Crisi Spagna, è l’ora della verità

 La Spagna è quasi arrivata al capolinea. Anche se il premier Mariano Rajoy si sta impegnando per evitare il ricorso alla nuova forma di protezione europea, i gestori dei principali fondi sono convinti non solo che il Paese iberico richiederà l’intervento dell’Esm e dello scudo anti-spread, ma che sarà destinato a muovere tale richiesta già nelle prossime due settimane: in caso contrario, la bolla spagnola esploderà, con una deflagrazione che rischia di trasccinare nella polvere anche il vicino Stivale.

Sotto questa visione, assume un altro connotato l’insieme di iniziative che Rajoy sta ponendo in essere per cercare di arginare le difficoltà. Il ricorso all’aiuto europeo è infatti soggetto al raggiungimento di alcune rigide condizioni di bilancio, e sarebbe proprio per tale motivo che Rajoy sta cercando altre strade prima di ammettere al mondo che la Spagna ha necessità dell’aiuto dell’Europa.

“In un’intervista al Wall Street Journal” – riportava poche ore fa l’edizione online de Il Sole 24 Ore – “Rajoy ha indicato che chiederà gli aiuti solo se i tassi di interesse sul debito di Madrid «resteranno alti per molto tempo» e se le condizioni poste dall’Ue saranno «accettabili». Questa la sua ricetta. Nel frattempo, non potrà ignorare la pressione dei mercati che, dopo una tregua estiva (con lo spread Spagna/Germania scivolato da 600 a 450 punti base) sta tornando nelle ultime sedute a farsi sentire”.

“Fino a quale soglia Rajoy potrà tirare la corda?” – si domanda il giornale – “Questa domanda interessa da vicino anche l’Italia e suoi BTp, inevitabilmente legati alla questione spagnola. Nel caso Rajoy non dovesse chiedere gli aiuti, lo spread spagnolo potrebbe salire anche in area 800 e a quel punto la Spagna sarebbe “costretta” a cedere – spiega Nicolò Nunziata di J&C Associati -. L’Italia dovrebbe difendersi molto meglio, perché il taglio degli sprechi pubblici è oramai cominciato e porterà in futuro un sensibile miglioramento sul fronte del deficit. È ovvio che qualora anche l’Italia dovesse in futuro nuovamente essere messa in discussione, richiedere velocemente la “protezione” del fondo è sicuramente conveniente”.

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