Naspi, cosa cambia nel 2024?

Cosa cambia per la naspi o indennità di disoccupazione per lavoratori dipendenti nel 2024? Scopriamo insieme se tutto è rimasto invariato o se dobbiamo aggiornare le nostre conoscenze al riguardo.

Chi può accedere alla naspi

Dal punto di vista normativo non esistono novità, dato che l’ultima legge di bilancio non è intervenuta sulla naspi. E’ importante però aggiornare gli importi, dato che ogni anno gli stessi vengono adeguati all’inflazione misurata nei 12 mesi precedenti. Di questo si occupa l’Inps, con una circolare specifica, alla data del 25 gennaio non ancora emessa. È importante ricordare però nel frattempo a chi spetta o non spetta la naspi.

L’indennità di disoccupazione è riservata a quei lavoratori con contratto di lavoro subordinato che hanno perso in modo involontario l’occupazione. Tra di loro sono contati anche i dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni, il personale artistico legato da un rapporto di lavoro subordinato.

E ancora gli apprendisti e i soci lavoratori di cooperative legate a queste con un contratto di lavoro subordinato. Hanno la possibilità di accedere alla naspi anche agli operai agricoli a tempo indeterminato di consorzi e cooperative. Nello specifico che si occupano di manipolare, trasformare e commercializzare i prodotti zootecnici e agricoli in base alla legge n. 240 del 15 giugno del 1984.

La naspi non spetta invece ai lavoratori autonomi, ai lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, ai lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità nel caso decidano di mantenere quello. E ancora ai lavoratori che hanno già maturato i requisiti per il pensionamento anticipato di vecchiaia e i dipendenti delle pubbliche amministrazioni legati da un contratto a tempo indeterminato.

Cosa bisogna sapere per richiedere la prestazione

Non può richiedere la naspi chi ha rassegnato delle dimissioni, a meno che queste non siano giunte nel corso del periodo tutelato di maternità, esista risoluzione consensuale del rapporto di lavoro in base all’art. 1, comma 40 della Legge n. 92 del 2012. Vengono considerati perdita involontaria del lavoro anche casi in cui vi sia il licenziamento con accettazione dell’offerta di conciliazione. O avvenga una risoluzione consensuale relativa al trasferimento del lavoratore a una sede distante più di 50 km dalla propria residenza o che necessiti di più di 80 minuti di spostamento con i mezzi pubblici.

La naspi può essere richiesta con almeno 13 settimane di contribuzione contro la disoccupazione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo senza lavoro. Ogni settimana contributiva è valida se il pagamento erogato non è più basso dei minimi settimanali.
La prestazione è erogata dall’Inps per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi 4 anni, per un massimo di 24 mesi in base al decreto n.150 del 2015. In base ai dati dell’inflazione pubblicati dall’ISTAT è possibile stimare che i nuovi importi siano:

  • il 75% della retribuzione media per i primi 1.428,67 euro;
  • il 25% per la parte restante fino a un massimo di 1.553,72 euro.

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