Kodak in bancarotta, finisce un’epoca

 Eastman Kodak, pioniere della pellicola fotografica che ha regalato al mondo le prime foto della luna, altresì simbolo del capitalismo americano, ha presentato istanza di fallimento. La società ultracentenaria con sede a Rochester, a nord dello stato di New York, si è affacciata al nuovo millennio ma ha perso il suo appuntamento più importante: quello con il cambiamento tecnologico e il passaggio al digitale. Kodak, che non registra profitti dal 2007, aveva recentemente cercato di ristrutturarsi, adottando una strategia di diversificazione.

La caduta di Kodak, una notizia che non sorprende ma che tocca soprattutto i nostalgici e gli appassionati della macchina fotografica a pellicola, è iniziata negli anni ’80. Kodak non ha saputo cogliere la sfida (e l’opportunità) della svolta digitale. Un ritardo, e un gap, che Kodak non ha mai saputo recuperare e colmare.

Nel concreto, Kodak e le sue controllate statunitensi, cercheranno di beneficiare della protezione del Capitolo 11 della legge sui fallimenti, davanti al tribunale di New York.  Il crollo di Kodak ha già raggiunto la città di Rochester, New York, dove il gruppo ha sede. Al tempo del suo splendore, Kodak contava più di 60.000 persone. Oggi, i dipendenti sono solo poco più di 7000. Dal 2003, 13 stabilimenti e 130 laboratori sono stati rimossi.L’azienda, che ha una linea di credito di 950 milioni dollari in 18 mesi negoziata con la banca Citigroup, “ritiene di avere liquidità sufficienti per condurre le sue attività nell’ambito del Chapter 11, e continuare a fornire prodotti e servizi ai propri clienti come al solito”, ha scritto Kodak in una nota diffusa in piena notte.

Con l’avvio di tale procedura, l’ex fiore all’occhiello della fotografia mondiale sospende il pagamento dei propri debiti, una condizione necessaria per riorganizzare con più calma.  Il valore di Kodak è ora stimato in 120 milioni di dollari, contro più di 30 miliardi di dollari nel 2004, nel momento in cui lasciò il Dow Jones. Mercoledì, l’azione è scesa di quasi il 30%, precipitando a 44 centesimi.
Kodak si aspetta di vendere il proprio portafoglio di 1.000 brevetti digitali per sopravvivere a un debito stimato in $ 6,8 miliardi. La banca d’investimento Lazard è stata incaricata di trovare acquirenti.

A Wall Street, questo approccio preoccupa, perché gli investitori temono che i potenziali acquirenti tardino a dichiararsi e a farsi avanti  per intascare ciò che rimane di Kodak, a buon mercato.

La memoria del leggendario marchio non andrà perduta. Kodak sta vivendo grazie al denaro preso in prestito, ma la fine è ormai vicina. Soffocata dalla concorrenza, sganciata dalla corsa all’innovazione, non dobbiamo dimenticare che per quasi un secolo la società ha esercitato per molti decenni una sorta di monopolio in questo mercato, ed è stata una vera e propia macchina da guerra in termini di marketing e di comunicazione…Ciribiribi Kodak!

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