Germania, austerità in tempo di crisi

 Il governo tedesco prevede di ridurre il deficit più velocemente di quanto previsto. Un nuovo giro di vite è alle porte, nonostante la crisi.
La Germania procede alta velocità. Venerdì, diversi media tedeschi hanno lasciato intendere che il primo requisito della regola d’oro fiscale potrebbe essere completato con due anni di anticipo. Secondo il progetto che avrebbe presentato il ministro delle Finanze,   il deficit di bilancio dello Stato federale, a partire dal 2014, dovrebbe essere portato al di sotto dello 0,35% del PIL. La riforma costituzionale del 2009 aveva fissato  come termine ultimo per soddisfare tale criterio il 2016. In pratica questo significa che Wolfgang Schaeuble punta a raggiungere un deficit federale di 15 miliardi di euro nel 2013 e di 8 miliardi di euro nel 2014.

Nel 2011 tale deficit ammontava a 17,7 miliardi di euro e il bilancio 2012 prevede un disavanzo pari a 26,5 miliardi di euro. In altre parole, ciò che ha annunciato il ministro delle Finanze non è altro che un ulteriore giro di vite. Perché secondo le attuali previsioni ufficiali il deficit federale dovrebbe raggiungere i 25 miliardi di euro nel 2013 e attestarsi a 19 miliardi nel 2014. Per trovare i dieci miliardi di euro mancanti non solo si cercheranno entrate fiscali supplementari, ma ricorrerà anche alla riduzione degli aiuti forniti dal governo federale ai fondi sociali. Verrano anche ridotti le indennità di disoccupazione e gli assegni famigliari. Secondo Spiegel, non si tratta di “un vero e proprio piano di austerità”, perché sono state accantontae riserve durante il periodo di forte crescita nel 2010 e 2011.

Questo progetto sarà presentato al Gabinetto Merkel nel mese di marzo. E’ probabile che sarà adottato considerate le lodi che ha ricevuto nel corso del weekend da parte dei colleghi di Wolfgang Schäuble. Ma come mai tanta fretta? C’era un’emergenza? Probabilmente no, anche perché la Germania non ha davvero problemi di bilancio.

Potrebbe essere principalmente una mossa preventiva. Accettando di dare il via libera all’aiuto greco, Wolfgang Schäuble ha previsto che il conto sarà più salato per la Germania . Da qui il suo desiderio di tornare il più presto possibile ad un bilancio in pareggio per contrastare gli effetti negativi provenienti da un (inevitabile) fallimento della Grecia. Un’altra ipotesi: il colpo di mano ad uso interno. Imponendo una nuova manovra, in aggiunta al piano quadriennale da 80 miliardi di euro annunciato nel 2010, egli conferma la sua posizione di nuovo leader della società. In tal modo la figura di Angela Merkel, altresì indebolita dalle dimissioni del “suo” presidente Christian Wulff, potrebbe essere messa in ombra. Diventando uno Stakhanov del consolidamento fiscale, Wolfgang Schäuble rafforza anche il suo status di uomo forte del Gabinetto di Berlino.

In ogni caso, il messaggio è chiaro: durante la crisi, la Germania continua a stringere la cinghia, qualunque sia il prezzo da pagare.

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