La BCE ha effettivamente tagliato di 25 punti i tassi di interesse. Ma già dalla conferenza stampa indetta da Christine Lagarde si capisce cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi.
Il percorso della BCE sui tassi
La realtà è che l’incertezza economica in Europa con l’insediamento di Trump è aumentata. Soprattutto per via delle tensioni geopolitiche in aumento in merito all’Ucraina e per via dei dazi. L’inflazione potrebbe, soprattutto per via di questi ultimi, risalire esponenzialmente portando la BCE a uno stop dei tagli.
Così come già accaduto negli Stati Uniti da parte della Fed. La quale, senza dubbio, si trova idealmente ad avere un numero maggiore di gatte da pelare rispetto agli europei. Le mosse future della BCE si baseranno quindi sulla valutazione delle prospettive di inflazione, cercando di mettere a punto una politica monetaria di un certo livello. Christine Lagarde ha infatti ribadito che la Banca centrale europea non si vincolerà a uno specifico percorso dei tassi.
E questo significa che in base a ciò che i dati suggeriranno l’istituto poi agirà. Se questi renderanno possibile un nuovo taglio la BCE lo eseguirà. In caso contrario rimarrà ferma. E ovvio che i dazi, con le loro probabili ripercussioni rappresentanti una politica commerciale violenta, non faranno bene all’inflazione, spingendola potenzialmente a un rialzo.
Come regolarsi con l’inflazione
E nel caso di un’escalation ci si potrebbe trovare davanti a un maggiore costo delle importazioni e a pressioni inflazionistiche. Vero e allo stesso tempo che la situazione potrebbe essere equilibrata da una domanda inferiore di esportazione proprio per via delle tariffe più alte e dal reindirizzamento delle esportazioni da paesi con sovracapacità. In questo caso si avrebbero spinte al ribasso dei prezzi.
Certo è che per quel che riguarda l’inflazione la BCE è ormai convinta che il target stabilito sarà molto probabilmente raggiunto a inizio 2026 piuttosto che a fine 2025. E al momento, più che cercare di capire come gestire la situazione non si può fare molto altro.
Attualmente è decisamente importante, per l’Unione Europea, essere più coesa che mai sotto ogni punto di vista. Anche quello militare. Mai come in questo caso infatti l’unione fa la forza. E tutto ciò potrebbe avere dei risvolti positivi anche per quel che riguarda la BCE e il suo lavoro.
Abbiamo visto in questi giorni come essenzialmente la politica economica degli Stati Uniti (insieme a quella estera) non sia accettata facilmente del resto del mondo occidentale. Molto quindi dipenderà da come si deciderà di gestire le varie relazioni.