Carlyle fa rotta verso Wall Street

 Carlyle, uno dei massimi big mondiali del private equity, ha fatto rotta verso Wall Street. Obiettivo ultimo della compagine è infatti quello di sbarcare sui mercati regolamentati con una valorizzazione di quasi 8 miliardi di dollari, con uno sconto di un quarto rispetto a quanto sostiene il prospetto consegnato alla Sec, l’autorità di Borsa americana. Una capitalizzazione che la separerebbe in maniera molto (troppo?) significativa dalla rivale Blackstone, che è invece valorizzata, attualmente, nella misura di 16 miliardi di euro.

Ad ogni modo, pare che Carlyle, in Borsa, ci voglia andare proprio a tutti i costi: per tale motivo è pronta ad accettare uno sconto molto ingente, pari anche al 25% dei reali valori. “Ha bisogno di nuovi investitore” – dichiara al media Bloomberg una fonte anonima che si preannuncia essere molto vicina all’operazione – “e per farlo è disposta a concedere un buono sconto sul suo valore”.

Read more

Apple punta a 1.000 dollari per azione

 La corsa di Apple verso una nuova capitalizzazione record non sembra volersi arrestare. Secondo quanto affermato da due analisti della Pieper Jaffray Cos e della Topeka Capital Markets, le azioni della società sono oramai in lizza per arrivare a superare la straordinaria soglia dei 1.000 dollari per azione, permettendo così alla società produttrice degli iPhone di potersi candidare ad essere la prima società a tagliare il traguardo del trilione di dollari di capitalizzazione di mercato.

Apple, intanto, già società con il maggior valore di mercato al mondo, si è già lasciata abbondantemente alle spalle la soglia di capitalizzazione di 600 dollari, aggirandosi ora intorno ai 635 dollari. La nuova spinta dovrebbe essere conferita dall’incremento della domanda per l’iPhone e per l’iPad, oramai due best seller consolidati, grazie anche alla maggior penetrazione cinese, e dal potenziale debutto di un nuovo prodotto televisivo.

Read more

Yahoo dichiara guerra a Facebook

 Mentre Facebook prepara la propria quotazione in borsa (IPO), Yahoo rivendica alcuni diritti di proprietà intellettuale e minaccia il social network più famoso del mondo. Una nuova guerra dei brevetti potrebbe presto avere inizio. Già nel 2004 Google, alla vigilia del suo sbarco in borsa, si trovò costretta a sborsare a Yahoo qualcosa come 230 milioni di dollari di azioni, per la licenza d’uso del motore di ricerca.

Yahoo vs Facebook? L’affare si fa piuttosto interessante, sopattutto perché manca solo un mese all’attesissima IPO di Facebook. E Yahoo potrebbe mettersi nella posizione di negoziare una quota potenziale nel gruppo di Zuckerberg. “Yahoo ha la responsabilità nei confronti dei suoi azionisti e dei suoi dipendenti di proteggere i diritti di proprietà intellettuale”, è stato detto dal gruppo con sede in California. “Dobbiamo insistere affinché Facebook offra un contratto di licenza o saremo costretti ad agire unilateralmente per proteggere i nostri diritti”.

Read more

IPO di Facebook, un jackpot miliardario

 L’IPO di Facebook renderà miliardari. Gli investitori della prima ora, come il fondo Accel Partners, raccoglieranno fino a 800 volte il loro investimento iniziale, in occasione dello sbarco di Facebook in Borsa. Un evento senza precedenti nella storia del capitale di rischio.

Non solo tra i dipendenti del social network, tra cui figura, in primo luogo, il capo del gruppo, Mark Zuckerberg. Ma anche in seno alla comunità degli investitori della prima ora, vale a dire le società di capitali di rischio che hanno creduto nel progetto del giovane studente di Harvard al 2005, ovvero un anno dopo la fondazione di Facebook. Sette anni fa, il fondo americano Accel Partners aveva investito $ 12,7 milioni nel social network. All’epoca, Facebook valeva solo 100 milioni di dollari. Oggi, sulla base di una valutazione di Facebook stimata tra i 75 e i 100 miliardi di dollari, la quota dell’11,4% di Accel Partners nel capitale vale quasi … dieci miliardi di euro. Quasi 800 volte l’investimento iniziale!

Read more

Millennial Media progetta IPO da 75 milioni di dollari

 Millennial Media, una delle principali compagnie americane operanti nel settore dell’advertising mobile, si starebbe preparando per lo sbarco sul mercato di Borsa, con un’offerta pubblica iniziale da valutarsi intorno ai 75 milioni di dollari. La società, a tal fine, ha dato incarico ad alcune tra le principali banche d’affari statunitensi (Goldman Sachs, Morgan Stanley) per gestire la fase primordiale dell’IPO.

La società non ha, tuttavia, espresso dati più puntuali per quanto concerne il numero e il prezzo delle azioni che finiranno in vendita sul mercato regolamentato. Quel che sembra piuttosto accertato è che l’operazione di offerta pubblica iniziale dovrebbe consentire alla compagnia di ottenere una valutazione compresa tra un minimo di 700 milioni di dollari e un massimo di 1 miliardi di dollari, come confermato da un’indiscrezione apparsa sulla stampa americana, ad opera di una persona molto vicina ai vertici societari.

Read more

Anche l’Empire State Building finisce in Borsa

 E’ uno dei grattacieli più noti di tutto il mondo, e sta per finire in Borsa. Protagonista della vicenda è l’americanissimo Empire State Building, la cui terrazza (riporta il sito web de La Repubblica, che a sua volta cita i dati del New York Times) sarebbe stata visitata da oltre quattro milioni di persone nel solo 2010, per un volume d’affari che – limitatamente a questo piccolo segmento di business dell’edificio – si aggira intorno ai 6 milioni di dollari.

Sempre secondo le analisi compiute dal quotidiano newyorkese, se l’Empire State Building dovesse finire in Borsa (così come sempre), potrebbe ottenere una valutazione di circa 5 miliardi di dollari. A supporto del progetto legato all’offerta pubblica iniziale per ora c’è solamente un ricco e voluminoso prospetto (oltre 500 pagine) con il quale la famiglia Malkin (che gestisce il palazzo) sta cercando di convincere gli stakeholders (principalmente, i 2.800 investitori nel grattacielo) a consolidare gli interessi e le proprietà in un’unica società, che dovrebbe quindi terminare sul mercato regolamentato di Borsa.

Read more

Groupon perde (ancora) quota

 Groupon, il leader mondiale del “couponing” online, ha ceduto altri 15 punti percentuali durante la sessione di negoziazione alla Borsa di New York. Continua in tal modo a consolidarsi l’altalena del valore di mercato delle azioni della società, che nel corso della scorsa settimana avevano guadagnato 31 punti percentuali, per poi ricollocarsi sull’attuale soglia intorno ai 20 dollari, pressochè in linea con il prezzo oggetto della prossima offerta pubblica iniziale.

La “colpa” di questo scenario è da ricondursi alle previsioni sui dati economico finanziari. Secondo quanto affermano alcuni tra i principali analisti internazionali, infatti, i margini di redditività della società dovrebbero subire cali più o meno significativi a causa dell’incremento dei costi pubblicitari, e a causa della agguerrita concorrenza da parte di alcuni rivali presenti sui mercati internazionali, come la LivingSocial.com.

Read more