Banche, giusto parlare di “risiko” in atto?

Quando si parla di banche ultimamente si tende a parlare di una sorta di “risiko“. Ma è giusto utilizzare il nome di questo famoso gioco da tavolo per spiegare come si sta muovendo questo mercato in Italia?

Grande movimento nel mondo delle banche

In realtà sì, se pensiamo al modo in cui questo gioco si propone di modificare l’assetto generale del potere. E se trasferiamo tutto questo in ambito bancario ci rendiamo conto che ciò che sta avvenendo è più o meno la stessa cosa. Si vuole dar vita a dei grandi gruppi per quel che concerne le banche, in modo tale da aumentare e concentrare il potere e la liquidità.

Questo gioco in atto tra le banche si appresta in qualche modo a essere attivo anche in ambito di polizze e risparmio. Basta vedere quali sono gli istituti protagonisti di questo ”gioco“. Abbiamo Unicredit, Generali, Mps, Bper, Banco bpm e Mediobanca.

E a più livelli abbiamo interesse al loro interno del Ministero del Tesoro e di famiglie come Del Vecchio e Caltagirone. Ciò si traduce in una lotta che se non è intestina di certo comunque ce la mette tutta per scombinare e non poco le carte in tavola. Questo perché le banche, nel tentativo di controllarsi l’una con l’altra e dare vita a gruppi importanti, stanno agendo anche con Ops e tentativi di scalata e non su proposte di fusione nate di comune accordo.

Saranno interessanti le conseguenze

Senza aver paura di sbagliare si può parlare effettivamente di un vero e proprio terremoto all’interno del panorama finanziario italiano, il quale era fermo da ormai un ventennio. A prescindere da come vadano a finire le operazioni straordinarie lanciate negli ultimi mesi, avranno comunque la loro incidenza sui servizi, sui prodotti e soprattutto sugli assetti di potere.

Tutti elementi che avranno il loro peso in un eventuale periodo di shock futuro. Sarà infatti la solidità delle banche e la loro fisionomia a decidere chi uscirà potenzialmente illeso o meno. Uno dei fattori più facili da rilevare è come molti istituti di credito abbiano dei giocatori in comune. E di come la maggior parte di quelli ai quali è stata lanciata un’Ops non vedano di buon occhio questi tentativi di scalata.

Esempio ne è Unicredit che ha tentato di diventare parte di CommerzBank in Germania della quale tra capitale e prodotti controlla circa il 28%. Allo stesso tempo la banca di Orcel ha tentato la scalata su Banco BPM entrata pochi giorni prima nel capitale di Mps. La vera domanda che viene spontaneo porci è la seguente: sono tutti coscienti delle conseguenze delle loro azioni?

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