Credit Suisse: ricapitalizzazione anti crisi

 Credit Suisse, la seconda banca svizzera, ha lanciato un aumento di capitale per 15,3 miliardi di franchi svizzeri (12,73 miliardi di euro), piegandosi  alle ingiunzioni della banca centrale, la BNS. Credit Suisse ha anche annunciato un utile netto attribuibile agli azionisti pari a  788 milioni di franchi nel secondo trimestre, in crescita del 2,6%.Di fronte alla crisi in Europa, Credit Suisse rafforza la sua base di capitale. La seconda banca elvetica, su cui nel mese di giugno la Banca nazionale svizzera (BNS) aveva puntato il dito per un patrimonio netto ritenuto insufficiente, effettuerà un aumento di capitale per un totale di 15,3 miliardi di franchi svizzeri (12, 73 miliardi di euro). L’istituto procederà all’emissione di bond convertibili, alla vendita di asset e ad un ulterire taglio dei costi per rafforzare velocemente il suo capitale.

Credit Suisse avvierà a tal fine un aumento immediato di 8,7 miliardi di franchi svizzeri cui si aggiungeranno altri 6,6 miliardi entro la fine dell’anno. Queste misure, con l’obiettivo di sostenere la base patrimoniale del gruppo, dovrebbero consentire un incremento del capitale fisso e, in ultima analisi, rappresentare un tentativo di recupero della fiducia degli investitori, dopo le critiche mosse dalla banca centrale svizzera. Secondo la normativa svizzera, considerata più severa rispetto alle regole di Basilea III, le banche dovranno raggiungere un Tier capital ratio del 10% per il 2018.

“La solidità del capitale è di fondamentale importanza per il gruppo”, ha detto il presidente Urs Rohner nella sua dichiarazione. “Dato il contesto attuale, abbiamo deciso di accelerare i nostri progetti d’investimento al fine di eliminare tutti i dubbi sollevati” dalla relazione della BNS, ha aggiunto. La banca centrale ha reagito positivamente alla ricapitalizzazione, stimando che tali misure consentirebbero a Credit Suisse di assorbire le perdite., rafforzando notevolmente la capacità di resistenza della banca.

L’annuncio della ricapitalizzazione giunge inaspettato, dato che a giugno il consiglio di Credit Suisse si dichiarava ancora soddisfatto della situazione dei fondi propri. Di fronte a questo annuncio, la diffusione dei risultati di Credit Suisse, originariamente prevista  per la prossima settimana, è quasi passata in secondo piano.

L’utile netto attribuibile agli azionisti è aumentato del 2,6%, portandosi a 788 milioni di franchi nel secondo trimestre, un risultato coerente con le aspettative degli analisti. Il gruppo, che l’anno scorso ha lanciato un programma per ridurre i costi di 2 miliardi di franchi, ha alzato l’obiettivo a 3 miliardi entro fine 2013. Dunque, a quelli già realizzati nei primi sei mesi di quest’anno, si aggiungerà un ulteriore taglio di 1 miliardo entro la fine del prossimo.

A partire dal novembre 2011, Credit Suisse aveva annunciato l’eliminazione di circa 1.500 posizioni per far fronte alle difficili condizioni di mercato, avendo già reso nota nel mese di luglio una riduzione di 2.000 posti di lavoro. Per raggiungere il suo obiettivo, la banca si riserva anche la possibilità di ridurre il dividendo per quest’anno.

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