il 2012 rischia di essere un anno pericoloso per quel che concerne i rapporti tra il nostro paese e la Commissione Europea: il motivo del contendere è presto detto, lo sforamento del tetto previsto per le cosiddette “quote latte”. Entrando maggiormente nello specifico, queste ultime non sono altro che il sistema introdotto da Bruxelles nel lontano 1984 per scongiurare la produzione eccessiva di latte; di conseguenza, per gli allevatori degli Stati membri dell’Unione Europea la soglia è stata stabilita a seconda delle quantità commercializzate. La quota italiana è stata però considerata storicamente troppo bassa rispetto al consumo nazionale, dunque le multe accumulate dal governo sono state numerose.

Nel corso degli ultimi tre mesi, per l’appunto, l’Italia rischia di superare il tetto, come affermato candidamente dal nostro ministro dell’Agricoltura, Mario Catania. Quest’ultimo ha voluto ricordare ai produttori come in questo momento storico sia necessario fare riferimento al senso di responsabilità. Nel frattempo, si sta approntando nel dettaglio un decreto ministeriale (lo stesso dicastero agricolo e il Tesoro saranno in prima fila in tal senso) per regolare al meglio la riscossione delle multe comminate negli ultimi anni, visto che si sta parlando ben quattro miliardi di euro (settecento milioni sono esigibili).

L’ultimo biennio è stato caratterizzato da una produzione che è in linea con la quota che è stata assegnata, ma lo sforamento è praticamente dietro l’angolo: ne è una chiara conferma l’andamento della produzione, definita dallo stesso Catania come “preoccupante”, visto che i primi quattro mesi di quest’anno hanno messo in luce un superamento della soglia pari a ben 110mila tonnellate, con una prospettiva di 300mila tonnellate totali in eccesso. Le sanzioni comunitarie non vengono comminate all’Italia da ben tre anni, ma questo trend positivo sembra destinato a terminare. Oltre ai produttori, anche le cooperative agricole dovranno quindi impegnarsi al massimo per evitare le reazioni negative da parte di Bruxelles.

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