Sony Corp., uno dei big dell’elettronica mondiale, ha subito un nuovo calo durante le quotazioni alla Borsa di Tokyo. Per la prima volta dal 1980, infatti, le azioni della società sono calate sotto soglia 1.000 yen. In pratica, sottolineano gli analisti di Bloomberg, oggi Sony vale quanto valeva trent’anni fa, quando l’introduzione del walkman era stata considerata una grande novità.
Che la società non stia procedendo a gonfie vele è d’altronde ben noto: la società giapponese ha dovuto chiudere il suo quarto esercizio consecutivo in perdita, e mostra una eccessiva fatica nello sviluppo nuovi prodotti. A ciò si aggiunga la straordinaria forza dello yen, che ha scoraggiato le esportazioni, e le preferenze dei consumatori privati, che si stanno dirigendo verso la Apple e verso la Samsung Electronics, tradendo uno dei brand storici dell’elettronica di consumo.
Secondo quanto afferma una ricerca compiuta dalla Media Create Co., le vendite della PlayStation Vita, la console portatile Sony di nuova generazione, starebbero già avviando la strada del declino, dopo una buona domanda iniziale. Le vendite sarebbero infatti ammontate a quota 72.479 unità durante la settimana prenatalizia (quella terminata il 25 dicembre), contro le 324.859 unità vendute nei soli due giorni di debutto del 17 e del 18 dicembre.
Citigroup ha concluso un accordo che la porterà a vendere EMI Group – operatore tra i leader mondiali nel settore della musica – ad una cifra che si avvicina ai 4,1 miliardi di dollari. A comprare la società. Gli acquirenti di EMI saranno Vivendi, attraverso la Universal Music Group, e la Sony, che guida un altro gruppo di compratori, di cui fa parte anche il miliardario David Geffen.