Compensi Air France contestati dal governo

 Il governo di Hollande, recentemente insediatosi a Parigi, ha reso noto di non condividere la scelta di versare 400 mila euro sotto forma di “clausola di non concorrenza”, all’uscente amministratore delegato di Air France, Pierre Henri Geourgeon. Un intervento, quello del ministro delle Finanze e del suo collega del Riassetto produttivo, che è stato chiaro e univoco, ed ha avuto come obiettivo quello di rendere evidente il “fastidio” nei confronti dell’indennità / bonus erogata in favore dell’ex top manager della compagnia di bandiera transalpina.

L’ex amministratore delegato di Air France era riuscito a ottenere la gratifica grazie all’impegno formale di non lavorare per la concorrenza per un periodo di tempo determinato. Peccato che l’erogazione del bonus avvenga in un momento particolarmente complicato per la società, che versa in cattive compagnie economico finanziarie, ed ha in mente di licenziare un piano di tagli da 2 miliardi di euro che prevede – tra le tante altre iniziative – il congelamento dei salari e la probabile soppressione di circa 5 mila posti di lavoro.

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A giudizio l’ex AD di Barclays

 L’ex amministratore delegato della divisione italiana di Barclays è stato rinviato a giudizio per infedeltà patrimoniale ai danni dello stesso gruppo britannico. Stando a quanto sta emergendo in questi giorni, il manager, Vittorio De Stasio, avrebbe concesso finanziamenti senza requisiti per oltre 10 milioni di euro, ricevendo in cambio del denaro depositato su alcuni conti esteri a Monaco. A denunciare i fatti è stata la stessa società inglese.

Insomma, per De Stasio le accuse sembrano essere piuttosto pesanti, poiché tale è la fattispecie di concessione dei finanziamenti bancari senza accurata e idonea valutazione della bontà del cliente, e ricevendo in cambio di tale generosità delle ricompense monetarie. Il decreto di giudizio immediato disposto dal giudice per le indagini preliminari Fabio Antezza elenca uno dopo l’altro tutti i movimenti bancari del manager con il quale lo stesso incassava il denaro.

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Compensi manager Google

 Eric Schmidt, presidente del consiglio di amministrazione di Google, il più noto motore di ricerca al mondo, ha percepito un compenso pari a 101 milioni di dollari durante il 2011. Merito della remunerazione fissa (in parte) e, soprattutto, dei premi aziendali e delle stock option che sono state assegnate con un periodo di vesting di 4 anni, e che dovrebbero poter garantire un’adeguata soddisfazione alle tasche del manager Google.

Si tratta, ad ogni modo, di un bel balzo in avanti per il portafoglio del vertice del motore di ricerca, che nel corso del 2010 aveva ottenuto una paga pari a 313.219 dollari. L’anno scorso il manager ha invece potuto contare su oltre 55 milioni di dollari di premi aziendali, e in 38 milioni di dollari in opzioni, come confernato dalla società californiana di Mountain View in un comunicato diffuso a mezzo stampa. I rimanenti 7,2 milioni di dollari sono stati invece generati dallo stipendio annuale di Schmidt (937.500 dollari) e da altre voci di remunerazione.

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Ubs riduce bonus del 40%

 Ubs, il più importante istituto di credito svizzero, ha dichiarato di aver scelto di abbattere i compensi variabili dei propri manager di circa 40 punti percentuali. Una contrazione dei bonus giustificata dal calo della redditività della banca, e che garantirà ai manager dell’azienda circa 2,6 miliardi di franchi svizzeri (circa 2,1 miliardi di euro).

La riduzione dei bonus variabili ai manager sarà ad ogni modo differenziata a seconda della divisione di riferimento, giungendo a punte del 60% per quanto concerne il comparto dell’investment banking, settore nel quale le prestazioni di redditività hanno subito gli effetti significativamente negativi delle operazioni non autorizzate compiute da un trader londinese. Una decisione similare a quella delal connazionale Credit Suisse, che poco fa aveva annunciato la scelta di tagliare i propri compensi ai manager.

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Apple, gli ultimi movimenti ai vertici societari

 Apple avrebbe deciso di assumere l’ex manager di Adobe Todd Teresi, al fine di responsabilizzarlo con il ruolo di responsabile della propria divisione iAd, che si occupa dell’importante business dell’advertising per i supporti mobili. A pubblicizzare la notizia, tre persone ritenute molto vicine ai vertici societari, che hanno pertanto di fatto lanciato l’ufficializzazione del nuovo ribaltone all’interno delle più alte sfere della compagnia di Cupertino.

Teresi, che è stato vice presidente del media solutions group di Adobe, starebbe già lavorando in Apple come vice presidente di iAd, sotto la responsabilità di Eddy Cue, uno dei vice presidenti, già manager supervisore dei business relativi all’iTunes e all’App Store, due delle principali fonti di ricavo della società statunitense.

Il business relativo all’iAd, lanciato nel 2010, vorrebbe essere la rampa di lancio della leadership di Apple nel segmento della pubblicità su dispositivi di telefonia mobile. Un sistema, quello di Apple, che ha ottenuto alcuni positivi riscontri dalle grandi corporate come Walt Disney, ma che invece non sembra fidelizzare abbastanza altri big del settore, che riterrebbero i costi di iAd superiori a quelli dei principali competitors di Apple e, peraltro, il sistema iAd funzionante solo nei dispositivi Apple.

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