L’Inran rischia seriamente la cancellazione

 Il nostro paese è celebre a livello internazionale per diversi motivi, ma anche e soprattutto per la dieta mediterranea: eppure, c’è una istituzione strettamente collegata al settore alimentare che rischia addirittura di scomparire. Si tratta dell’Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), visto che è da qualche tempo che si parla di una ristrutturazione, ma il Ministero delle Politiche Agricole sembra pronto a cancellare per sempre questo punto di riferimento per il comparto. Lo scenario più positivo prevede invece che l’istituto venga accorpato all’interno di altri enti, ma in questa maniera si andrebbero a compromettere sia l’autonomia che l’identità complessive.

Le risorse finanziarie messe a disposizione sono sempre meno e non è certo un bel segnale, dato che si sta parlando di una struttura di ricerca completamente indipendente e non è un caso che sia stata addirittura promossa una raccolta di firme contro la chiusura. L’appello in questione è molto chiaro. In pratica, si chiede di mantenere la ricerca in ambito nutrizionale ancora pubblica e non soggetta a logiche che hanno a che vedere soltanto con la produzione commerciale o con altri interessi, spesso parziali e poco affini. Con tutta probabilità, si pensa di cancellare l’Inran per risparmiare stipendi e altri costi ritenuti inutili, ma le conseguenze negative potrebbero essere rappresentate da una maggiore spesa dal punto di vista sanitario nel medio termine.

Tra l’altro, questa scelta così drastica si sposa molto male con l’importanza della sicurezza alimentare e dell’alimentazione corretta che è stata ribadita da Mario Catania e Renato Balduzzi, ministri rispettivamente dell’Agricoltura e della Salute. L’accorata richiesta di ripensamento è stata avanzata anche per ottenere delle risorse finanziarie che siano adeguate a tal proposito. Una delle principali sottoscrizione è già giunta dal Movimento Difesa del Cittadino, associazione dei consumatori che ha ribadito l’essenzialità dell’istituto e la necessità di mantenere in piedi una struttura utile e preziosa.

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