Carlyle, uno dei massimi big mondiali del private equity, ha fatto rotta verso Wall Street. Obiettivo ultimo della compagine è infatti quello di sbarcare sui mercati regolamentati con una valorizzazione di quasi 8 miliardi di dollari, con uno sconto di un quarto rispetto a quanto sostiene il prospetto consegnato alla Sec, l’autorità di Borsa americana. Una capitalizzazione che la separerebbe in maniera molto (troppo?) significativa dalla rivale Blackstone, che è invece valorizzata, attualmente, nella misura di 16 miliardi di euro.
Ad ogni modo, pare che Carlyle, in Borsa, ci voglia andare proprio a tutti i costi: per tale motivo è pronta ad accettare uno sconto molto ingente, pari anche al 25% dei reali valori. “Ha bisogno di nuovi investitore” – dichiara al media Bloomberg una fonte anonima che si preannuncia essere molto vicina all’operazione – “e per farlo è disposta a concedere un buono sconto sul suo valore”.
Mentre Facebook prepara la propria quotazione in borsa (IPO), Yahoo rivendica alcuni diritti di proprietà intellettuale e minaccia il social network più famoso del mondo. Una nuova guerra dei brevetti potrebbe presto avere inizio. Già nel 2004 Google, alla vigilia del suo sbarco in borsa, si trovò costretta a sborsare a Yahoo qualcosa come 230 milioni di dollari di azioni, per la licenza d’uso del motore di ricerca.
L’IPO di Facebook renderà miliardari. Gli investitori della prima ora, come il fondo Accel Partners, raccoglieranno fino a 800 volte il loro investimento iniziale, in occasione dello sbarco di Facebook in Borsa. Un evento senza precedenti nella storia del capitale di rischio.
Millennial Media, una delle principali compagnie americane operanti nel settore dell’advertising mobile, si starebbe preparando per lo sbarco sul mercato di Borsa, con un’offerta pubblica iniziale da valutarsi intorno ai 75 milioni di dollari. La società, a tal fine, ha dato incarico ad alcune tra le principali banche d’affari statunitensi (Goldman Sachs, Morgan Stanley) per gestire la fase primordiale dell’IPO.
E’ uno dei grattacieli più noti di tutto il mondo, e sta per finire in Borsa. Protagonista della vicenda è l’americanissimo Empire State Building, la cui terrazza (riporta il sito web de La Repubblica, che a sua volta cita i dati del New York Times) sarebbe stata visitata da oltre quattro milioni di persone nel solo 2010, per un volume d’affari che – limitatamente a questo piccolo segmento di business dell’edificio – si aggira intorno ai 6 milioni di dollari.
Groupon, il leader mondiale del “couponing” online, ha ceduto altri 15 punti percentuali durante la sessione di negoziazione alla