In Grecia l’allarme suona ancora. Tsipras lo sa, stringe i denti e per scaramanzia non mette la cravatta. Lo aveva annunciato con un sorriso il giorno della sua rielezione: la indosserà solo quando il Paese sarà fuori dalla crisi.

La crisi greca non è più un trend topic. Per sei anni le disavventure di Atene, le fibrillazioni dell’euro e le colorate uscite di Yanis Varoufakis hanno occupato Tg e prime pagine dei giornali.

Il Parlamento greco ha approvato con 154 voti a favore (su 300) l’ennesimo pacchetto di misure imposto ad Atene da Ue, Bce e FMI in cambio di 86 miliardi di prestiti.
Nuovo e decisivo capitolo nelle trattative Grecia-Germania. L’atteso voto favorevole – giunto all’indomani della privatizzazione ellenica di 14 aeroporti a vantaggio della tedesca Fraport – è stata supportato da una forte maggioranza: 454 favorevoli, 113 contrari e 18 astensioni (i votanti erano 584).
I negoziati tra la Grecia e i creditori sono a un passo dal loro compimento. E la loro conclusione positiva sarà funzionale a riportare serenità ad Atene e nell’Eurozona.
Le Borse del Vecchio continente si muovono sopra un sentiero sempre più stretto in cui a farla da padrona è la volatilità e dove a trarne giovamento sono soltanto gli speculatori.
Atene lontana dall’accordo. Scatta l’allarme rosso. Le Borse europee chiudono in perdita dopo giorni positivi sulla speranza che si potesse giungere ad un accordo tra la Grecia e i creditori internazionali.
Sembra sempre più lontano l’accordo tra la Grecia e i creditori internazionali. Le parti rimangono lontane e incapaci di raggiungere una posizione condivisa.
La Grecia continua a preoccupare i mercati internazionali. Le ultime notizie sono tutto fuorché positive per le Borse e per l’euro alla vigilia di una giornata particolare come quella del 21 maggio: giornata in cui Grecia e Ue dovrebbero siglare il vituperato accordo con i creditori.
La Grecia chiede ancora aiuto alla Germania e all’Europa tutta. Un aiuto economico che deve arrivare in maniera urgente.