Benzina, mutui: gli aumenti previsti nel 2023

Benzina, mutui e ancora viaggi autostradali e assicurazioni. Questi sono solo alcuni dei prodotti che vedremo aumentare di prezzo nel corso del 2023. Scopriamo insieme cosa cambia quest’anno per il nostro portafogli.

Non aumenterà solo la benzina

Possiamo dire senza paura di sbagliare che se il 2022 è finito pagando di più rispetto al passato, il 2023 promette di seguire la stessa linea. L’inflazione e l’aumento dei prezzi dato dal caro energetico hanno già fatto danni. Soprattutto per quel che riguarda la benzina e il gas. Il problema ulteriore? Consta nel fatto che l’anno appena iniziato ci sta già presentando il conto di nuovi rincari.

Sono aumentate le accise sul tabacco e sui trinciati, ed è stato azzerato lo sconto su quelle di benzina e gasolio. Un paradosso, se si pensa che proprio il vice presidente del consiglio Matteo Salvini aveva fatto della cancellazione di queste uno dei punti fermi della sua campagna elettorale. Il suo Esecutivo ha deciso invece di eliminare anche gli sconti su di loro, portando a un aumento del prezzo del carburante.

Aumenta anche il prezzo dei pedaggi autostradali dopo quattro anni di fermo. E non rimangono privi di rincari anche i trasporti pubblici in molte città. A crescere saranno le tariffe orarie e gli abbonamenti: non si salveranno nemmeno i treni. Il settore dei trasporti è quello più bistrattato, insieme a quello dei mutui. Sono previsti rincari anche per quel che concerne le polizze assicurative e gli interventi di meccanica.

Prevista la necessità di molti sacrifici

Da qualsiasi punto si osservi la situazione è palese che il consumatore sarà costretto a mettere le mani nel portafogli molto di più rispetto allo scorso anno. E parliamo di un periodo nel quale è stato difficile andare avanti e le conseguenze ancora si pagano. Le associazioni dei consumatori hanno calcolato che il rincaro medio per il cittadino sarà pari a circa 366 euro.

Sebbene l’Arera abbia annunciato un calo dei prezzi per il primo trimestre dell’anno, in seguito l’aumento medio per consumatore si staglierà intorno al 67%. E per quanto si attenda un intervento del Governo in primavera, la situazione appare tutt’altro che rosea. Bisogna poi calcolare che il calo dei prezzi sopra citato è relativo solo al mercato tutelato. E che il blocco dei rincari dettato dal decreto Aiuti bis è stato limitato dal Governo solo ai contratti non in scadenza.

L’unica vera spesa rinunciabile per il cittadino è quella legata al tabacco e ai trinciati. Ma a prescindere da ciò è evidente che il 2023, se non cambierà qualcosa, rappresenterà per le persone solo l’ennesimo periodo di crisi economica da affrontare senza avere abbastanza risorse.

Lascia un commento