General Motors torna in pole position

 A Cesare quel che è di Cesare. General Motors (GM) è tornata ad essere un leader mondiale nel settore automobilistico. Un titolo di cui il produttore americano è stato detentore per 76 anni, prima di perderlo nel 2008. A Detroit, sede di GM, sembra che  le cose stiano finalmente tornando alla normalità.

Data per morta nel 2009, la Fenice rinasce dunque dalle sue ceneri grazie alla protezione del Capitolo 11, la legge fallimentare statunitense, una sorta di lavagna magica che permette di cancellare gli errori del passato. Meglio di una revisione a 10000 km, un modo per azzerare i contatori (a colpi di tagli di posti di lavoro e stabilimenti e grazie ad una iniezione di 50 miliardi di dollari da parte del Tesoro americano. General Motors ha inoltre rimosso diversi marchi come Pontiac, Saturn, Hummer, Saab).GM detiene ora una quota pari all’11,9% del mercato automobilistico mondiale. Le vendite sono aumentate in tutte le regioni in cui GM opera: +11,4% lo scorso anno nel Nord America, corrispondenti a 2,92 milioni di unità ovvero ad una quota di mercato dell’18,4%. Solo negli Stati Uniti GM è salita del 13%, a 2,5 milioni di unità. In Cina, GM è cresciuta dell’8,3% a 2,55 milioni con le sue joint venture.

Ma cerchiamo di essere onesti. La rinascita di GM è dovuta anche agli sforzi compiuti dalla stessa azienda. La ristrutturazione è stata rigorosa, la qualità è stata notevolmente migliorata. Ma questo ritorno in bonis è altresì riconducibile alle insidie ​​che da due anni stanno ostacolando Toyota: nel 2010 i problemi di qualità, poi lo tsunami che ha colpito l’arcipelago nel marzo 2011 e, sei mesi dopo, le inondazioni in Thailandia, che hanno ritardato e bloccato la rete di fornitura del costruttore giapponese. All’arrivo, non c’è stato fotofinish. Il consorzio di Detroit supera così i 9 milioni di veicoli (esattamente 9,026 milioni), mentre Toyota è appena sotto gli 8 milioni (7,9 milioni con Daihatsu e Hino) facendosi persino rubare il secondo posto da Volkswagen (VW), con 8,16 milioni.

Ma GM potrebbe rischiare di perdere di nuovo quanto ha appena ritrovato. Primo, perché il tasso di crescita di VW è due volte più veloce. In secondo luogo, perché una volta pagate le conseguenze dello tsunami, Honda e Toyota dovrebbe fare un ritorno col botto. Infine, la Cina, ormai il paese in cui GM vende più automobili, dovrebbe rallentare in modo significativo nel 2012, per il secondo anno consecutivo. Il ritorno sulla scena di General Motors potrebbe essere tanto spettacolare quanto effimero.

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